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lunedì 23 aprile 2018

dal sito, Corrieredellosport.it (MyArsenal)


Sarà l’effetto “Febbre a 90”, oppure il fatto che la squadra di Londra Nord abbia dominato la Premier League in coincidenza con le prime partite di calcio internazionale finalmente visibili anche da noi, però è un fatto che l’Arsenal raccolga in Italia un gran numero di seguaci appassionati. Ne immaginiamo la fibrillazione di questi giorni, che coincidono con l’addio dopo 22 anni di Arsene Wenger, l’uomo capace - al netto dei deludenti risultati più recenti - di aver saputo trasformare il vecchio “boring Arsenal”, quella squadra noiosa che vinceva troppe volte per 1-0, in una compagine moderna e talvolta invincibile, come lo fu davvero in quella splendida stagione (2003/2004) chiusa senza sconfitte. E quindi arriva a proposito un libro come quello scritto con grande passione e amore per i numeri da Max Troiani. Già autore di “London Calling”, questa volta l’autore ci ha regalato la storia dell’Arsenal vista attraverso i numeri. Il cammino anno per anno (dalla stagione 1893/94…), i risultati con i marcatori delle partite europee, i tabellini dei principali match di campionato, le finali di Coppe, le statistiche, con l’elenco dei presidenti, gli allenatori, gli stadi, i cannonieri di ogni stagione. Non mancano una sezione speciale dedicata alla squadra che restò imbattuta per 49 partite e le notizie più utili per vivere una giornata da tifoso dell’Arsenal, partita compresa. Da non perdere, anche per chi è semplicemente un appassionato di calcio internazionale. 
Del calcio ungherese, invece, troppe volte si parla solo a proposito dell’Aranycsapat, la squadra d’Oro che dominò il calcio del secondo Dopoguerra, senza però riuscire a centrare la vittoria nel Mondiale, con la famosa finale di Berna del 1954 contro la Germania Ovest sfumata da 2-0. Oltre Puskas e la grande Honved, oltre il centravanti alla Hidegkuti, c’è tanto da conoscere del calcio magiaro, e questo libro molto ben fatto viene a colmare questa lacuna. Un racconto che parte da Budapest - autentica culla del calcio ungherese - e dall’arrivo in città nel 1916 di un calciatore inglese, Jimmy Hogan, che viene messo sotto contratto dall’MTK e in pochi anni rivoluziona il calcio ungherese, con le sue idee tipiche dei maestri anglosassoni. E poi Bela Guttman, Alfred Schaffer (colui che nel 1942 allenò la Roma campione d’Italia per la prima volta), Gyorgy Sarosi, i trionfi dell’Honved (che nel 1930 vinse la Coppa delle Nazioni, una sorta di Coppa dei Campioni del tempo a cui parteciparono tutte le grandi squadre europee, tranne quegli spocchiosi degli inglesi) fino ad arrivare appunto alla grande Ungheria di Puskas e compagni. Da qui, con l’arrivo dei carri armati sovietici a Budapest a fare da sfondo, il lento declino. Nel Mondiale del 1966 l’ultima grande vittoria - 3-1 al Brasile, con protagonista la stella Albert, l’unico Pallone d’Oro magiaro - nel 1986 l’ultima partecipazione al torneo, e poi il tentativo di risalire posizioni in campo internazionale, dalla presenza sui nostri campi di Detari - che lasciò tracce di un cattivo carattere e poco altro - e la partecipazione alla fase finale dell’ultimo Europeo. A chiudere, una commossa passeggiata a Budapest sulle tracce - qualcuna viva, altre un po’ meno - del grande Puskas. 
MYARSENAL, numeri e date, tabellini e nomi dell’Arsenal Football Club; di Max Troiani, prefazioni di Roberto Gotta e Luca Manes; Bradipolibri, 205 pagine, 15 euro. 
NON SOLO PUSKAS, il calcio ungherese prima e dopo l’Aranycsapat; di Roberto Brambilla e Lorenzo Longhi, Urbone Publishing, 185 pagine, 14 euro. 

mercoledì 28 febbraio 2018

da http://inthebox.gazzetta.it (MyArsenal)


