Visualizzazione post con etichetta London. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta London. Mostra tutti i post

sabato 16 settembre 2017

Chelsea-Arsenal, sicurezza rafforzata

Misure di sicurezza rafforzate a Stamford Bridge in vista del derby di Premier League, domani fra Chelsea e Arsenal, a seguito dell'attentato sulla metro di ieri mattina a Londra. Il club di Antonio Conte ha diffuso sul proprio sito un avviso per tutti coloro che in questi giorni - e quindi non solo in occasione della partita - si recheranno nell'area dello stadio. La maggior parte di essa, infatti, sarà chiusa al pubblico fino a domani mattina (il fischio d'inizio della gara è alle 13.30 locali): non sono dunque accessibili il museo, lo store, la palestra e la spa, sono sospese le visite guidate nell'impianto e la biglietteria è aperta soltanto su internet; restrizioni anche per le vie d'accesso. Per quanto riguarda l'afflusso degli spettatori per la partita, le richieste sono quelle consuete, ovvero di anticipare l'arrivo ai cancelli, in vista di controlli più approfonditi del solito, e di ridurre il più possibile gli oggetti personali al seguito, come borse e zaini. da http://www.ansa.it

giovedì 6 febbraio 2014

Londra a piedi: metropolitana in sciopero

Milioni di londinesi sono colpiti oggi dallo sciopero dell'Underground, la metropolitana più vecchia del mondo, che da un secolo e mezzo serve la capitale britannica. I sindacati hanno indetto dalle 9 di ieri sera uno sciopero di 24 ore contro un piano di ristrutturazione e modernizzazione della Tube, il Tubo, come gli abitanti della metropoli chiamano solitamente il treno che corre sotto la città collegando 270 stazioni e trasportando in media tre milioni. La rivendicazione non blocca completamente i trasporti, ma ha fortemente ridotto il servizio, chiudendo la maggior parte delle linee e delle stazioni. Così il viaggio per andare e tornare dal lavoro è diventato un percorso ad ostacoli: molti si sono riversati sugli autobus, che tuttavia sono molto più lenti e sono già sovraccarichi trasportando quattro milioni di persone al dì; altri hanno cercato di arrangiarsi in bicicletta (comprese le migliaia a noleggio introdotte qualche anno or sono), nonostante la pioggia intermittente che cade da stamattina, o con i taxi, che subito diventano scarsi, o con il proprio autoveicolo (ma entrare in centro comporta una tassa di 10 sterline) o al limite a piedi, affrontando lunghe camminate. Una sensazione di paralisi che si coglie subito a colpo d'occhio perché nelle strade si vede molta più gente del solito e ci sono veri e propri assembramenti di folla alle fermate dei bus rossi a due piani. Il piano di ristrutturazione prevede da un lato un miglioramento del servizio, poiché dal prossimo anno il metrò resterà aperto 24 ore su 24 durante il fine settimana, perlomeno sulle linee più importanti, per cominciare, con il progetto di estendere l'apertura ininterrotta a tutta la rete negli anni a venire: un cambiamento importante per una metropoli di 8 milioni di abitanti, 12 milioni con i sobborghi, estesa come Roma, Parigi e Vienna messe insieme. Finora il venerdì e il sabato sera l'alternativa per molti è tra rientrare a casa troppo presto, entro l'una di notte, quando chiude la metropolitana, o non rientrarci che il mattino dopo, a meno di voler fare lunghi percorsi in autobus, specie per chi vive in periferia e nei sobborghi e cala in centro per il divertimento del fine settimana. Ma la riforma comporta anche la chiusura di tutte le biglietterie, giudicate obsolete (secondo un sondaggio le usa soltanto il 20 per cento dei passeggeri), per sostituirle con biglietterie automatiche o con l'acquisto dei biglietti direttamente online. Le vecchie biglietterie verranno affittate, forse ad Amazon per lo smistamento dei suoi prodotti, in ogni caso producendo denaro per le casse municipali. E le stazioni non resteranno comunque sguarnite, perché verrà in ogni caso assicurata una presenza di addetti per fornire informazioni ai passeggeri. Ciononostante, il piano prevede circa mille "esuberi", come si dice in gergo, ovvero licenziamenti, con un risparmio totale, fra posti di lavoro e biglietterie chiuse, di 50 milioni di sterline (60 milioni di euro) l'anno, e questo ha spinto i sindacati a incrociare le braccia e proclamare due giorni di sciopero ora e altri due a metà febbraio. Il sindaco Boris Johnson ha risposto criticando la sospensione del lavoro e affermando che in realtà i licenziamenti saranno dei prepensionamenti quasi tutti volontari, poiché l'Underground avrebbe ricevuto già più di 900 richieste dai suoi dipendenti di approfittare della riforma per negoziare la fine del rapporto di lavoro. "L'obiettivo", afferma il conservatore Johnson, "è di non mandare via nessuno contro la sua volontà". I tabloid di destra hanno inferito sul capo dei sindacati, Bob Crow, fotografandolo mentre prendeva il sole durante una vacanza ai Caraibi nei giorni immediatamente precedenti allo sciopero, come se lui si riposasse mentre chiedeva ai lavoratori di lottare e all'opinione pubblica di sopportare un sacrificio. "Lo sciopero è solido e massiccio", ha commentato Crow stamane, ignorando la polemica. Ma intanto della vicenda si è occupato anche il primo ministro David Cameron, sostenendo che la metropolitana della capitale è un servizio "essenziale" per milioni di persone e che non lo si può sospendere drasticamente, per cui ha reso noto oggi in parlamento che in futuro sarà obbligatorio garantire un servizio "minimo" di trasporti urbani alla popolazione. Per il momento, però, i treni passano a singhiozzo o non passano e il metrò più vecchio del mondo si è fermato.
di Enrico Franceschini, da http://www.repubblica.it/

