venerdì 11 luglio 2008

E' ufficiale, Nasri all'Arsenal!

(ANSA) - Samir Nasri vestira' i colori dell'Arsenal nella prossima stagione. Il fantasista francese lascia l'Olympique Marsiglia. Il giocatore, 21 anni, ha raggiunto un accordo di lungo termine, secondo quanto riporta il sito del club inglese. Si unira' ai suoi nuovi compagni il 21 luglio, alla ripresa degli allenamenti nel ritiro precampionato in Austria. A Euro 2008 ha collezionato due presenze, portando a 12 quelle con la Francia. E' considerato da molti l'erede di Zidane.

martedì 8 luglio 2008

La rabbia di Arsene.

di Luca Manes da http://ukfooty.blogspot.com/
È una sorta di nemesi, quella che sta colpendo il “povero” allenatore dell’Arsenal Arsene Wenger. Alcuni importanti campioni stranieri dell’Arsenal, in forte debito con l’alsaziano per la loro crescita professionale, hanno abbandonato o stanno per abbandonare i Gunners. Via Flamini e con le valige pronte, destinazione Barcellona, Adebayor e Hleb. E Wenger se la prende, dà voce a tutta la sua frustrazione sull’attuale sistema trasferimenti, che rende i calciatori dei veri e propri mercenari, e ammette che fin quando il suo club non sarà rientrato delle ingenti spese sostenute per costruire l’Emirates Stadium quella di cedere qualche pezzo forte ogni estate sarà più di un’eventualità. Forse puntare solo e sempre su calciatori stranieri, per cui è indifferente calcare i campi della Liga piuttosto che della Premier, si sta ritorcendo contro l’allenatore francese? Si potrebbe obiettare che un inglese come Ashley Cole, prodotto del settore giovanile dell’Arsenal, si è forse rivelato il più mercenario di tutti, a causa del suo controverso passaggio al Chelsea. Però rimango l’idea che costruire un team su giocatori autoctoni possa in parte prevenire – o almeno limitare – grandi esodi. Per capirci, uno come Tony Adams una mossa alla Flamini non l’avrebbe mai fatta. O no?

lunedì 7 luglio 2008

Brisbane Road & Ashburton Grove.

Avevo programmato da qualche mese la mia prima visita ad Ashburton Grove con l'amico Matteo per la partita del 12 novembre 2006 contro il Liverpool e, vista la concomitanza con il primo turno proper di FA Cup, speravo in un turno casalingo di una squadra londinese in uno di quegli stadi che non avevo ancora visitato. La fortuna ha voluto che il Leyton Orient fosse sorteggiato in casa contro il Notts County e allora sabato 11 novembre eccomi a Brisbane Road, o Matchroom Stadium com'è stato chiamato da qualche anno dopo l'avvento del presidente Barry Hearn e le relative ristrutturazioni apportate. Matteo ha seguito invece il Wealdstone in trasferta a Bath, vicino a Bristol, contro il Bath City FC. Sono arrivato alla stazione di Leyton sulla Central Line circa 2 ore prima della partita. Il quartiere mi ha ricordato molto quello di West Ham, d'altronde sono abbastanza vicini, e sono passato anche dalla stazione di Stratford che nel 2012 sarà molto più movimentata immagino... Intorno allo stadio poca, pochissima gente: ho ritirato il mio biglietto precedentemente prenotato via internet, ho fatto un giro ai 2(!) club shops, uno nuovo nella tribuna ovest e l'altro nella storica East Stand, ho scattato qualche foto intorno allo stadio e circa tre quarti d'ora prima sono entrato nella West Stand. Ho scelto questa tribuna solamente per avere una visuale migliore della East Stand, unica trbuna rimasta intatta e che trasuda vero football. Unica nota stonata dell'impianto di Brisbane Road