Già autore di “London Calling” e “Celtic forever” e anima del gruppo di tifosi italiani dell’Arsenal, Max Troiani torna in libreria con una vera perla per gli amanti dei Gunners: “My Arsenal” (ed. Bradipolibri, pp. 204, € 15). E’ un libro di statistiche, ma come ben spiega Roberto Gotta nella prefazione, “non c’è da spaventarsi, il numero può essere un tremendo supporto emotivo”. Il tabellino, la statistica, il dato “è una porta di accesso alla memoria”. E allora via, con la storia dell’Arsenal raccontata, a suon di numeri, dai lontanissimi esordi nella periferia sud di Londra, quando il club si chiamava Dial Square e i giocatori erano operai dell’Arsenale Reale, passando per i decenni dell’indimenticabile Highbury fino all’era Wenger e al trasloco all’Emirates. Trovate tutti i match più famosi: il 2-0 al Liverpool del 1989, celebrato da Nick Hornby, le tante finali di coppa, le imprese (e le delusioni) europee… Bello anche aprire il volume a caso e incappare in un Tottenham-Arsenal 0-6 del 1935 con doppietta di Drake o in 5-4 del Manchester United a Highbury nel 1958. Oppure scoprire che dietro Henry e Wright, nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi dei Gunners, c’è Cliff Bastin o che nella stragione 1934-’35 entrarono in 73mila a Highbury per la sfida con il Leeds. E via spiluccando statistiche e numeri, a volte sorprendenti e a volte risaputi, di un’epopea iniziata nel 1886.
di Paolo Avanti

http://inthebox.gazzetta.it/2018/02/28/my-arsenal-tutti-i-numeri-dei-gunners/

mercoledì 24 luglio 2013

London Calling, la storia della passione Arsenal

di Max Troiani*
La mia passione per l’Arsenal è iniziata nel 1980, quando avevo soli 11 anni. I Gunners dovevano incontrare la Juventus per una partita di coppa, le notizie sul calcio inglese a quei tempi erano rare, ma i servizi fotografici sulla presentazione della partita e i due match delGuerin Sportivo e Calciomondo erano bellissimi e sono rimasti scolpiti nella mia mente. La vittoria a Torino per 0-1 ha fatto il resto, ma non credo sia stata determinante.
Per tredici anni ho seguito i londinesi e il campionato inglese in maniera spasmodica. Giornali e trasmissioni come “Football, please” di Michele Plastino mi permettevano di sentirmi più vicino ai miei beniamini. Il sogno d’andare a vedere l’Arsenal nel suo catino, Highbury, cresceva sempre di più. Oltre alle immagini proiettate sullo schermo della tv, rimanevo affascinato dalle foto che di tanto in tanto ritraevano anche l’esterno dello stadio londinese. I pub pieni zeppi di gente e le strade intorno all’impianto il giorno della partita erano un mare di colori biancorossi. Il mio sogno era esser lì a sostenere i giocatori che indossavano la maglia dell’Arsenal. Liam Brady, Charlie Nicholas, Tony Adams, David O’Leary, Alan Smith e Ian Wright erano i miei preferiti.
Il mio sogno l’ho realizzato solo a 25 anni, nel 1994, trascorrendo venti giorni nella capitale inglese. Dieci li ho praticamente vissuti intorno ad Highbury. Due mesi prima l’Arsenal aveva vinto la Coppa delle Coppe contro il Parma e tutto il Nord di Londra era ancora imbandierato di vessilli.
La mattina prendevo il bus 19 per raggiungere Blackstock Road, o Arsenal Road, come amo chiamarla, dove facevo colazione all’Arsenal Cafè, un piccolo locale dove i Gunners erano affissi ovunque. In realtà non amavo particolarmente mangiare di primo mattino uova, bacon e fagioli (la tipica colazione inglese), ma all’Arsenal Cafè anche durante la settimana si ritrovavano i tifosi prima d’andare a lavoro e per me era una sorta di meta obbligatoria.
Ogni negozio di Blackstock Road ha qualche riferimento all’Arsenal, la zona è praticamente marchiata dal cannone biancorosso. Un altro covo dei supporter biancorossi è il pub The Gunners. Visitarlo la prima volta per me è stato come per un bambino andare alla fabbrica della Nutella. Dentro non troverete un piccolo spazio libero. Sulle pareti c’è di tutto: foto, programmi, maglie e altre memorabilia dei Gunners. E che dire del pescivendolo che ha chiamato il suo locale “Arsenal Fish Bar”? Sarà pure scontato, come nome, ma a me va benissimo così!
Adesso è molto più facile andare a Londra. Grazie ai voli low cost vado a vedere i Gunners tre, quattro volte a stagione. Un tempo una cosa del genere era impensabile. L’addio ad Highbury, anche se doloroso, era necessario. Oltre alla modesta capienza non poteva esser considerato di certo un modello di comodità. La scelta del nuovo stadio è stata quanto mai azzeccata. La stessa fermata della metro (Arsenal) e soli 500 metri di distanza tra il vecchio ed il nuovo stadio, sono stati fattori determinanti per la sua realizzazione. “This is not a revolution. It’s evolution”, come recitava lo slogan coniato per l’occasione.
Un sogno che ho ancora oggi, grazie a “Febbre a 90°” di Nick Hornby, è quello di festeggiare un titolo nei dintorni di Highbury. Nel 2006 ho assistito al match contro il Real Madrid terminato 0-0 che ci ha dato la qualificazione al turno successivo della Champions League. La mia ultima partita a Highbury è coincisa con delle manifestazioni di giubilo all’esterno di Highbury che un po’ mi hanno fatto rivivere l’atmosfera del 26 maggio del 1989, il giorno della vittoria del campionato con la rete di Michael Thomas all’ultimo minuto. Forse il goal più importante della gloriosa storia dell’Arsenal.