martedì 18 dicembre 2012

Caos trasporti a Londra il giorno di S. Stefano (Boxing Day)

Il derby tra Arsenal e West Ham in programma per quel giorno rischia di essere posticipato. Se siete tra coloro che passeranno Natale a Londra e hanno tutta l’intenzione di andare a godersi una partita all’Emirates (stadio bellissimo e comodo) prendete nota. Lo sciopero dell’Underground, a meno di un clamoroso dietro-front, verrà ratificato nei prossimi giorni e questo creerebbe non pochi problemi ai tifosi in rotta verso lo stadio dei Gunners (servito da ben 3 stazioni della Metro: Holloway Road, Highbury & Islington e Finsbury Park). L’arrivo in metropolitana allo stadio, oltre che molto popolare nel costo, è anche strategico in quanto a velocità e semplicità. Ecco quindi che l’Arsenal sta pensando addirittura di spostare la partita a metà gennaio per evitare ai suoi tifosi un Boxing Day… da incubo! da http://quellichelapremierleague.com/

lunedì 13 agosto 2012

domenica 3 giugno 2012

Mille barche per la Regina

A Londra proseguono le celebrazioni per il Giubileo di Diamante (60 anni di Regno). La famiglia reale sulla chiatta che apre il corteo. La festeggiata è Elisabetta II, tutta in bianco sul Tamigi seguita da milla imbarcazioni, tutta Londra è in festa.

Da 350 anni non c'era una sfilata di barche come questa sul Tamigi, bisogna tornare indietro al magnifico quadro del Canaletto, prestato a Londra per l'occasione, per vederne una simile: e come e più che nel quadro ecco qui barche di ogni dimensione e modello, velieri tre alberi, piroscafi, scialuppe, motoscafi, gommoni, yacht, rimorchiatori, "come a Dunkerque ma con più allegria", riassume con una delle sue immancabili battute il sindaco di Londra Boris Johnson, in barca pure lui, ricordando la fuga dalla cittadina francese all'inizio della seconda guerra mondiale, quando un esercito disfatto attraversò la Manica inseguito da nazisti, salvando la pelle e in fondo mettendo le premesse per riattraversarla tre anni dopo nel D-day, perché quest'isola è piccola ma orgogliosa e non è così facile piegarla.

