lunedì 26 marzo 2018

In Germania sicuri: Arsenal, c’è la firma di Tuchel. E Wenger…

Thomas Tuchel e l’Arsenal, un matrimonio che in Germania danno già per fatto. Infatti, dopo aver rifiutato il Bayern Monaco, l’ormai ex tecnico del Borussia Dortmund avrebbe firmato il proprio contratto con i Gunners. A riportarlo con certezza è il portale tedesco Kicker: Tuchel sarebbe ormai pronto a prendere il posto di Arsene Wenger sulla panchina del club londinese. Wenger, tuttavia, è legato all’Arsenal fino al 2019 e durante le prossime settimane verrà fatta maggiore chiarezza. In casa Arsenal c’è aria di svolta. da http://www.alfredopedulla.com

sabato 24 marzo 2018

Wenger su Wilshere: “Sarà il capitano del club”

Arsene Wenger, allenatore francese dell’Arsenal, ha spento i rumors di mercato riguardanti Jack Wilshere, nelle ultime ore accostato anche alla Lazio. Il tecnico ha parlato a BeIn Sports elogiandolo pubblicamente, per il suo impegno e la tenacia nell’uscire da lunghi infortuni. Il giocatore dei gunners resterà ancora a lungo a Londra per Arsene, tanto che vorrà farlo diventare capitano del club.
Wilshere è in scadenza di contratto in estate e tante squadre tra cui Juventus, Lazio e Milan gli hanno messo gli occhi addosso. Ecco le parole di Wenger che prova con questo stratagemma a toglierlo dal mercato: “Ha l’attitudine di un leader sia tatticamente che nei confronti dei compagni. Adesso sono tanti anni che è nel club, ha esperienza e conoscenza dell’ambiente, confido di poterlo nominare presto nuovo capitano”. da www.calcio360.eu