* tratto da “London Calling”, di Luca Manes e Max Troiani (Prefazione di Massimo Marianella), edito da Bradipolibri

mercoledì 23 gennaio 2013

dicono di noi.. (London Calling)

inserisci un post sul nostro libro..


Ho terminato il libro e l'ho trovato eccellente. Accurato come pochi nella ricostruzione storica della nascita dei vari club londinesi, felice nella scelta, fondamentale per un libro storico, di selezionare gli episodi chiave da ricordare, nello stesso tempo non scivola sulla classica buccia di banana della pedanteria fine a se stessa che troppo spesso affligge i libri di storia calcistica e si presenta invece, dalla prima all'ultima pagina, appassionante come un romanzo. Del resto, la storia gloriosa dell'Arsenal è un romanzo, un romanzo che suscita più di qualche nostalgia nei romantici del footie.
(Stefano "Mr.Wolf")

Alla fine sono riuscito a trovare il libro "London Calling" alla Hoepli on-line e mi è arrivato subito. In tre giorni l'ho letteralmente divorato in metropolitana nei miei lunghi viaggi da e verso l'ufficio. Un libro che ovviamente mi è piaciuto tantissimo e non te lo sto certo a dire per mera piaggeria.Pur non essendo esaustivo e dettagliato negli eventi riguardanti l'Arsenal, ma questo non credo fosse il tuo intento, l'ho trovato avvincente riuscendo a far rivivere in poche pagine più di un secolo di storia del calcio londinese.
Personalmente ho apprezzato molto soprattutto i primi anni di storia, sia quelli dell'Arsenal (meno conosciuti) che quelli delle altre squadre molto meno famose e di cui per alcune si è persa ormai ogni traccia.
Se per quanto riguarda l'Arsenal sono molto più ferrato, in particolare per quel che riguarda la storia più recente, devo ammettere che certi aneddoti raccontati nel libro mi hanno spinto ad approfondire realtà di squadre pressochè sconosciute, ma che hanno un fascino incredibile.
Insomma un ottimo lavoro. Well done, mate!
(Antonio Mancuso)

vorrei ringraziare te e Luca per il bellissimo libro che avete realizzato, un viaggio nostalgico in un football vero, passionale e che adesso non rivedo piu', parole che sono corse nei miei piu' antichi ricordi, parole che mi hanno fatto ritornare indietro alla mia gioventu', episodi mai dimenticati,un libro vero, che custodirò in maniera speciale, grazie.
(Gian Vola)

Ti invio questo messaggio che ho scritto nel forum italian gooner per renderti partecipe della mia gratitudine verso di te per aver scritto London Calling: (l'ho postato nella discussione su questo libro quindi è chiaro che non c'era bisogno che iniziassi con le presentazioni)
L'ho finito in un giorno solo una cosa max: GRAZIE.
Grazie davvero da parte di chi come me ama la cultura inglese,da chi come me ama l'Arsenal,da chi come me vuole approfondire le conoscenze sulla sua squadra del cuore,da chi come me vuole sapere di più sul calcio d'oltre manica,da chi come me vuole rivivere dei momenti fantastici(sapete se posso trovare su internet la partita contro il Liverpool del 1989 o-e l'ultima partita di Charlie Nicholas con la maglia dell'Arsenal)da chi come me ha avuto la possibilità di leggere questo piccolo capolavoro Davvero Grazie
(Eduardo Tony Accoroni)

Vi rinnovo i complimenti al libro London Calling pure qui (ho già scritto un breve commento nel topic su BFF).
Davvero bello, l'ho quasi finito e mi piace moltissimo per il taglio che gli avete dato e il modo in cui è scritto. Alcune dinamiche storiche già le conoscevo da quando avevo fatto le mie ricerche per la tesi su Highbury, però voi le avete riproposte incastrandole con altri avvenimenti paralleli di altri Club di Londra e ci sono molti particolari che non sapevo e aumentano il fascino della storia nel suo complesso. Poi mi piace davvero molto il taglio semplice e non enciclopedico che avete dato, scivola via alla grande ma nel mentre si imparano un sacco di cose. Bello, bravissimi, complimenti davvero 

(Antonio Cunazza)

sabato 22 dicembre 2012

dal sito, Quellichelapremierleague.com (London Calling)