giovedì 22 dicembre 2011

Premier: sciopero metro, Arsenal rinvia partita

La metropolitana di Londra si ferma e l'Arsenal rinvia la partita di campionato con il Wolverhampton. I Gunners hanno dovuto spostare al 27 dicembre la sfida inizialmente programmata per il 26. La squadra di Wenger dovrà rinunciare alla partita del 'boxing day', tradizionale appuntamento con la Premier League nel giorno di Santo Stefano, a causa dello sciopero annunciato dagli operatori della metropolitana di Londra.
Lo stop non è ancora certo, perché il sindaco Boris Johnson ha impugnato la decisione della sigla sindacale Aslef, che conta oltre 2mila membri, davanti all'Alta Corte. L'Arsenal però ha dovuto anticipare i tempi dell'annuncio per gli aspetti organizzativi legati alla sicurezza.

mercoledì 10 agosto 2011

Londra brucia, la scala mobile della povertà

di Richard Newbury (tratto da www.lastampa.it)
La Londra che brucia in questi giorni ha alcune caratteristiche che agli italiani sembrano «straniere». La prima è il diritto di primogenitura, che da mille anni prevede che il primo maschio erediti praticamente l’intero patrimonio, mentre ai fratelli e alle sorelle spettano soltanto piccole proprietà. Questo ha portato non solo alla mobilità sociale ma anche, già nel Medio Evo, a un vivacissimo mercato immobiliare. La seconda caratteristica dei londinesi è che, quanto più ricchi diventano, tanto più si allontanano dal centro, prima verso i sobborghi, poi in campagna, dove sostituiscono il giardino suburbano con una tenuta, come fece Shakespeare con la casa di Stratford e il nuovo stemma di gentiluomo. In generale West London - dove l’acqua e l’aria sono più pure - è più sofisticata di East London. Quando in passato i giovani alla moda colonizzarono quelle aree povere dove era sconveniente mettere piede, come Dalston e Hackney a Nord e Stackwell e Peckham a Sud della city, all’improvviso lì spuntarono gallerie d’arte, ristoranti e annessi intellettuali. Ora quelle spaziose case vittoriane, un tempo suddivise in più appartamenti, sono diventate eleganti case unifamiliari ad appena un miglio dalla city. Il conseguente rialzo dei prezzi, come sempre, scaccia gli attuali occupanti multiculturali, che solo una generazione fa avevano sostituito la classe operaia bianca e la piccola borghesia. Anche gli immigrati hanno sempre seguito la scala immobiliare. Un miglio a Sud di Hackney c’è Brick Lane Market con i suoi laboratori tessili. Dopo l’espulsione degli ugonotti dalla Francia ordinata da Luigi XIV nel 1685, trecentomila di loro arrivarono in Inghilterra, dove impiantarono seterie e costruirono la cappella ugonotta di Brick Lane. Tra il 1880 e il 1914 la massiccia immigrazione di ebrei in fuga dai pogrom in Polonia e in Russia soppiantò gli ugonotti, proseguendo l’industria tessile, mentre la cappella diventava una sinagoga. La prima generazione di ebrei nata a Londra si spostò a Hackney, come i genitori di Harold Pinter. Il risultato della loro ascesa sociale è non solo Marks and Spencer, Sainsbury’s, Dixon, Tesco e Amstrad, tutte catene cominciate con una bancarella al mercato di Brick Lane, ma anche l’approdo dei nipoti ai vertici dei media e della legge, con casa a Hampstead e Golders Green. Quarant’anni fa gli immigrati dal Bangladesh presero il posto degli ebrei e la sinagoga divenne una moschea; più di recente, lì è arrivata una comunità musulmana kosovara. Questa è la scala mobile dell’immigrazione, nella quale gli ugonotti, gli ebrei e i musulmani sono stati più lesti degli irlandesi e degli afro-caraibici.
Questa è la storia dell’East End. E il West End? A partire dal 1968 io ho vissuto in quattro zone di Londra dove oggi non potrei permettermi di affittare neppure un garage - mentre allora potevo viverci col mio stipendio di insegnante. Il mio primo appartamento fu a Soho, quand’era il cuore della vita bohémienne e sui tetti si vedevano file continue di gente nuda a prendere il sole. Poi ho abitato nel quartiere di Hampstead con vista sui boschi di Hampstead Heath. Quindi ci fu un appartamento su King’s Road, a Chelsea, sotto il quale la regina e Lord Patrick Plunket erano soliti cenare in incognito dopo essere stati al cinema dall’altra parte della strada. L’alloggio successivo fu a Notting Hill, un quartiere che, quand’ero adolescente, era considerato il più pericoloso di Londra, dove regnavano lo strozzino Rachman e i trafficanti di droga caraibici. Le case che si vedono in «Notting Hill», il film con Hugh Grant, costano ora decine di milioni, mentre allora passavano, strada dopo strada, dalla condizione di topaie piccole e sovraffollate - come si vede nel film di culto «Shakespeare a colazione» - ad appartamenti-gioiello. Neppure David Cameron può permettersi di comprare casa a Notting Hill; infatti vive nella un tempo disdegnata Ladbroke Grove, sul lato sbagliato dei binari della metropolitana. L’unica ombra ancora proiettata dalla vecchia Notting Hill è il Carnevale di Portobello Road. I miei figli e i loro nipoti che adesso vivono a Hackney stanno semplicemente seguendo la tradizione familiare e le orme di tutti i londinesi che hanno sempre cercato in territori nuovi un habitat a portata delle loro risorse. Per vincere questa corsa, occorre però essere il pioniere che compra casa prima che una copia del Guardian e del Financial Times appaia nella rastrelliera del blindatissimo giornalaio e una Volvo venga parcheggiata nella strada ancora lercia.