giovedì 15 marzo 2018

EL ARSENAL-MILAN= 3-1




Al Milan non basta una bella prova d'orgoglio per proseguire l'avventura in Europa League. Costretti a risalire il pesante 0-2 dell'andata, i rossoneri hanno sognato per un attimo dopo il gol del momentaneo vantaggio realizzato al 35' da Calhanoglu ma si sono visti frenare dalla cinquina arbitrale che ha regalato all'Arsenal il rigore dell'1-1 che, di fatto, ha cambiato la storia della partita e ha chiuso definitivamente ogni speranza. Al di là del rammarico per l'episodio negativo, Gattuso può comunque ritenersi soddisfatto. Non voleva che i suoi giudicassero la trasferta di Londra una scampagnata e la squadra ha risposto presente, dimostrando di essere in crescita sotto il profilo della personalità e dell'autostima. Dopo aver visto la squadra in difficoltà a centrocampo all'andata, Gattuso ha deciso di cambiare, varando il 4-4-2. Ha messo una vera punta, Silva, accanto a Cutrone e ha chieso a Suso e Calhanoglu il sacrificio di arretrare il raggio d'azione. In mediana ha sacrificato Bonaventura preferendo Montolivo alla regia di Biglia. Wenger ha replicato con un altro accorgimento tattico: ha varato il 4-2-3-1, alzato Wilshere dietro a Welbeck con Mkhitaryan e Ozil più larghi. In più ha restituito la maglia da titolari in difesa sulle corsie a Bellerin e Monreal. Il Milan ha avuto subito, dopo appena 40", la palla per segnare ma l'ha sciupata proprio con Silva che ha calciato sull'esterno della rete da favorevole posizione un ottimo suggerimento dalla destra di Borini. L'Arsenal, malgrado l'infortunio occorso dopo appena 11′ a Koscielny, rimpiazzato da Chambers, non si è spaventato, ha iniziato a macinare gioco e ha costretto i rossoneri a tenere il baricentro basso. Precisi nella manovra, i gunners, però, hanno faticato a rendersi pericolosi chiamando in causa Donnarumma solo con un sinistro sul primo palo di Welbeck. Il Milan ha ripreso coraggio dopo la mezz'ora e al 35' è stato premiato: Rodriguez ha servito Calhanoglu che con uno strepitoso esterno destro a giro da 28 mt ha infilato il pallone nell'angolo alla sinistra di Ospina. Neppure il tempo di esultare che i rossoneri si sono visti frenare dalla terna arbitrale. Lo svedese Eriksson, indotto all'errore dall'assistente di porta, il signor Stefan Johannesson, ha decretato un rigore per l'Arsenal giudicando punibile un lievissimo tocco sul braccio di Rodriguez a Welbeck che è caduto a terra fulminato, tra l'altro anche a scoppio ritardato. Sul dischetto è andato lo stesso centravanti biancorosso che ha spiazzato Donnarumma. Il Milan si è innervosito. E a contribuire a peggiorare la situazione è stato anche un tocco di braccio ravvicinato di Chambers su un sinistro in girata in area di Silva. Stavolta l'arbitro ha visto bene ma i rossoneri si sono sentiti defraudati e hanno perso le misure in campo. Bene gli è andata che Mkhitaryan (2), Wilshere, Ramsey e Mustafi non ne abbiano approfittato, a cavallo tra i due tempi, per raddoppiare immediatamente. I passati pericoli hanno rinfrancato i rossoneri che hanno ripreso coraggio e solo per un soffio non sono stati premiati: Suso, con un sinistro dal limite, e poi Cutrone, con una mezza girata, hanno mancato di un nulla la porta biancorossa. Nel mezzo c'è stato un episodio simile al rigore concesso all'Arsenal (un lieve contatto tra Monreal e Silva) sul quale l'arbitro, a ragione, ha preferito sorvolare usando, però, un metro diverso rispetto a quello usato in precedenza. Gattuso ha tentato il tutto per tutto inserendo Kalinic al posto di Cutrone ma il croato lo ha tradito mancando l'ultima buona occasione per l'1-2: su un traversone di Borini ha girato debolmente di testa il pallone verso la rete consentendo a Ospina una facile parata. L'Arsenal ha tirato un sospiro di sollievo e, nel finale, si è andato a prendere la vittoria. Ad aiutarlo ha pensato Donnarumma che si è goffamente deviato nella propria porta un sinistro non irresistibile da 28 mt di Xhaka. Il Milan ha mancato il 2-2 con Silva e all'86' ha subito anche l'immeritato 3-1, realizzato di testa da Wilshere, lesto a riprendere una corta respinta di Donnarumma su un precedente colpo di testa di Ramsey. Il Milan così lascia l'Europa. Adesso dovrà pensare a riconquistarla immediatamente attraverso il campionato o la Coppa Italia. da http://www.repubblica.it
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Goals. 35'Calhanoglu, 39'Welbeck(p), 71'Xhaka, 86'Welbeck,
Arsenal: Ospina 6, Bellerin 6, Mustafi 6, Koscielny (Chambers 11, 6), Monreal 6, Ramsey 7, Xhaka 6, Ozil 6 (Kolasinac), Wilshere 7.5, Mkhitaryan 6(Elneny 6), Welbeck 6. Subs: Cech, Iwobi, Maitland-Niles, Nketiah. 
Manager: Arsene Wenger 6.
AC Milan: Donnarumma 5, Borini 6, Bonucci 6, Romagnoli 6, Rodriguez 6; Suso 6, Kessie 6 (Locatelli), Montolivo 6, Calhanoglu 6 (Bonaventura 6); Cutrone 5 (Kalinic 6), Silva 6. Subs: Storari, Biglia, Zapata, Musacchio. 
Manager: Rino Gattuso 6.
Bookings: Donnarumma, Borini, Romagnoli, Suso, Calhanoglu, Monreal,
Referee: Jonas Eriksson (Sweden) 5
Attendance: 58.873

mercoledì 14 marzo 2018

Wenger: "Siamo i favoriti? Non importa, voglio solo vincere"