il cantiere nella north end: l'anno prossimo dovrebbero partire i lavori per la costruzione della end simile a quella costruita nel lato sud. La partita dal punto di vista tecnico non è certamente stata delle migliori ma l'agonismo, la "cattiveria" sportiva in certi interventi e i continui capovolgimenti di fronte, soprattutto nel primo tempo grazie anche all'arbitraggio (tre fischi nella prima mezzora!), hanno reso la partita veramente divertente e piacevole. L'atmosfera era abbastanza tranquilla e lo dimostra anche il non certo elevatissimo numero di spettatori presenti, 3011 di cui circa 200/250 arrivati da Nottingham. La domenica invece sono arrivato ad Ashburton Grove (nella foto) con largo anticipo sperando che il nuovo museo fosse aperto ma non lo era, ho scoperto solo dopo che avrebbe aperto più tardi ma ormai non c'era più tempo per una visita approfondita, sarà per la prossima volta. Prima di tutto sono andato a fare un tour attorno ad Highbury e non ero il solo a rendere omaggio alla The Home of Football. Prima con Matteo e poi con un amico inglese ho scattato innumerovoli foto per rendermi conto una volta tornato a casa che purtroppo quello che ho visto con i miei occhi era vero: la Clock End completamente rasa al suolo, la North Bank scoperchiata e senza un pezzo dell'Upper Tier mentre la West Stand e la East Stand ancora in piedi (e fortunatamente lo rimarranno per sempre) ma senza seggiolini e in uno stato deprimente. Uno dei miei amici inglesi appena giunti davanti alla East Stand si è lasciato andare ad un solo commento: "it's horrible". Vabbeh. Una volta finito il saluto ad Highbury e rispettato i miei soliti appuntamenti con spacciatori di progs ecc. sono andato al nuovo stadio. Visto da fuori è molto imponente e anche dentro non è affatto male: l'atmosfera in termini di acustica, favorita sicuramente dalla partita di cartello, era migliore di quella che si viveva ad Highbury ed è anche molto più comodo e c'è molto più spazio tra i seggiolini. Io ero nell'upper tier sopra i tifosi del Liverpool e devo dire che secondo me dalle prime file del lower tier non penso si veda benissimo, non che ad Highbury si vedesse bene ma almeno ti sembrava di essere in campo, qui invece si è decisamente più distanti. Questo forse è uno dei pochi lati negativi del nuovo stadio e, pur rimanendo convinto che nessun nuovo impianto potrà mai sostituire Highbury, devo ammettere che mi ha fatto una buona impressione. Ovvio che ci vorrà del tempo per sentirsi a casa, ma le premesse non sono cattive. La prestazione dell'Arsenal non è stata delle migliori ma comunque sono arrivati i 3 punti e un 3-0 al Liverpool è sempre un risultato importante. Curioso che gli uomini di Benitez siano tornati in campo 20 minuti dopo il fischio finale per una seduta defaticante... uno dei pochissimi tifosi rimasti si è lanciato in un paio di cori solitari: "3-0 to the Arsenal" e "Who are you?". Dopo la partita, essendo uscito praticamente per ultimo, non ho potuto verificare con mano i problemi che molti tifosi dell'Arsenal hanno sollevato per quanto riguarda le code alle stazioni di Arsenal e Finsbury Park, sicuramente è una questione su cui l'Arsenal dovrà lavorare perchè 60.000 persone (60110 per l'esattezza contro il Liverpool) non sono 38000 e soprattutto per evitare che parecchi tifosi debbano uscire alcuni minuti prima della fine della partita per evitare le code nel ritorno a casa.
di Roberto Puzzi da UK Football, please n° 21