Direttamente dall’autore Max Troiani riceviamo e pubblichiamo:
“Nel nostro libro, London Calling, oltre a narrare la storia dell’Arsenal , raccontiamo storie, incroci inverosimili, fatti mai pensabili per il nostro modo di concepire il calcio.  Per esempio, raccontiamo come il Presidente del Fulham sia poi diventato il presidente dell’Arsenal e come abbia trasferito la squadra dal sud al nord della città.  Un po’ come è successo pochi anni fa al Wimbledon che è stato spostato altrove ed ha cambiato nome. Spieghiamo il caso del Millwall che si trovava in una zona difficile dell’est londinese
e si è dovuto trasferire a sud.  Si parla anche dei vari tentativi di fusione tra Fulham e QPR o QPR e Bradford.  Insomma il nostro intento è quello di raccontare il calcio inglese anche attraverso storie non propriamente romantiche che inquadrano il calcio di una volta, meno orientato al business del calcio contemporaneo.”

Quellichelapremierleague.com ha citato il 22 dicembre London Calling, il bellissimo sito è gestito dalla giornalista Irma D'alessandro.

lunedì 30 aprile 2012

da Rudi, il blog (London Calling)


Fulham (la squadra più antica) e il suo Craven Cottage, Chelsea a Stamford Bridge,Tottenham a White Hart Lane, Brentford a Griffin Park, AFC Wimbledon a Kingsmeadow Stadium, Barnet FC a Underhill, Millwall a The New Den, Crystal Palace a Selhurst Park,Queens Park Rangers a Loftus Road, West Ham a Boleyn Ground (Upton Park), Charlton Athletic a The Valley, Dagenham & Redbridge al Dagenham Stadium, Leyton Orient a Brisbane Road, e last but not least l’Arsenal con il suo Highbury (1913-2006) a cui è seguito l’Emirates Stadium, finanziato dagli emiri di Dubai.
In tutto 14 società professionistiche: attualmente 5 in Premier League (Chelsea, Fulham, QPR, Arsenal e Tottenham), 3 in Championship, 3 in League One, 3 in League Two.
La Football Association nasce a Londra il 26 ottobre 1863. Ma per lunghi periodi, Londra è relegata in secondo piano dal dominio delle squadre dell’Inghilterra settentrionale; come Roma, Parigi e Berlino, la capitale del Regno Unito non ha mai festeggiato una squadra al vertice del calcio europeo.
L’Arsenal nasce nel 1886 a sud del Tamigi e trasloca a nord, trovando casa a Highbury nel 1913. La storia dei Gunners è cadenzata da personaggi (proprietari e manager) come Henry Norris, Gus Mears, Herbert Chapman, Bertie Mee, George Graham, Arsène Wenger.
Da calciatori come Alex James, Cliff Bastin, David Jack, Joe Mercer… fino a Tony Adams, Lee Dixon, David O’Leary (722 partite), Ian Wright, Dennis Bergkamp e Thierry Henry (226 gol).
Il primo grande Arsenal – con la maglia bianco-rossa – nasce alla fine degli anni Venti, dopo che nel 1926 venne modificata la regola del fuorigioco, che portò da tre a due il numero minimo di avversari tra l’attaccante e la linea di porta. È questa modifica a provocare un radicale cambio di tattica difensiva, dal Metodo al Sistema, e Chapman ne diventa l’artefice.
26 maggio 1989: è la data della partita più emozionante nell’ultracentenaria storia dell’Arsenal, quella su cui si sofferma anche Nick Hornby in Fever Pitch, ritenendola catartica. Si gioca l’ultima di campionato ad Anfield Road, per conquistare il titolo l’Arsenal deve vincere con due gol di scarto. I Gunners passano i vantaggio all’inizio del secondo tempo, sembra la classica vittoria di Pirro, ma proprio al novantesimo arriva il gol dello 0-2. È scudetto, dopo un’attesa lunga 18 anni.
L’alsaziano Arsène Wenger, primo manager straniero nella storia dell’Arsenal, trasforma il Boring Arsenal, il noioso, fisico, tradizionale gioco all’inglese in una spettacolare banda di giovani, in gran parte stranieri.
Da questa breve storia del calcio inglese, si ricava che quei campionati sono più democratici e meno predeterminati dei nostri: anche le grandi squadre conoscono l’onta della retrocessione e lunghi periodi di appannamento, e le vittoria si dividono fra un numero di squadre molto numeroso. Ma con l’avvento della Premier League, le posizioni di vertice si stabilizzano.
La Premier League comincia nel 1992. nelle 19 edizioni finora disputate, 12 vittorie del Manchester United (4 secondi e 3 terzi posti), 3 di Arsenal (5+ 3) e Chelsea (4 + 2), 1 del Blackburn Rovers; il Liverpool ha ottenuto 2 secondi e 5 terzi posti, il Newcastle 2 + 2.
da http://rudighedini.wordpress.com/ il 5 febbraio 2012

lunedì 16 gennaio 2012

mercoledì 11 gennaio 2012

Una recensione speciale.. (London Calling)

