mercoledì 7 dicembre 2011

Wenger: “André Santos fuori diverso tempo”

Intervenuto a fine gara dopo il ko contro l’Olympiakos, Arsène Wenger, allenatore dell’Arsenal, ha parlato così: “Abbiamo avuto le occasioni migliori ad inizio gara, ma loro sono stati più concreti. Credo che loro abbiano meritato la vittoria, ma non riusciranno comunque a passare il girone. Il Marsiglia ha fatto una super partita. Gli infortuni? Fabianski ha sentito un taglio profondo al ginocchio, mentre André Santos ha rimediato un brutto colpo ala caviglia e potrebbe stare fuori diverso tempo. Gibbs tornerà tra 2-3 settimane. Speriamo Santos non stia fuori troppo, ma per sabato, contro l’Everton, pare fuori, ed al suo posto giocherà Vermaelen. Mi dispiace aver perso, ma siamo entrati in campo meno motivati dell’Olympiakos. Chi incontrare negli ottavi? Le squadre che volevo evitare sono prime nei loro gironi. Vedremo al sorteggio”.

martedì 6 dicembre 2011

CL OLYMPIAKOS PIREO-ARSENAL= 3-1



Un immagine quella di Getty Images, che si commenta da sola, Vito Mannone che.. neanche lui sa cosa voleva fare, ed è 2-0!
L’Olympiacos FC supera meritatamente 3-1 l'Arsenal FC, vincitore del Gruppo F, ma non raggiunge gli ottavi di UEFA Champions League a causa del risultato di Dormtund. Avanti di due gol alla fine del primo tempo grazie a Rafik Djebbour e David Fuster, i padroni di casa subiscono il 2-1 con uno splendido tiro al volo di Yossi Benayoun, ma chiudono poi i conti al 90’ con François Modesto. Un’esultanza per la vittoria tuttavia destinata a spegnersi alle notizie provenienti dalla Germania: due reti dell’Olympique de Marseille nel finale permettono alla squadra francese di vincere 3-2 in casa del Borussia Dortmund, conquistare il secondo posto e “retrocedere” la squadra allenata da Ernesto Valverde ai 16esimi di finale di UEFA Europa League. Prima della partita, Arsène Wenger riceve dal presidente dell’Olympiacos una targa per le 200 panchine nella massima competizione continentale. Anche i suoi giocatori sembrano volergli fare subito un regalo: all'8', il rasoterra di Andrey Arshavin su cross di Marouane Chamakh viene parato da Balázs Megyeri. Dopo altre buone occasioni per Chamakh e Emmanuel Frimpong, è Djebbour a sbloccare il risultato al 16'. Il nazionale algerino è lesto a raccogliere una palla appena toccata da Sébastien Squillaci su passaggio di Fuster, aggirare il portiere dell’Arsenal Łukasz Fabiański e insaccare di sinistro da posizione angolata. Sospinto dal tifo di casa, l’Olympiacos ci prova con Kevin Mirallas che tira di poco a lato dopo una respinta non impeccabile di Fabiański. A seguito di uno scontro con Djebbour, il portiere è poi costretto a lasciare il campo, sostituito da Vito Mannone. Al primo intervento, Mannone subisce il 2-0. La sua respinta di testa trova Fuster pronto a disegnare una precisa parabola che si insacca nonostante il tentativo di recupero dell’estremo difensore. I padroni di casa partono bene anche nella ripresa: colpo di testa a lato di Olof Mellberg e esterno della rete colpito da Mirallas.Al primo rovesciamento di fronte, gli ospiti dimezzano le distanze. Miquel, subentrato all’infortunato André Santos, opera un cross su cui Chamakh funge da sponda per Benayoun, che lascia partire un tiro difficile quanto imprendibile: l’ultima sua rete in UEFA Champions League risaliva a quasi due anni fa quando militava nel Liverpool FC. L’Olympiacos era stato eliminato dai Gunners nella stagione 2004/05, ma stavolta i padroni di casa chiudono i conti con Modesto lesto a ribadire in rete un colpo di testa di Mellberg infrantosi sul palo. Ma il Marsiglia, sotto 2-1 in quel momento, ribalta in pochi minuti la situazione a suo favore, condannando la squadra greca al terzo posto del girone. da http://it.uefa.com/
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Gol: Rafik Djebbour (16), David Fuster (36), Yossi Benayoun (57), Francois Modesto (89)
Olympiakos B Megyeri, F Modesto, V Torosidis, O Mellberg, J Holebas (P Orbaiz, 37), I Marcano, G Maniatis, A Papadopoulos , D Fuster (D Abdoun, 64), R Djebbour (A Papazoglou, 89), K Mirallas
Arsenal L Fabianski (V Mannone, 25), S Squillaci, T Vermaelen, J Djourou, A Santos (I Miquel, 51), A Arshavin, Y Benayoun, E Frimpong , F Coquelin (T Rosicky, 67), A Oxlade-Chamberlain , M Chamakh
Referee: Alberto Undiano Mallenco
Attendance:
Table: 11 Arsenal, 10 Mairselle, 9 olympiakos, 4 Borussia Dortmund,

da Sport Story (London Calling)