Wenger è prudente. Nonostante il 2-0 ottenuto a San Siro, e proprio perché non si fida del Milan, il tecnico dell'Arsenal non prenderà certo sottogamba il ritorno casalingo di domani sera dell'ottavo di Europa League contro i rossoneri di Gattuso. Wenger alza l'asticella delle ambizioni e inquadra l'Europa League come obiettivo per salvare la stagione. Staccati dal vertice in Premier League - lontani 33 punti dal Manchester City, a -12 dal quarto posto - i Gunners devono puntare tutto sul cammino europeo. Ma nonostante la vittoria di San Siro, Arsene Wenger è il primo a sapere che il cammino è ancora lungo. "Siamo i favoriti? Non importa, devo mettere in campo una squadra per vincere. Dobbiamo fornire la prestazione che ci si aspetta da noi, dare sempre il meglio - le parole del tecnico alsaziano -. Questa competizione è molto difficile, ci sono ottime squadre: Milan, Borussia Dortmund, Atletico Madrid, tante buone squadre francesi". All'Emirates l'Arsenal potrà contare su tutti i titolari, ad eccezione di Alexandre Lacazette, ancora infortunato. In campo anche Jack Wilshere, monitorato proprio dal Milan e alle prese con una trattativa piuttosto complessa per il rinnovo del suo contratto, in scadenza a giugno: "Per me non è cambiato nulla. Non lo so cosa succederà, ma Jack sarà libero a fine stagione. Gli abbiamo fatto una proposta perché vorrei che rimanesse in futuro. Questo è quello che voglio e spero che lo farà". da http://www.gazzetta.it

domenica 11 marzo 2018

PL ARSENAL-WATFORD= 3-0



Dopo il successo in Europa League contro il Milan, l'Arsenal torna all'Emirates Stadium per sfidare il Watford in uno dei due posticipi domenicali della 30esima giornata di Premier League. Il campionato non sorride alla squadra di Wenger, con la vittoria che manca dal 3 febbraio, ossia dal successo interno per 5-1 contro l'Everton. Poi solo sconfitte con Tottenham, City e Brighton. Solo 45 i punti conquistati, che confinano i Gunners al sesto posto in classifica, lontano dalla zona Champions. Si tratta del peggior Arsenal a questo punto della stagione da quando in panchina c'è Wenger. Il Watford di Javi Gracia, invece, vive un buon momento di forma: 10 punti conquistati nelle ultime cinque giornate, con due successi consecutivi nelle ultime due. La squadra di patron Pozzo con 36 punti è lontana dalla zona retrocassione, e in caso di vittoria accorcerebbe, e di molto, proprio sull'Arsenal. In più nel 2017 il Watford ha sempre battuto l'Arsenal. Senza gli infortunati Lacazette e Monreal, Wenger si affida al tridenteoffensivo formato da Ozil, Mkhitaryan e Aubameyang. Tanti gli assenti anche per il Watford che però schiera l'ex Juve Pereyra, Kiko e Richarlison alle spalle di Deeney, unica punta. L'Arsenal, rinvigorito dalla partita con il Milan, entra in campo con uno spirito battagliero: dopo appena due minuti Ozil serve in profondità un splendido pallone per l'inserimento di Aubameyang, il cui tiro viene però respinto da Karnezis. All'8' il match si sblocca: punizione defilata calciata da Ozil verso l'aria piccola, Mustafi stacca più in alto di tutti e batte il portiere avversario. Si tratta del gol numero 1000 in casa dell'Arsenal nella sua storia. Al 12' la risposta del Watford con il tiro dalla distanza di Doucourè al quale si oppone a mano aperta Cech. Al 26' punizione da buona posizione per Richarlison, la sua conclusione è precisa ma debole e Cech riesce a deviare, sulla ribattuta arriva Pereyra che però tutto solo calcia malissimo. Sul capovolgimento di fronte Ozil entra in area e a tu per tu con Karnezis, ma vede la sua conclusione deviata in qualche modo con il piede di richiamo dal portiere greco. In pieno recupero Richarlison ha un grande opportunità ma Cech gli nega il gol. Nella ripresa i ritmi sono più blandi. Dopo un avvio lento la partita si infiamma nel giro di due minuti. Al 60' Mkhitaryan ruba un pallone a centrocampo e serve Aubameyang, che dribbla Karnezis e fa 2-0. Passa appena un minuto e Pereyra si procura il calcio di rigore che può riaprire la partita. Sul dischetto si presenta Deeney che però calcia poco angolato e Cech respinge. Si resta sul doppio vantaggio dei Gunners. Al 76' il grande secondo tempo di Mkhitaryan viene premiato dal gol del 3-0, complice però l'intervento difettoso di Karnezis. da http://www.sportmediaset.mediaset.it
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Goals: 8'Mustafi, 60'Aubameyang, 77'Mkhitaryan,
Arsenal: Cech 7, Maitland-Niles 6, Mustafi 7 (Chambers 73 6), Holding 6, Kolasinac 6, Elneny 7, Xhaka 6, Mkhitaryan 7 (Wilshere 78' 6), Ozil 6, Iwobi 6 (Welbeck 66' 6); Aubameyang 7. Not used: Ospina, Nelson, Nketiah, Willock.
Manager: Arsene Wenger 7
Watford: Karnezis 5, Janmaat 5 (Britos 80' 6) , Prdol 5, Mariappa 6, Holebas 6; Femenia 5 (Hughes 63 6), Doucoure 6, Capoue 5, Pereyra 6 (Okaka 67mins 6); Richarlison 5, Deeney 5. Not used: Sinclair, Gray, Carrillo, Bachmann.  Manager: Javi Gracia 5
Booked: Holebas,
Referee: Martin Atkinson 6
Attendance: 59.131
Table. 78.Manchester City, 65.Manchester United, 60.Liverpool, 58.Tottenham, 56.Chelsea, 48.Arsenal, 43.Burnley, 40.Leicester...