London Calling è un’appassionante, interessante e competente narrazione della storia di un glorioso e storico Club come l’Arsenal attraverso gli eventi che hanno portato alla nascita ed al successivo sviluppo di tutto il football inglese ed in particolare londinese.
Vengono ripercorsi in modo attento e scrupoloso i 125 anni di storia di questo Club attraverso molte curiosità ed aneddoti interessanti anche per chi, come il sottoscritto, conosce già la storia dell’Arsenal, delle sue vittorie e delle sue sconfitte, dei giocatori e dei manager che hanno reso questa squadra una delle più importanti e vincenti del football inglese.
Il libro, però, non è un semplice resoconto storico dei successi dell’Arsenal o di statistiche che si possono tranquillamente trovare in altri libri o nel web, ma una appassionata descrizione di partite, giocatori, manager e di particolari ed importanti momenti storici.
Come già detto non ci si limita a parlare dell’Arsenal, ma vengono sempre fatti riferimenti a fatti storici riguardanti tutto il calcio inglese che hanno poi ovviamente influenzato anche la storia dei Gunners; molto interessante soprattutto capire come è nato tutto il movimento calcistico alla fine dell’Ottocento in Inghilterra e le persone che hanno lanciato le primissime basi e regole di quello che sarebbe poi diventato uno degli sport più amati, più belli ed appassionanti.
Viene anche ricostruita in modo competente ed attento la storia della nascita di vari Club londinesi ed in modo ancor più scrupoloso la nascita dei Gunners con una meticolosa spiegazioni delle varie evoluzioni riguardanti il nome della squadra e del trasferimento dalla zona sud a quella nord di Londra che hanno portato il Club ad essere oggi una squadra gloriosa e piena di fascino.
Sono convinto che per poter amare e tifare veramente una squadra di calcio bisogna prima conoscerne in modo dettagliato e non superficiale la storia, dalla nascita alle evoluzioni, dalle vittorie alle sconfitte, dai giocatori ai manager, e questo libro può essere certamente il mezzo migliore per farlo dato che in esso sono racchiusi tutti questi elementi, scritti, tra l’altro, in modo competente ed appassionato e, cosa da non sottovalutare, in italiano!
Nel libro sono presenti frequenti riferimenti storici riguardanti anche la situazione generale dell’Inghilterra e di Londra che ci aiutano a capire meglio come si è evoluto il calcio attraverso lo sviluppo economico del Paese, ma anche attraverso i problemi, le guerre ed i periodi di crisi. Attraverso il racconto degli eventi storici impareremo a conoscere in modo più approfondito molti personaggi importanti nella storia dell’Arsenal e del calcio inglese come manager leggendari e giocatori fantastici, ma anche partite mitiche, rivalità e curiosità che rendono il libro davvero pieno di sorprese ed interessante dalla prima fino all’ultima pagina.
Un libro destinato a piacere a tutti i tifosi dell’Arsenal, ma sicuramente anche a tutti gli appassionati ed agli amanti del football britannico, soprattutto per il fatto che l’autore, Max Troiani, è uno di noi, una persona che, come tutti i lettori, ha imparato ad amare questo fantastico calcio attraverso anni fatti di passione e di tifo che lo hanno portato a narrare una bellissima storia che alla fine parla di noi e del nostro grande amore per un football così diverso dal nostro; dietro alla stesura di questo libro ci deve essere stato anche un grande lavoro di ricerca, di studio e di lettura di tanti testi storici, un lavoro probabilmente faticoso, ma che, ne sono certo, Max ha eseguito con tanta professionalità, competenza, ma soprattutto passione. E’ proprio la passione che ci porta a fare delle cose che, senza di essa, sembrerebbero difficili e faticose, ma che invece poi diventano un divertimento piacevolissimo.
Un libro consigliatissimo a tutti gli appassionati di calcio, un libro che ogni Gooner deve conservare con cura e gelosia, un libro che, in modo semplice, ci aiuterà a conoscere meglio la nostra passione! Alla fine mi complimento con Max Troiani e Luca Manes per la splendida idea e per aver contribuito a farci fare un tuffo nel passato, un percorso lungo ed appassionante attraverso la storia del nostro amato football!!
di Sergio Tagliabue

mercoledì 21 dicembre 2011

da "In the box" (London Calling)

Il Blog sul calcio britannico della Gazzetta dello Sport "In the Box" curato da Paolo Avanti, Stefano Cantalupi e Pier Luigi Giganti ha pubblicato la seguente recensione. http://inthebox.gazzetta.it/2011/12/20/london-calling-tutto-sullarsenal/

lunedì 19 dicembre 2011

da Gazzetta.it (London Calling)

