lunedì 20 luglio 2009

Adebayor al Man City, è ufficiale!

La "Manchester City revolution" continua. Nella giornata di sabato, infatti, Emmanuel Adebayor è salito nelle Eastlands per effettuare le visite mediche con il club guidato da Mark Hughes. L'esito è stato positivo, e, ora, il centravanti è un nuovo giocatore dei Citizens. Arsene Wenger aveva già salutato il centravanti togolese nel pomeriggio. "Ci mancherà, ma io voglio concentrarmi sui calciatori che avrò ancora a disposizione. Gli auguro il meglio, sono sicuro che darà un contributo speciale al Manchester City". Il trasferimento dovrebbe andare in porto per una cifra di circa 30 milioni di euro. Ma Wenger è abbastanza evasivo sull'argomento. "Non so cosa ci sia di giusto o sbagliato nel mercato di quest'anno - ha aggiunto - Comunque non so chi farà l'affare tra noi e il Manchester City". Adebayor si aggiunge a Gareth Barry, Roque Santa Cruz e Carlos Tevez, gli altri ingaggi eccellenti dell'ultima estate degli Sky Blues. Una rivoluzione vera e propria che potrebbe spostare equilibri decennali in Premier League, intaccando il dominio delle Top Four (Manchester United, Chelsea, Arsenal e Liverpool). Anche se, dopo il togolese, da Londra non si muoverà John Terry. Il 25enne è stato accolto da circa 300 tifosi al City of Manchester Stadium. E l"emozione è già grande. "Questa è un'accoglienza incredibile, che mi fa sentire speciale. Non vedo l"ora di poter giocare per questi tifosi e far veder loro cosa sono in grado di fare ". Adebayor è incontenibile. Per ora, solo a parole. "Sono nato per giocare a calcio e questo è quello che voglio fare. Sono venuto qui per scrivere la storia del club". Il centravanti partirà subito per il Sud Africa, dove il Manchester City è in tournée. La prossima stagione vestirà la maglia numero 25. Come negli anni passati. Peccato che non sarà più quella dei Gunners. da http://it.eurosport.yahoo.com/19072009/

giovedì 16 luglio 2009

E il prossimo colpo del Manchester City sara'.. Adebayor! anzi no!

Manca l'ufficialità, ma Emmanuel Adebayor sarebbe ormai da considerarsi un nuovo giocatore del Manchester City. La fonte non è il solito tabloid, ma la ben più attendibile BBC, secondo la quale l'attaccante togolese avrebbe già sostenuto (e superato) questa mattina le visite mediche con i Citizens. All'Arsenal andrebbero circa 37 milioni di euro. Sul caso, è però prontamente intervenuto l'agente del giocatore, ovviamente per la smentita di rito: "Affare concluso? Non ne so nulla, non so nemmeno se c'è un'offerta ufficiale del Manchester City... Dovete chiederlo direttamente al manager dell'Arsenal", ha dichiarato Stephane Courbis. "Adebayor in questo momento si sta allenando con l'Arsenal, posso dire che nelle scorse ore non ho parlato con Arsene Wenger", ha concluso. Parole che in ogni caso non chiudono certo la porta a quello che sarebbe un nuovo, clamoroso colpo di mercato del City, che con un eventuale attacco Adebayor-Tevez-Robinho, per non dire di Sant Cruz e Bojinov, potrebbero davvero essere in grado di insidiare il primato ai cugini dello United.
di Alessandro Brunetti / Eurosport

martedì 14 luglio 2009

John Hartson ha un tumore al cervello.