Arsenal, Mertesacker: "Non ce la faccio più. Vomito prima delle partite"

La differenza fra sogno e realtà. Fra vita pubblica e vita privata. Essere famosi, essere ricchi, essere calciatori, piacerebbe a molti. Per alcuni bambini è un vero e proprio sogno, per alcuni adulti (che non ce l'hanno fatta) un rimpianto. Nella vita del calciatore però non ci sono solo i titoli o le partite giocate a San Siro o al Bernabeu. Non ci si limita mai ai quei 90 minuti. Dietro c'è di più, dietro a volte c'è anche sofferenza. Perfino se si è affermati, perfino se si è campioni del mondo. Quella attuale sarà l'ultima stagione di Per Mertesacker, poi, a maggio si ritirerà. In carriera ha vinto molto (compreso il mondiale con la Germania nel 2014), ma spesso si è sentito schiacciato dalla pressione. "So che siamo privilegiati – ha detto a Spiegel –, ma si arriva al punto in cui si realizza che il tutto è solo un peso. Fisico e mentale". Mertesacker (104 presenze in nazionale, all'Arsenal dal 2011) racconta che prima di ogni fischio d'inizio ha attacchi di diarrea e conati di vomito: "Come se, parlando simbolicamente, tutto quel che viene dopo il fischio d'inizio facesse vomitare". Nel mondo del calcio c'è quindi anche chi la pressione non la sopporta bene. "I giocatori vengono valutati solo per le loro prestazioni. Non giochi più per divertiti: devi rendere, sempre, senza se e senza ma". Addirittura secondo Mertesacker ci sarebbe una correlazione fra stress e infortuni: "Spesso secondo me gli infortuni sono mentali. Ogni volta che arrivavo al limite mi facevo male. Diciamo che è un po' come se il corpo aiutasse l'anima". In questa stagione Mertesacker non sta trovando molto spazio (11 presenze fra tutte le competizioni), forse anche perché mentalmente ha già staccato la spina: "Sono arrivato al limite. Mi dicono tutti che essendo il mio ultimo anno devo dare il massimo, ma io non ce la faccio più. Preferisco stare in panchina, o, meglio ancora, in tribuna. Con la partita d'addio sarò finalmente libero".
La pressione più grande l'ha vissuta a 21 anni, quando, nel 2006, la sua Germania ospitava i mondiali. I tedeschi parlavano di "Sommermärchen" (cioè di "favola estiva"), per lui fu invece un periodo particolarmente difficile. Al punto che si sentì sollevato una volta persa la semifinale con l'Italia: “Ovviamente ero dispiaciuto per l'eliminazione, ma più che altro ero sollevato. Me lo ricordo ancora come fosse oggi. Pensavo solo: è tutto finito, è tutto finito. Finalmente è tutto finito". Sia chiaro: non tutti i calciatori vivono male con la pressione, ma quello di Mertesacker non è sicuramente un caso isolato. Non per tutti è realmente un sogno. Lothar Matthäus, però, si è detto sorpreso dalle dichiarazioni del connazionale: "Io mi deprimevo quando ero infortunato". La reazione alla pressione è quindi soggettiva. Mertesacker l'ha sofferta e dato che dalla prossima stagione sarà responsabile dell'accademia dell'Arsenal, ha intenzione di combattere il sistema. Vuole aiutare i ragazzi a vivere lo sport più serenamente: "Non devono puntare tutto sul calcio, non devono trascurare la scuola. Solo una piccola percentuale ce la fa". È la realtà, spesso ben diversa dal sogno. 
di Elmar Bergonzini, da http://www.gazzetta.it