“London Calling” e Max Troiani risponde

La Fondazione Gabriele Sandri continua nel suo percorso alla scoperta della letteratura calcistica con un occhio attento alla memoria storica di questo splendido mondo. Con questi presupposti l’incontro sfera di sabato 3 dicembre è stato dedicato alla presentazione del libro “London Calling” di Max Troiani e Luca Manes con la prefazione di Massimo Marianella, edito da Bradipo Libri. Il testo ripercorre la storia dell’Arsenal e di un secolo e mezzo di football all’ombra del Big Ben, tra derby, partite, vittorie e sconfitte. Uno degli autori, Max Troiani, spiega come è nata l’idea di affrontare questo argomento: “In Italia non c’era un libro che raccontasse la storia dei Gunners e qui si ripercorrono molti episodi, aneddoti e situazioni che si collegano anche con le altre squadre di Londra, che sono tantissime circa 9 solo nelle quattro divisioni”. In realtà, però, lo scrittore non è un semplice osservatore, ma un vero tifoso dei rossibianchi e questo colpo di fulmine ha origini lontane nel tempo: “Mi sono appassionato al calcio inglese dal 1980 leggendo riviste sportive come “Calcio Mondo”. In quell’anno, la Juventus venne sorteggiata con l’Arsenal, era la semifinale di Coppa delle Coppe e una di queste riviste aveva fatto un servizio favoloso con tutti i giocatori a colori, da lì mi sono innamorato. Mi piaceva vedere oltre come giocavano, palla avanti senza troppe tattiche, anche le tribune degli stadi dove c’erano movimenti che attraevano. Rimasi incantato a guardare quelle immagini, avevo 11 anni, oggi con internet ne siamo pieni. Negli anni ’80 dovevo aspettare il mercoledì per sapere i risultati del sabato. Era un’altra epoca e questa passione mi ha accompagnato per l’adolescenza e oltre. L’Arsenal, però mi ha lasciato qualcosa dentro che ho voluto raccontare”. La macchina del tempo, dal passato al futuro, è stata rappresentata dalla costruzione del nuovo stadio, un momento che i tifosi hanno vissuto come un passaggio obbligato per crescere: “All’inizio è stato un bel colpo, perché chi conosce il calcio conosce Highbury, rispecchiava l’Arsenal. Solo chi c’è stato, però sa che si vedeva la partita benissimo, ma si stava scomodi e quando si spende 50-60 sterline a partita è una cosa importante. Quindi hanno costruito l’Emirates Stadium, a 500 metri dal vecchio, con i soldi della cessione per la costruzione dei residence ad Highbury. La fermata metro è rimasta la stessa Arsenal, credo sia stato fatto proprio il massimo, ma io faccio sempre un pellegrinaggio davanti al vecchio stadio”. Una breve annotazione anche sul modo in cui il calcio inglese ha risposto al problema della violenza e sul marketing della società dalla membership per premiare la fedeltà dei tifosi alla solidarietà: “I costi si sono alzati e questo ha impedito alla working class di accedere agli impianti, ma gli stadi sono sempre pieni e a ragion veduta è stata una scelta premiante. Non è una bella cosa, perché si è persa la parte genuina. Con card si possono acquistare i biglietti e spesso a fine hanno i tifosi sono consigliati a donare una somma per fare beneficienza”. Il titolo non è un richiamo ad una canzone, ma una semplice sensazione dell’autore: “Ho scelto questo titolo per dare uno spaccato più personale, rispetto al libro e farlo capire ai lettori, perché io sento il richiamo della città di Londra ed è quello che sento ogni volta”. L’Arsenal vanta in Italia un numero importante di fan club e di appassionati del calcio inglese. Quello che emerge è che nel nostro Paese c’è ancora molto da fare per arrivare ai livelli di tolleranza, di valori morali  e calcistici che caratterizzano il football e in una sede come quella della Fondazione Sandri si sente ancora più forte il ritardo con cui il nostro mondo del pallone si propone.
di Fabiola Rieti, da http://sportstory.it/