John Hartson, 34 anni, ex nazionale gallese di calcio, ha un tumore al cervello. Lo ha annunciato in un comunicato l'ospedale londinese dove il giocatore è in cura. Hartson ha vestito per 51 volte la maglia della sua nazionale, a livello di club ha giocato in parecchie squadre tra cui Arsenal, West Ham e Celtic, dove ha giocato per cinque stagioni prima di ritirarsi a febbraio 2008. Hartson, dopo il ritiro diventato commentatore televisivo, sarà adesso sottoposto a sedute di radioterapia e chemioterapia. da http://sport.repubblica.it/Caro John, questa battaglia la devi proprio vincere.
Destinato a lottare, sempre e comunque: la vita di John Hartson è stata una lotta al coltello fin dall'inizio. Ha lottato per emergere tra i giovanissimi del suo quartiere, ha lottato con i pregiudizi degli inglesi, lui... gallese di successo nella terra dei ricchi; ha lottato e molto in campo contro difensori costretti a qualsiasi fisicità per avere ragione del suo 1.86 e dei suoi 84 chili. Anche ora, fuori dal campo Hartson è costretto a lottare. E non con il gran mal di testa che fastidioso e insistente lo corrodeva da qualche giorno: perché al primo controllo in ospedale lo hanno subito sottoposto a un ciclo di chemioterapia intensiva. Un tumore ai testicoli non individuato aveva già portato conseguenze al cervello. Hartson è già prima linea: "I know I can win this", ha scritto agli amici che gli facevano coraggio. E ce ne vuole tanto per vincere una battaglia così. Hartson ha vestito giovanissimo la maglia del mio Arsenal, e poi quella del mio Celtic. Ma non era solo per questo che lo adoravo: in campo era tutto quello che mi sarebbe piaciuto essere, fossi stato un giocatore di calcio. Incurante dei difensori, forte solo della sua testardaggine e del suo fisico impressionante. Un'esplosione di vitalità in un gioco estremamente elementare, fatto di forza, di sano agonismo. Di feroce determinazione. Rozzo, greve, sgrammaticato: e vincente. In Galles lo chiamavano "the miner", il minatore. Perché quelle mani grosse come badili sembravano rubate al lavoro di scavo: e neppure con i gomiti andava troppo per il sottile. Quando cominciò a giocare con il Luton, squadra operaia nella quale lottava come un veterano a dispetto dei suoi sedici anni, non passò molto tempo prima che l'Arsenal lo giudicasse l'uomo giusto per il suo calcio fisico, che richiedeva una boa a spigolare con i gomiti là davanti. Boring Arsenal, palla lunga: pedalare, e Hartson a sportellare come davanti al bancone del pub. "Fossi in te non lo farei" disse una volta a Sol Campbell che inaugurò il suo derby contro il Tottenham con una tacchettata dietro la caviglia. Si suonarono come tamburi, uscirono pesti e senza ammonizioni: e diventarono amici. "In campo combattevo il fuoco con il fuoco" dice di quelle sfide Hartson che in Sol, Rio Ferdinand e John Terry trovò avversari pronti a tutto per fermarlo. Ma animati anche da un grande senso di rispetto. "Non ho i piedi, non ho il talento - diceva - non ho la tecnica: ma in campo do tutto me stesso. Conosco solo questo modo per giocare a calcio. E se non lottassi così non sarei mai arrivato a giocare in Premier League". In realtà, lottatore nato, sapeva passare il pallone di prima, era un maestro del gioco di sponda, capace di vedere il gioco anche spalle alla porta, aprendo gli inserimenti dei compagni. E soprattutto colpiva di testa con una precisione impressionante, restando immobile, in una tecnica di sospensione che sembrava una levitazione più da giocatore di basket che da calciatore. Hartson in campo era così, un combattente, un lottatore nato consapevole che quello che non aveva in tecnica doveva mettercelo lui. Non si tirava indietro di fronte a nulla: quando nel Celtic un paio di ragazzini soffrivano il clima da corrida del derby con i Rangers, e si facevano da parte, arrivava lui. Volavano buffetti che lasciavano il segno, e zoccolate negli spogliatoi. Ma nessuno con lui in campo faceva la voce grossa. Memorabili un paio di episodi: non sopportava di essere preso in giro per il suo accento, e visto che anche in Inghilterra parlava in gallese stretto, lo prendevano in giro spesso. Fino al primo contrasto: "Bastava spalmarsi contro la sua schiena e trovare i suoi gomiti sulle costole per portargli un pochino più di rispetto" dice Fernando Ricksen, che scatenò con lui una rissa furibonda in un derby nel quale furono espulsi entrambi. Hartson, che rischiò il riformatorio da ragazzo per via di una eccesiva predilezione per le scommesse che lo aveva portato anche a commettere qualche furtarello, ha trovato nel calcio la sua riscossa: e da ragazzo di borgata di un quartiere popolare di Swansea è diventato giocatore simbolo. Diventò il teen-ager più pagato di sempre del calcio inglese, passando dal Luton all'Arsenal. Con quasi 4 milioni di sterline fu il giocatore più pagato dal West Ham segnando 33 gol in 73 partite. Nel 2001 passando al Celtic per 6 milioni di sterline, vince molto e diventa un idolo: 88 gol in cinque stagioni. Gli manca l'aggancio ai Mondiali: lui e Giggs, così diversi, ce la mettono tutta ma non riescono a far volare i draghi. Qualche trasferimento minore, sempre lottando e segnando: West Bromwich, Nottingham, Norwich; poi il ritorno a Swansea dove nel febbraio dell'anno scorso Hartson chiude l'armatura nell'armadio. Si trasforma in un divertente opinionista in una trasmissione in lingua gallese, Sgorio, in onda su una tv privata: amato sul campo, amatissimo sugli schermi dove diventa incredibilmente educato, gentile, affabile. Persino elegante. Ma sempre tagliente nei suoi giudizi. "I know I can win this" ci ha detto Hartson, il combattente. Io ci credo: e glielo auguro di tutto cuore. 
di Stefano Benzi, da http://it.eurosport.yahoo.com/stefano-benzi/