giovedì 8 marzo 2018

EL MILAN-ARSENAL= 0-2




C’è un momento in cui ti appaiono chiari i tuoi limiti. Succede quando ti apri al mondo, esci dal cortile di casa, si alza la famosa asticella e scopri, un po’ stupito, che ancora non ci sei. Non a quel livello lì. Il Milan prende una lezione dall’Arsenal che definisce, persino in modo eccessivo, la sua dimensione. Una sconfitta severa, che servirà per la crescita, ma che, con un 2-0 in casa, inguaia pesantemente l’attuale percorso in Europa. All’Emirates tra una settimana servirà una maturazione accelerata e un’impresa vera, e i germi di speranza sono solo dentro una ripresa giocata con maggior piglio, quando l’Arsenal aveva però deciso di calare i ritmi. E pensare che quelli che si giocavano tutto erano gli inglesi, guidati dal vecchio condottiero Wenger che sembrava aver perso ogni mordente sui suoi. Invece no.
Ma i ragazzi sono così. Spavaldi se non gli lasci il tempo di pensare a dove sono, ai 72mila sugli spalti, all’Arsenal che ha fatto la storia del calcio, all’atmosfera che devi guardare i cartelloni con la scritta Europa League perché altrimenti sembrerebbe tanto una di quelle sere di Champions. Così i ragazzi terribili del Milan partono bene, con Bonaventura che non arriva di un niente su un calcio d’angolo deviato da Koscielny, ma più passano i minuti e più pensano. Male. Arriva, improvvisa, la timidezza, prende il sopravvento la fretta, che fa sbagliare anche quello che in genere si fa d’istinto (vedi Cutrone e l’improbabile tiro di punta), che fa risultare stranamente impacciati, che fa fare sempre la scelta sbagliata, che fa incespicare Calhanoglu e Bonaventura, due che si cercheranno sempre ma non si capiranno mai. La malizia, da ragazzi, poi, non c’è e Calhanoglu sta in piedi su un’uscita di Ospina che lo tocca, invece di cercare il rigore. Le gambe pesano di più, e chissà che la rincorsa non cominci a chiedere il conto o che gli allenamenti non siano stati eccessivi, o se invece è l’ansia a tagliare il fiato. D’altra parte l’Arsenal, con un 4-2-3-1 che ha sorpreso forse Gattuso, ha modo di pressare altissimo, con almeno quattro giocatori a bloccare sul nascere ogni ripartenza rossonera. Il Milan non riesce mai ad uscire palla al piede, si limita ad un giro palla improduttivo, né tantomeno a ripagare l’Arsenal con la stessa moneta, il pressing alto. Gli inglesi mettono in mostra tutta la loro abitudine a partite così e la loro qualità. Ozil, certo, che ha messo lo zampino nei due gol, ma tutti si imbucano con facilità, bucando la famosa compattezza rossonera. Mkhitarian, al 15’ lascia sul posto Calabria, calcia di potenza, beccando la sfortunata deviazione di Bonucci che batte Donnarumma. Il Milan è tramortito, sbanda (Welbeck manca di killer instinct), sembra risvegliarsi ma è poco lucido, mentre l’Arsenal può far ancora male: Mkhitarian prende la traversa, poi al 49’, Ramsey avvia un’azione con un colpo di tacco e la conclude (assist di Ozil) mettendo a sedere Donnarumma. Nella ripresa l’Arsenal, dopo aver sbagliato il terzo gol con Welbeck, pensa a gestire. Bonaventura mostra il primo tiro in porta, poi spreca la più ghiotta occasione, un rigore in movimento. Gattuso prova il piano B con le due punte, ma produce solo una bella palla di André Silva per Kalinic fermato da Ospina. I ragazzi ci riproveranno a Londra. Intanto sanno meglio chi sono e come crescere. da http://www.corriere.it
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Goals. 14'Mkhitaryan, 54'Ramsey,
AC Milan: G Donnarumma 6, Calabria 6 (Borini 79), Bonucci 6, Romagnoli 5, Rodriguez 6; Kessie 5, Biglia 5, Bonaventura 6, Suso 6, Cutrone 6 (Silva 69, 5), Calhanoglu 6 (Kalinic 62). Unused subs: A. Donnarumma, Zapata, Montolivo, Locatelli
Manager: Gennaro Gattuso 5
Arsenal: Ospina 6, Chambers 5 (Elneny 85), Mustafi 6, Koscielny 7, Kolasinac 6.5 (Maitland-Niles 62, 6); Ramsey 7, Xhaka 6, Wilshere 8, Mkhitaryan 7, Ozil 6 (Holding 80); Welbeck 5. Unused subs: Cech, Nelson, Iwobi, Nketiah.
Manager: Arsene Wenger 6
Bookings: Kolasinac, Ramsey,
Referee: Clement Turpin (FRA) - 6.5
Attendance: 72,821