venerdì 4 luglio 2008

Eroe per una notte.

Un giorno, in futuro, ognuno di noi sara’ famoso per almeno 5 minuti. Andy Warhol
Mi chiamo Paul, Paul Vaessen. Sono nato a Gillingham nel 1961 in una famiglia proletaria, dove mio padre Leon gioco’ a calcio, sia per il Millwall che per il Gillingham. Dopo che ci siamo trasferiti a Londra , anch’io ho coronato il mio sogno di entrare a far parte di una squadra professionistica , e nel 1977 sono stato acquisito dall’Arsenal. Ho debuttato nelle fila dei gunners il 27 settembre 1978, era un match di coppa UEFA, una notturna contro la Lokomotive Lipsia, compagine non male ai tempi. Il debutto in Prima Divisione(se non sbaglio ora la chiamate Premier League o Premiership) e’ avvenuto solo sul finire di quella stagione, il 14 maggio 1979 per la precisione , in un derby contro il Chelsea.Proprio nell’estate del 1979 firmai il mio primo contratto da professionista.Ora ero diventato veramente un calciatore dell’Arsenal! Nella stagione 1978/79 segnai 5 gol collezionando 13 presenze ma ,cio’ che mi ha reso famoso nella storia dei gunners, e’ avvenuto in una tiepida serata italiana. Era il 23 Aprile 1980 e allo Stadio Comunale di Torino, il mio Arsenal si giocava l’accesso alla finale di Coppa delle Coppe contro la Juventus. All’andata ad Highbury, pur pressando gli italiani per quasi tutta la partita, eravamo usciti dal campo con un poco rassicurante 1 a 1 .Io non ero sceso in campo neanche per un minuto e la stessa sorte, almeno inizialmente, mi tocco’ anche a Torino. La partita fu’ molto combattuta anche al ritorno ma il risultato non si sbloccava e noi cominciavamo ad innervosirci. Che sfiga, avremmo perso la possibilita’ di disputare la finale solo per la regola dei gol segnati in trasferta! Al 75° minuto pero’, il nostro coach Don Howe, mi disse di prepararmi velocemente perche’ sarei entrato molto presto.Cosi’ fu e nel successivo quarto d’ora successe cio’ che mi avrebbe cambiato la vita, o almeno era quello che credevo all’epoca. Giusto il tempo di posizionarmi in campo, dare un occhio ai ragazzi e dalla fascia arriva un cross di Graham Rix. Io guardo il tiro partire e mi dico:”Dai Paul , buttala dentro”.Non era certo la mia specialita’ il colpo di testa , ma al 77° minuto di “quella “ semifinale di coppa, colpisco la palla come non avrei piu’ fatto e la spedisco alle spalle del grande Dino Zoff.1 a 0 per noi e palla al centro! Di quel momento in cui la palla e’ in rete ricordo soprattutto il silenzio dello stadio, i cori degli italiani che si interruppero e lo spicchio di curva biancorossa che impazzi’ di gioia. Eravamo in finale e a Bruxelles l’Arsenal l’avevo portato proprio io.Piu’ tardi venni a sapere che quella era la prima volta che la Juventus era stata sconfitta fra le proprie mura da una squadra inglese.E il tabellino sul giornale era li’ che parlava chiaro:”Gol decisivo di Paul Vaessen”! Non importa che poi quella finale la perdemmo malamente ai rigori con il Valencia, anche perche’ io assistetti ai 120 minuti piu’ rigori dalla panchina. Ora questa storia mi piacerebbe finirla qui, ma da quel momento inizio’ il declino della mia breve carriera e , conseguentemente, della mia vita. Nel 1982 mi infortunai seriamente ad un ginocchio durante un derby con il Tottenham, cosi’ che saltai interamente tutta la stagione 1982-83 e l’estate seguente, quando avevo appena 21 anni, fui costretto al ritiro dall’attivita agonistica.In tutto avevo segnato 9 gol in 39 partite con i Gunners. L’Arsenal non fece molto per aiutarmi, ma d’altre parte non saprei neanche dire cosa avrebbero potuto fare.In fondo avevo 21 anni e ancora tutta una vita davanti.Provai a fare il postino ma in quel periodo incontrai anche cio’ che mi avrebbe affossato definitivamente,la droga. Penso che vada benissimo fare lavori come il postino, l’idraulico o l’operaio quando da giovane inizi a farlo, ma vi assicuro che non e’ facile quando hai fatto il calciatore nell’adolescenza ed ora , quando imbuchi le lettere , le persone del quartiere si danno di gomito e sussurrano”ma si e’ proprio lui, e’ quello che ha giocato nell’Arsenal…guarda come si e’ ridotto”. Cosi’, essendo ormai diventato, un consumatore di droga, dovevo fare anche piccoli furti per assicurarmi la dose quotidiana, visto che con il lavoro non guadagnavo abbastanza( il vizietto mi costava circa 125£ al giorno). Cio’ mi porto’ a conoscere anche il carcere per ben sei volte. Mi lascio’ anche mia moglie e si porto’ via con se’ mio figlio Jamie.Stavo veramente toccando il fondo, avevo bisogno di uno scossone, dovevo reagire. Nel maggio 1993, dopo aver preso coscienza definitivamente di essere un tossicodipendente, mi feci ricoverare per due mesi in una clinica a Bexleyheath. Uscito da li’ mi trasferii ad Andover, dove conobbi’ Sally Tinkler.Anche lei aveva gia’ una figlia, la piccola Abigail di due anni. Vivemmo li’ per un anno prima di trasferirci a Farnborough per stare piu’ vicini alla sua famiglia. Stavo riscoprendo la felicita’ e con Sally avemmo anche un figlio tutto nostro, Jack. Fu in quel periodo, a meta’ degli anni 90’, che scoprii Dio e cercai di ricollocarmi nel mondo del lavoro, seguendo un corso per fisioterapisti sportivi. I terribili dolori al ginocchio e i fantasmi del passato pero’, mi fecero tornare alla droga con conseguente deterioramente dei rapporti con Sally. Cosi’ feci di tutto per rovinarmi la vita un’altra volta .Lasciai Sally e i bambini e mi trasferii a Bristol da mio fratello. Proprio li’ un fredda mattina di agosto nel 2001, il mio amico Jason Murphy mi trovo’ senza vita nel bagno che condividevo con mio fratello.Era l’8 di agosto. Il coroner nei giorni successivi dira’ che si e’ trattato du una morte dovuta ad overdose di eroina. Era l’8 di agosto, avevo appena quarant,’anni. Ora spero solo che , i tanti ragazzi che gremiscono il nuovo stadio costruito ad Ashburton Grove, e che si vantano dei successi ottenuti dalla loro squadra, si ricordino che un viaggio a Bruxelles ai loro padri e amici piu’ grandi , e’ stato offerto tanti anni fa da un ragazzo come loro, con uno strano cognome olandese, un certo Paul, Paul Vaessen.
di Luca Ferrato, da UK Football, please