Il sito della Gazzetta dello Sport, venerdi 16 dicembre 2011 ha recensito insieme ad altri libri anche il nostro, nella pagina dedicata ai libri.
http://www.gazzetta.it/Libri/

martedì 6 dicembre 2011

da Sport Story (London Calling)

“London Calling” e Max Troiani risponde

La Fondazione Gabriele Sandri continua nel suo percorso alla scoperta della letteratura calcistica con un occhio attento alla memoria storica di questo splendido mondo. Con questi presupposti l’incontro sfera di sabato 3 dicembre è stato dedicato alla presentazione del libro “London Calling” di Max Troiani e Luca Manes con la prefazione di Massimo Marianella, edito da Bradipo Libri. Il testo ripercorre la storia dell’Arsenal e di un secolo e mezzo di football all’ombra del Big Ben, tra derby, partite, vittorie e sconfitte. Uno degli autori, Max Troiani, spiega come è nata l’idea di affrontare questo argomento: “In Italia non c’era un libro che raccontasse la storia dei Gunners e qui si ripercorrono molti episodi, aneddoti e situazioni che si collegano anche con le altre squadre di Londra, che sono tantissime circa 9 solo nelle quattro divisioni”. In realtà, però, lo scrittore non è un semplice osservatore, ma un vero tifoso dei rossibianchi e questo colpo di fulmine ha origini lontane nel tempo: “Mi sono appassionato al calcio inglese dal 1980 leggendo riviste sportive come “Calcio Mondo”. In quell’anno, la Juventus venne sorteggiata con l’Arsenal, era la semifinale di Coppa delle Coppe e una di queste riviste aveva fatto un servizio favoloso con tutti i giocatori a colori, da lì mi sono innamorato. Mi piaceva vedere oltre come giocavano, palla avanti senza troppe tattiche, anche le tribune degli stadi dove c’erano movimenti che attraevano. Rimasi incantato a guardare quelle immagini, avevo 11 anni, oggi con internet ne siamo pieni. Negli anni ’80 dovevo aspettare il mercoledì per sapere i risultati del sabato. Era un’altra epoca e questa passione mi ha accompagnato per l’adolescenza e oltre. L’Arsenal, però mi ha lasciato qualcosa dentro che ho voluto raccontare”. La macchina del tempo, dal passato al futuro, è stata rappresentata dalla costruzione del nuovo stadio, un momento che i tifosi hanno vissuto come un passaggio obbligato per crescere: “All’inizio è stato un bel colpo, perché chi conosce il calcio conosce Highbury, rispecchiava l’Arsenal. Solo chi c’è stato, però sa che si vedeva la partita benissimo, ma si stava scomodi e quando si spende 50-60 sterline a partita è una cosa importante. Quindi hanno costruito l’Emirates Stadium, a 500 metri dal vecchio, con i soldi della cessione per la costruzione dei residence ad Highbury. La fermata metro è rimasta la stessa Arsenal, credo sia stato fatto proprio il massimo, ma io faccio sempre un pellegrinaggio davanti al vecchio stadio”. Una breve annotazione anche sul modo in cui il calcio inglese ha risposto al problema della violenza e sul marketing della società dalla membership per premiare la fedeltà dei tifosi alla solidarietà: “I costi si sono alzati e questo ha impedito alla working class di accedere agli impianti, ma gli stadi sono sempre pieni e a ragion veduta è stata una scelta premiante. Non è una bella cosa, perché si è persa la parte genuina. Con card si possono acquistare i biglietti e spesso a fine hanno i tifosi sono consigliati a donare una somma per fare beneficienza”. Il titolo non è un richiamo ad una canzone, ma una semplice sensazione dell’autore: “Ho scelto questo titolo per dare uno spaccato più personale, rispetto al libro e farlo capire ai lettori, perché io sento il richiamo della città di Londra ed è quello che sento ogni volta”. L’Arsenal vanta in Italia un numero importante di fan club e di appassionati del calcio inglese. Quello che emerge è che nel nostro Paese c’è ancora molto da fare per arrivare ai livelli di tolleranza, di valori morali  e calcistici che caratterizzano il football e in una sede come quella della Fondazione Sandri si sente ancora più forte il ritardo con cui il nostro mondo del pallone si propone.
di Fabiola Rieti, da http://sportstory.it/

lunedì 5 dicembre 2011

Mostra "Made in England" a Roma (London Calling)