lunedì 5 marzo 2018

Crisi Arsenal, l'allarme di Wenger: “Col Milan sarà durissima”

Quarto ko consecutivo per l'Arsenal di Wenger, che vive uno dei periodi più delicati prima della sfida europea contro il Milan: "Siamo provati".

L'ultima sconfitta sul campo del Brighton decreta la crisi di un Arsenal che sembra arrivato al capolinea sotto la guida di Wenger. L'allenatore francese resiste sulla panchina dei Gunners nonostante l'ormai celebre #Wengerout, slogan ripetutamente sbandierato da buona parte della tifoseria. A pochi giorni dalla trasferta di Europa League sul campo del Milan, la formazione londinese vive uno dei periodi più delicati della sua storia. Come riferito da 'La Gazzetta dello Sport', l'Arsenal non perdeva quattro gare di fila dal 2002, quando arrivarono le sconfitte contro Everton, Auxerre, Blackburn e Borussia Dortmund. Lo stesso Wenger non si tira indietro e mette in guardia i suoi in vista della sfida contro i rossoneri, che invece hanno ritrovato il giusto passo sotto la guida di Gattuso: "Sto vivendo il mio momento più difficile. Una situazione di crisi come questa non mi era mai capitata. Abbiamo perso sicurezza. Commettiamo errori inspiegabili. Contro il Milan sarà durissima. Dobbiamo cercare di recuperare energie. Siamo stanchi e provati. Dovremo difenderci bene e cercare di sfruttare le occasioni che riusciremo a creare". Milan-Arsenal resta comunque una sfida affascinante, una serata europea che i tifosi rossoneri aspettavano da troppo tempo. I Gunners arrivano a questo impegno nel momento peggiore e dovranno fare a meno anche dei due centravanti più importanti: Lacazette è alle prese con un brutto infortunio, mentre Aubameyang non può scendere in campo in coppa. da http://www.goal.com