giovedì 9 luglio 2009

Van Persie ha rinnovato.

Ora è ufficiale: Robin Van Persie rinnova con l’Arsenal. Il club londinese annuncia il rinnovo del talentuoso attaccante olandese, tramite una nota ufficiale, in cui non sono svelati i dettagli dell’accordo. Van Persie esprime tutta la sua soddisfazione per l’accordo, che pone fine alle voci di mercato sul suo conto: “ Sono stato qui per cinque anni e ho sempre un grande feeling con l'Arsenal. Abbiamo un tecnico di primo livello, una squadra piena di grandi giocatori, uno stadio mondiale e grandi tifosi. L'Arsenal ha un grande futuro e io ne voglio far parte ". Nei giorni scorsi si era parlato di un interesse del Manchester United per il mancino olandese, che ribadisce: “ Il mio cuore è per l'Arsenal e non mi posso immaginare con un'altra maglia. Amo molto questo club ". Oltre alla soddisfazione del calciatore c’è anche quella del tecnico Arsene Wenger, che commenta: “ È una notizia fantastica ”. Ricordiamo che l’attaccante venticinquenne nella scorsa stagione è stato il miglior marcatore dei Gunners, con 20 gol in 44 incontri.

mercoledì 8 luglio 2009

BOOK. "Fuori gioco, La mia vita con l'alcol" di Tony Adams (Baldini & Castoldi), 2001

Autore: Tony Adams con Ian Ridley
Casa editrice: Baldini & Castoldi
Anno di pubblicazione: 2001

Uno sportivo con un terribile segreto: Tony Adams, vincitore di scudetti e coppe, giocatore coraggioso e professionista esemplare, è stato per più di dieci anni un alcolista. Non un buon bevitore, ma un uomo afflitto da una pericolosa dipendenza. Anzi, da due, forti e diverse. La prima, la sua passione assoluta per il gioco del calcio, lo ha portato a vincere sui campi più famosi del mondo e a diventare una figura pubblica di successo. La seconda, l'alcolismo, lo ha lentamente minato, allontanato dagli affetti e portato vicino al baratro. Questa bellissima autobiografia racconta di un uomo nudo di fronte alla verità, capace di raccontarsi senza pudori, estremo e dignitoso al tempo stesso. Un uomo che ha toccato il fondo (carcere compreso) ed è stato capace di chiedere aiuto e ricominciare da capo. Una lunga confessione con cui Adams ha guadagnato il rispetto di moltissimi lettori, anche di quelli che con il calcio hanno poca confidenza.

giovedì 2 luglio 2009

MEMORABILIA. Epoca n° 7 del 1950, "L'Arsenal vara campioni"

La copertina di Epoca del 1950.
Il Sommario
7 pagine, un articolo interessantissimo sull'Arsenal del 1950 su Epoca.

Aaron Ramsey ha prolungato il proprio rapporto con l'Arsenal.

Il 18.enne centrocampista gallese, giunto a Londra dal Cardiff City l'estate passata ha totalizzato 22 presenze con la maglia dei 'gunners' nella stagione 2008-09 e ha già vestito per 6 volte la maglia della propria nazionale.Contemporaneamente l'Arsenal ha lasciato libero il centrocampista portoghese Under 21 Amaury Bischoff appena un anno dopo il suo arrivo dal Werder Brema.