venerdì 29 aprile 2011

Nozze made in UK

La parata che porta a Buckingham Palace Riusciranno Kate e William a riportare il sorriso in un Paese tormentato dalla crisi economica e da profonde divisioni sociali? Intanto la Gran Bretagna si prepara a chiudere gli occhi per sognare una favola collettiva negli street parties di domani. Almeno 500mila fans per strada o davanti al mai schermo di Hyde Park a Londra, centinaia di migliaia nelle piazze delle altre città britanniche tranne Belfast, dove ancora troppo freschi sono i segni dei conflitti settari fra repubblicani e monarchici per vivere rilassati il trionfo dei Windsor. È una Inghilterra diversa da quella di Blair e Lady D. Una Inghilterra fiaccata da una enorme crisi finanziaria, logorata dai tagli imposti dal governo conservatore ai servizi e ai posti di lavoro. Il governo Cameron aumenta il divario fra privilegiati e nati senza camicia. Un esempio su tutti: l’impennata delle tasse unversitarie. Saranno gli studenti a tirare uova marce contro la carrozza degli sposi o la security avrà ben altre preoccupazioni col terrorismo di matrice islamica? Ma famiglia reale non si turba ed è capace di sorprendere, come quando il principe Carlo finanziò i minatori in sciopero contro il governo Thatcher. E adesso la monarchia più influente nel mondo rilancia la sua immagine con una operazione che potrebbe perfino superare quella di Diana. La favola di Kate accende la speranza in un paese dove la mobiità sociale è sempre più difficile. Kate Middleton non ha sangue blu. Minatori da parte di madre, piccola borghesia da parte paterna. Ma Mr Middleton aveva grosse ambizioni sulla figlia al punto da creare un fondo di investimenti per finanziare il curriculum scolastico della piccola Kate. Lei, proiettata nei circoli dorati delle scuole giuste, incontra e fa innamorare il principe del Galles, figlio della mitica Lady D. Miss Middleton, modella e poi buyer di moda non perde d’occhio la sua vera carriera e studia da futura regina. Oggi a 29 anni sembra già gestire l’invadenza dei media con maggiore compostezza della meno matura People Princesse. William viene descritto dai compagni di scuola e dai commilitoni come un principe senza spocchia. Uno che non direbbe come Draco Malfoy in Harry Potter: “Occhio, mio padre lo verrà a sapere...” Il William iconicamente orfano di Lady D si è trasformato presto nel William party animal ma anche soldato e pilota, volontario in mille cause sociali. A Kate e William è affidato molto più che una favola a lieto fine: in gioco è il destino del marchio UK nel mondo Gianluca Zucchelli (Da L’Unita’ del 28 aprile 2011) da http://radiolondra.blog.unita.it