domenica 4 marzo 2018

PL BRIGHTON-ARSENAL= 2-1


L'Arsenal perde la quarta partite nelle ultime cinque sprofondando in casa del piccolo Brighton & Hove Albion. Sotto di due gol (Dunk e il solito Murray), i Gunners riescono solo a dimezzare lo svantaggio con la zampata di Aubameyang. Non il modo migliore per preparare la sfida di Europa League con il Milan: Wenger sempre più sotto accusa, il suo Arsenal non dà segni di vita.
"Il talento da solo non basta", dice il monumento del calcio inglese Rio Ferdinand commentando la sconfitta dell'Arsenal, l'ottava nel 2018, stavolta contro il Brighton & Hove Albion. E come dargli torto: gli uomini di Wenger incappano nella quarta sconfitta nelle ultime cinque partite sprofondando a -13 dal Tottenham quarto della classe. Non basta il talento, soprattutto se non c'è traccia di consistenza difensiva: vedasi l'uscita a farfalle di Petr Cech in occasione del tap-in a porta vuota di Dunk oppure lo stacco in totale solitaria di bomber Murray per il 2-0 del Brighton, decima forza di Premier dopo aver raccolto il prestigioso scalpo e ormai virtualmente salvo. Non basta la zampata da opportunista del neo acquisto Pierre Emerick Aubameyang (la seconda in maglia Gunners) su innesco di Ozil, l'Arsenal non ha la forza e la fame per agguantare il pari al The Amex, a tutto vantaggio dei Seagulls di mister Chris Hugthon. Il Milan affronterà dunque un Arsenal ai minimi storici (con un Wenger sempre più contestato), ma dovrà stare attento ai trappoloni: già, perchè in ogni caso la qualità non fa difetto a questo gruppo e si sa mai che i Gunners asciughino le polveri al momento opportuno. da https://it.eurosport.com
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Goals. 7'Dunk, 26'Murray, 43'Aubemayang,
Brighton: Ryan 7, Schelotto 6 (Bruno 69, 6), Duffy 7, Dunk 7, Bong 6; Knockaert 7 (March 77), Stephens 7, Propper 6, Izquierdo 6, Gross 7 (Kayal 86), Murray 7.
Subs not used: Ulloa, Goldson, Locadia, Krul. Manager: Chris Hughton 7 
Arsenal: Cech 5, Chambers 5 (Bellerin 83) Koscielny 4, Mustafi 5, Kolasinac 4, Wilshere 6, Xhaka 5, Mkhitaryan 5 (Nketiah 83), Ozil 4, Iwobi 5 (Welbeck 74, 5); Aubameyang 5. Subs not used: Ospina, Holding, Maitland-Niles, Elneny. Manager: Arsene Wenger 5 
Booked: Kolasinac, Wilshere, Xhaka, Stephens, Schelotto, Murray
Referee: Stuart Atwell
Attendance: 30,620
Table. 78.Manchester City, 60.Liverpool, 59.Manchester United, 58.Tottenham, 53.Chelsea, 45.Arsenal, 40.Burnley, 37.Leicester...

sabato 3 marzo 2018

Arsenal, tracollo totale. La situazione ora è critica

La totale disfatta di questa stagione dell’Arsenal si può semplicemente descrivere andando a guardare gli spalti mezzi vuoti dell’Emirates Stadium. Ai momenti difficili Wenger e i suoi ragazzi sono stati abituati negli ultimi anni, ma il supporto dei tifosi si è sempre fatto sentire e nonostante in molti spingessero per un addio dell’allenatore francese, il pubblico di fede Gunnernon ha mai mancato di incitare e sostenere la squadra. Per la prima volta nella storia della gestione Wenger, i supporters hanno deciso di mollare la squadra. Questo 2018 rappresenta, probabilmente, l’anno del tracollo per l’Arsenal. Nell’arco di pochi giorni, doppia batosta inferta dal Manchester City, 3-0 in finale di Coppa di Lega, 3-0 anche stasera in una partita che poteva rappresentare un’importante occasione di rivincita per i londinesi. Ma in appena 20 minuti, i Citizens hanno a dir poco spazzato via i rivali con una prestazione ancora una volta nettamente superiore, e con i padroni di casa del tutto in balia dei ragazzi di Pep Guardiola. E’ la quarta sconfitta in 7 partite di Premier League dall’inizio del nuovo anno, tra cui anche il derby perso contro il Tottenham. A questo si deve aggiungere la già menzionata disfatta in Carabao Cup, la sconfitta in casa contro l’Ostersund in Europa League, il clamoroso tracollo in FA Cup contro il Nottingham Forrest. Complessivamente, tra tutte le competizioni, sono 7 sconfitte in 13 partite per l’Arsenal, numeri di una crisi la cui unica via di uscita, a questo punto, sembra davvero la separazione tra Wenger e il club. La squadra rimane in corsa solo per l’EL, in cui dovrà confrontarsi con un Milan che ora come ora sembra un ostacolo molto difficile e ostico da superare: se dovesse arrivar anche il fallimento europeo, non è da escludere che la dirigenza prenda anticipatamente provvedimenti e si cerchi un traghettatore per raggiungere quantomeno l’obiettivo Champions League, al momento distante 10 punti. Per l’anno prossimo, come noto da tempo, l’obiettivo numero uno è Carlo Ancelotti. da http://www.gazzamercato.it