Sabato 3 dicembre 2011 alla Fondazione Gabriele Sandri, si è tenuta una mostra sul calcio inglese, "Made in England" a cura di Riccardo Morgigno e Francesco Del Vecchio, dove è stato presentato anche il libro London Calling, con l'intervento di Maurizio Martucci.
Un momento della presentazione
La Fondazione Sandri, si trova in Piazza della Libertà a Roma
Un grazie speciale alla Fondazione Gabriele Sandri. http://www.fondazionegabrielesandri.it/

Un sabato romano all’insegna del calcio Made in England. Il 4 dicembre, presso la Biblioteca dello Sport in piazza della libertà, continua il percorso di “Sfera” per avvicinarsi al prossimo Festival nazionale della cultura del calcio che la Fondazione Gabriele Sandrista organizzando per il prossimo anno, oltre al primo premio di letteratura calcistica intitolato a Gabriele Sandri. L’appuntamento ha visto protagonista il calcio d’Oltremanica con l’esposizione di una ricca collezione di maglie della nazionale e dei club inglesi, riviste e libri sul football britannico, il magazine “Fever Pitch” e gli oggetti più vari, come vecchi biglietti dello stadio, sciarpe e riproduzioni in miniatura dei calciatori. La giornata si è conclusa con la presentazione del libro “London Calling” da parte di uno degli autori, Max Troiani. Il co-autore, assente all’evento, è Luca Manes. Gli organizzatori della mostra, Riccardo Morgigno, ideatore del programma tv “Come una seconda pelle” e conduttore radiofonico su Teleradiostereo e Francesco Del Vecchio, responsabile del sito “passionemaglie.it”, hanno spiegato la particolarità del calcio in Inghilterra: “Uno degli aspetti emblematici del calcio inglese sono le maglie e le loro storie. Affondano le radici nella seconda metà del XIX secolo ed è viva più che mai la loro memoria grazie ai tanti appassionati che per ogni squadra hanno ricostruito l’evoluzione delle divise, creando un patrimonio straordinario per tutto il movimento calcistico d’Oltremanica. In questo filone si inserisce il libro ‘True Colors’ di John Devlin, che in particolare si sofferma sull’evoluzione dei football kits dal 1980 ad oggi”. Le maglie esposte sono tante e riempiono tutto lo spazio della biblioteca, dal Liverpool al Chelsea, dal Birmingham al Charlton, passando per Aston Villa, Arsenal, Newcastle, Hull City, Leeds, Nottingham Forest e due angoli dedicati a West Ham e Manchester United. Oltre ad un’ampia selezione di maglie home ed away della nazionale inglese degli ultimi 20 anni. Riccardo Morgigno, collezionista ed esperto di maglie ha una grande passione per il football anglosassone: “Dietro ognuna di queste maglie ci sono tanti ricordi. Alcune sono state acquistate, altre sono dei regali, poi ci sono oggettini vecchi di 20 anni. La maglia è la squadra. I colori rappresentano la sua identità, l’espressione di una comunità che si crea. Soprattutto nel calcio inglese la maglia e i colori distinguono la cultura del made in England, formano una memoria storica che nel nostro calcio non c’è”.
di Sara Sbaffi, da http://sportstory.it/2011/12/made-in-england/

martedì 29 novembre 2011

Mito inglese. Sabato cult con mostra, riviste e presentazione di libri sul football anglosassone (London Calling)

L’appuntamento Made in England di SFERA nella Biblioteca del Calcio si fa sempre più ghiotto.

Sarà un sabato speciale, unico, da veri romantici del calcio.

Mostra di maglie storiche sulla nazionale e i club inglesi, riviste e libri ‘italiani’ sul football britannico, il magazine Fever Pitch, l’incontro con gli autori del nuovo saggio London Calling (Bradipo Libri), del programma tv Come una seconda pelle e del sito Passione Maglie.

Una miscela avvincente, affascinante, nel segno del mito del football in terra d’Albione. I curatori della mostra, Riccardo Morgigno Francesco Del Vecchio, ci scrivono in anteprima cosa accadrà Sabato 3 Dicembre (ore 11-18) nella Biblioteca del Calcio di Roma, a Piazza della Libertà.

Per i fans dell’Arsenal anche un motivo in più per esserci sabato. Presenteremo il libro sulla squadra più amata all’ombra del Big Ben dal titolo “London Calling” scritto a quattro mani da Max Troiani Luca Manes e prefato da Massimo Marianella, telecronista di Premier League per SKY SPORT.

lunedì 28 novembre 2011

da Goal.com (London Calling)