domenica 28 giugno 2009

BOOK. "Le reti di Wembley" di Roberto Gotta (Libri di Sport), 2003

Viaggio nostalgico nella Londra del calcio.
Una passeggiata per gli stadi di Londra, alla ricerca di aneddoti, ricordi, piccole storie, sensazioni, il tutto in rigorosa disordine, come se si fosse a tavola con amici appassionati di calcio inglese e sorgessero in continuazione curiosità e domande senza regola e senza criterio. Da Wembley e le sue reti accoglienti ad Underhill, dalle maglie del West Ham al Subbuteo, da Willie Young ad un passata che nel ricordo viene visto sempre migliore e più romantico di quanta non fosse, ma che ha il merita di essere, perlomeno, lontano dall'apparente caos e dalla mercitìcaziane di oggi. Un capitolo per ogni squadra ed ogni stadio di Londra, tra quelli della Premiership e della Football League, nomi dimenticati e prospettive inedite.

Prezzo € 13,00
Dati 2003, 138 p., brossura
Curatore Giordano C.
Editore Libri di Sport (collana Storie di sport)

Riproponiamo la recensione dell'oramai datato libro di Roberto Gotta sulle squadre di Londra, un vero e proprio must per tutti gli appassionati di calcio inglese.. guai a non averlo.

LE RETI DI WEMBLEY di Roberto GottaQuando all’inizio di Agosto mio fratello Filippo, conoscendo la mia “passionaccia” per l’editoria calcistica, mi ha fatto avere una copia fresca di stampa di ‘le reti di Wembley’, ho avuto un attimo d’incertezza. Il fatto è che sono un fondamentalista in materia ed ho sempre pensato che un buon libro sul calcio d’oltremanica lo debba scrivere un suddito di sua maestà la Regina così come sul calcio di casa nostra lo debba scrivere un paisà! Però, che diamine, la passione vera e la competenza straordinaria sul calcio inglese di Roberto Gotta mi erano note da tempo: basta leggere i suoi articoli su Calcio Gold o quelle chicche che ha regalato a tutti noi di ‘football please’ nei numeri precedenti. Mi sono così immerso nella lettura ed il feeling è stato immediato. Roberto ha iniziato ad emozionarsi per il Football (la maiuscola non è casuale!!) più o meno nello stesso periodo e nella stessa maniera in cui è successo a me: la caccia spasmodica ad ogni più piccolo frammento che riconducesse a quel calcio (dalla goduria nello sfogliare una copia di ‘Match’ o ‘Shoot’ ai tre minuti di cronaca sulla televisione svizzera-italiana, dalle pagine sul calcio internazionale del Guerin al mitico BBC world service..) è la stessa che ho provato io, solo che io non sarei stato così bravo nel metterla nero su bianco. Il viaggio attraverso ‘le reti di Wembley’ si apre spiegando proprio le ragioni del perché questo libro, del perché questo titolo. Successivamente, nei vari capitoli vengono passate in rassegna tutti i club professionistici della capitale e il mondo che li circonda visti con gli occhi di Roberto. Si parte dal Leyton Orient per arrivare al Watford...(i puntini, come nel testo originale, indicano che c’è dell’altro..): per ciascuno di essi, l’autore riesce a mixare in maniera tremendamente efficace quelle che sono state, e sono tuttora, le sue sensazioni nel vivere quei luoghi magici a cenni storici e di costume.
La descrizione dell’ambiente che circonda (o in molti casi, purtroppo, circondava) i vari stadi, dalle strade ai pub, dalla gente al senso di appartenenza che la gente ha per il proprio club, è fatta talmente bene che sembra di viverla in prima persona anche a chi ha solo sognato di poterci essere. Si capisce ben presto che l’intento principale di Roberto non sia stato solo quello di scrivere, o meglio riscrivere, ‘Football in London’ del più volte citato David Prole, ma un vero e proprio atto d’amore verso questa immensa metropoli e tutte le mille sfaccettature che la legano al Football. Un amore che, come ammette lo stesso autore, rimane malgrado gli stadi che vengono abbattuti, le domestic cups sponsorizzate e con i calci di rigore, la televisione che stravolge i calendari, i magnati russi e chi più ne ha più ne metta. Per concludere 140 pagine da leggere, gustare, lasciandosi trasportare nelle magiche atmosfere così minuziosamente descritte. Edito da ‘Libri di Sport’, con prefazione di Massimo Marianella, può essere facilmente acquistato consultando il sito Libri di Sport.
di Riccardo Rossi, da UKFP n° 4 - settembre 2004