giovedì 1 marzo 2018

PL ARSENAL-MANCHESTER CITY= 0-3



Doveva essere la rivincita della finale di Coppa di Lega, è stata la seconda lezione di calcio impartita in quattro giorni dal Manchester City di Guardiola all'Arsenal di Wenger. Tre reti a zero e Gunners che sparano a salve, totalmente impotenti di fronte alle folate del City. Gattuso e il Milan possono sperare nel colpaccio in Europa League: questo Arsenal ha grande qualità davanti ma se l'avversario riesce a portare palla oltre la metà campo può godere di vere e proprie praterie. Aguero e compagni infatti non forzano i ritmi, vanno al piccolo trotto ma appena accelerano sembrano inarrestabili. I ragazzi di Pep oltre all'attacco hanno anche la miglior difesa del campionato ma inizialmente la linea davanti a Ederson sbanda pericolosamente. Il primo brivido arriva su un'infilata di Mkhitaryan: Ramsey mette in mezzo e Kompany per rinviare rischia l'autogol. I Gunners sembrano più determinati ma al 14' ecco il lampo della banda Guardiola: Sané parte in slalom speciale, serve Bernardo Silva al vertice dell'area e il portoghese batte Cech con un gran sinistro a giro. L'Arsenal non demorde e cerca con insistenza l'imbucata alle spalle della difesa dei Citizens: proprio su una di queste Bellerin al 22' libera Ramsey in mezzo all'area ma Ederson è magnetico. E al 27' il secondo fulmine: Sané mette in mezzo, triangolazione da playstation Aguero-David Silva e Cech nuovamente battuto. La partita finisce al 32'. Questa volta è Sané a usufruire della progressione dei compagni: Aguero salta il primo pressing, serve Walker sulla destra, che e manda in porta il tedesco. Solo un buon intervento di Cech evita il poker di Aguero, ancora una volta liberissimo in area di rigore. Assieme ai fiocchi di neve piovono fischi sull'Arsenal all'intervallo. Nel secondo tempo i Gunners provano a rientrare in partita: al 51' però Ederson para il rigore ad Aubameyang, spegnendo i sogni di rimonta dei padroni di casa. Il City decide di fare del secondo tempo una sorta di allenamento agonistico, lasciando la palla all'Arsenal. Le idee tra Ozil e compagni latitano e l'unico squillo vero è quello di Aguero, alla caccia del gol numero 200 con i Citizens, ma Cech è attento sul suo diagonale al 78'. E così, tra i fischi e le tribune quasi vuote dell'Emirates arriva la settima sconfitta su tredici partite nel 2018 per l'Arsenal mentre Pep Guardiola si porta a -5 vittorie dall'ipoteca della Premier League. da http://www.gazzetta.it
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Goals. 15'Bernaldo Silva, 28'Silva, 33'Sane,
Arsenal: Cech 4, Bellerin 4, Koscielny 4, Mustafi 4, Kolasinac 4, Xhaka 4, Ramsey 5, Mkhitaryan 4, Ozil 3, Aubameyang 4, Welbeck 4Subs not used: Ospina, Holding, Chambers, Maitland-Niles, Elneny, Iwobi, Nketiah.
Manager: Arsene Wenger  3
Manchester City: Ederson 7, Walker 7 (Zinchenko 73), Danilo 7, Kompany 7, Otamendi 7, Bernaldo Silva 7, Gundogan 7, D Silva 7 (Jesus 87), De Bruyne 7, Sane 7, Aguero 7 (Toure 82). Subs not used: Bravo, Stones, Laporte, Foden. Manager: Pep Guardiola 7
Bookings: Otamendi, Kolasinac,
Referee:  Andre Marriner.
Attendance: 58,420.