L’Arsenal è la squadra più vincente e amata della capitale inglese. Vanta fan club in tutto il mondo, Italia compresa. Per conoscere tutti i segreti dei Gunners, le storie dei miti del passato come Herbert Chapman, Charlie George e Charlie Nicholas, ma anche del presente come Arsene Wenger e Titì Henry, ecco London Calling, il nuovo libro di Luca Manes e Max Troiani, edito da Bradipo Libri.Dalla prefazione di Massimo Marianella:C’era uscendo dalla metropolitana a sinistra un pretenzioso cartello. Welcome to Highbury the Home of Football. Pretenzioso certo, ma per me era molto vero. Era tutto quello che avevo sempre sognato. Londra, il calcio inglese, l’Arsenal. Quello per me era il calcio. E non stavo neanche guardando nessuna partita. Il profumo della storia. Il fascino di un mondo allora lontano che oggi la televisione satellitare ha avvicinato. Già la storia.
Quella vera non tutti, anche nell’era delle parabole, la conoscono bene e allora l’occasione di farci dentro “quattro passi” gustandosi le pagine di questo libro è da non perdere. Gli inizi della Football Association, i club che hanno alzato l’FA Cup per i primi anni e che adesso si trovano solo sull’albo d’oro. Poi l’Arsenal. Dall’attraversamento di Londra, ai trionfi e le delusioni compresse nelle due gestioni più significative. Da Chapman a Wenger. Tra la rivalità aspra col Tottenham e i ritratti di chi ha saputo farsi amare con la maglia dei Gunners. Alex James, Ian Wright, Titì Henry e soprattutto quel Charlie Nicholas che se avesse anche vinto qualcosa in più della Coppa di Lega gli avrebbero fatto un busto anche a lui ad Highbury.

venerdì 25 novembre 2011

dal "Guerin Sportivo Blog" (London Calling)

Roberto Gotta dal sito del Guerin Sportivo e tra le colonne di Mister Football

E quando Londra chiama siamo tutti sull’attenti, anche se la capitale si sta un po’ involgarendo. London Calling nella sua accezione migliore dal punto di vista calcistico, partendo dall’Arsenal ed estendendosi al resto della metropoli, è però il titolo dell’ultimo libro dell’accoppiata Luca Manes-Max Troiani, già autori di Celtic Forever, e un filo che collega due grandi squadre (e due grandi città di calcio) identificabili per qualcosa di più che non il nome e la notorietà si nota immediatamente.
Sarebbe disonesto recensire un libro che non abbiamo (ancora) letto, ma vi potete fidare del giudizio di Mister Football, perché dietro a London Calling c’è la garanzia di studio, serietà e passione da parte degli autori. E su questo ribadiamo il concetto a costo di essere pedanti e scontrosi: troppo facile negli ultimi tempi gettarsi a denti scoperti sul calcio inglese, divenuto una sorta di passione collettiva (che raramente hanno basi solide), troppi che vi si dedicano per puro cinismo e calcolo commerciale, mentre va molto più seguito chi, come Luca e Max, l’attrazione verso quel calcio la prova da quando qui in Italia essere appassionati di calcio britannico voleva dire sentirsi mosche bianche, sportivi quasi bizzarri, persino sospetti. Erano i tempi in cui i media di una nazione in cui alle partite si sparavano razzi assassini e petardi da marina preferiva ironizzare sugli hooligans (orrendi, per carità) e qualsiasi accenno di simpatia verso quel tipo di calcio, che vinceva coppe europee senza stranieri se non altri britannici, zero argentini e zero brasiliani, veniva osservato con perplessità quando andava bene. È un calcio non perfetto e non del tutto pulito in alcuni aspetti (alcuni dei personaggi che vi circolano non ci piacciono per nulla), ma non ha ancora prodotto scandali come Calciopoli, ed è già qualcosa, anzi molto. Luca e Max, anche se più giovani dell’estensore di Mister Football, hanno compreso questa realtà prima che il calcio inglese fosse accessibile a tutti, e per questo motivo ogni loro opera è, ci ripetiamo, una garanzia.
Per completezza e correttezza, infine, ecco l’auto-descrizione del libro, alias sinossi, anche se Mister Football, che è un po’ ignorante, non sa cosa voglia dire, esattamente.
“Monarchia, ma anche mode e sottoculture giovanili. Democrazia parlamentare e pure gruppi musicali. E ancora finanza e musical. Londra è sinonimo di queste e di un’infinità di altre cose. Non poteva allora non essere sinonimo di football. Nella capitale inglese sono state codificate le regole poi adottate in giro per il globo, sono nate la prima federazione nazionale, la prima lega e la prima competizione a squadre. Nessuna città al mondo può vantare così tante squadre professionistiche, così tanti derby, così tanti stadi. L’Arsenal, la squadra più amata a Londra, vanta in Italia un nutrito numero di fan club. Inoltre, sono decine di migliaia gli italiani appassionati del calcio inglese”…
… anche se, e qui si reinserisce il parere di Mister Football sulle ultime parole della sinossi, una volta scremato chi lo segue per moda senza averne compreso il reale spirito il numero scenderebbe di parecchio. Ma non è un peccato.