domenica 28 febbraio 2016

PL MANCHESTER UNITED-ARSENAL= 3-2


Un’altra doppietta, totale quattro gol tra giovedì e domenica, la vita cambiata nel giro di 72 ore: Marcus Rashford, diciottenne, è la nuova stella del Manchester United. Il ragazzo, entrato all’ultimo momento nel match di Europa League con il Midtjylland per sostituire l’infortunato Martial, è il grande protagonista del 3-2 dei Red Devils sull’Arsenal: oltre alle due reti, l’assist per il tris, firmato da Herrera con la gentile collaborazione di una deviazione di Koscielny. Rashford, figlio del vivaio dello United dove approdò all’età di sette anni, ha aperto le danze al 29’ con un tocco in mischia. Al 32’ ha mandato di nuovo al tappeto in Gunners con una zuccata implacabile. 

Da manuale il suggerimento per la botta di Herrera al 65’: quando all’80’ Van Gaal lo sostituisce con il redivivo Januzaj, l’omaggio dell’Old Trafford è quello riservato ai campioni. Un bel match, dove lo United, ridotto ai minimi termini per gli infortuni - Rooney potrebbe essere operato al ginocchio, compromettendo così la partecipazione agli europei -, è stato per una volta cinico ed essenziale. Il possesso palla – 61% Gunners, 39% Red Devils – è illuminante. L’Arsenal è riuscito due volte a rientrare in partita, prima al 40’ con la capocciata di Welbeck sulla punizione pennellata come sempre da Ozil e poi con lo stesso giocatore tedesco, spietato in una ribattuta al 69’. Ai Gunners è mancata però la spinta finale, con Walcott e Giroud fuori registro. L’Old Trafford è sempre di più una maledizione per l’Arsenal: l’ultimo successo risale al 2006, con una rete di Adebayor. Show di Van Gaal in panchina: per mimare con il quarto uomo un episodio avvenuto in campo, si è buttato per terra, sotto gli occhi stralunati di Wenger. da http://www.gazzetta.it/
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MANCHESTER UNITED: De Gea 6.5; Varela 6.5, Carrick 6.5, Blind 6, Rojo 5.5 (Fosu-Mensah 55mins, 6.5); Schneiderlin 6.5, Herrera 7 (Weir 90+5); Lingard 7, Mata 6.5, Depay 6, Rashford 9 (Januzaj 80)
Subs not used: Romero, Pereira, McNair, Riley 
Booked: Varela, Carrick, Herrera, Januzaj 
ARSENAL: Cech 6; Bellerin 6.5, Gabriel 5.5, Koscielny 6, Monreal 5.5; Ramsey 6, Coquelin 6.5 (Elneny 70, 6); Walcott 5, Ozil 6.5, Sanchez 5.5; Welbeck 7 (Iwobi 83, 6)
Subs not used: Ospina, Mertesacker, Gibbs, Campbell
Goal: Rashford 29, 32, Welbeck 40, Herrera 65, Ozil 69
Booked: Ramsey, Elneny, Ozil
Referee: Craig Pawson 7
Attendance: 75,329
Table. 56. Leicester, 54. Tottenham, 51. Arsenal, 47. Manchester City, 44. Manchester United, 43. West Ham, 40. Southampton, 39. Stoke..

sabato 27 febbraio 2016

L'Arsenal al capolinea

La doppietta dello straordinario Messi ha già chiuso il discorso-qualificazione. Con la sconfitta all’Emirates Stadium, finiscono i sogni di gloria europea dell’Arsenal di Wenger, ancora una volta estromesso dal top del calcio continentale. Intendiamoci, perdere contro questo Barcellona è tutt’altro che umiliante ed è, anzi, quasi inevitabile, ma le scarse soddisfazioni dei “Gunners” in Champions League sono un problema che si trascina ormai da troppo tempo. Lo stesso progetto-Wenger, partito ormai 20 anni fa, ha avuto proprio nelle ambizioni europee il suo perno fondamentale, al punto che anche il nuovo stadio è stato costruito pensando soprattutto alla ribalta europea. Eppure, ancora oggi l’Arsenal è l’unica delle squadre più ricche d’Europa a non avere mai vinto nemmeno una volta la coppa dalle grandi orecchie. Scopriamo i retroscena di questa strana vicenda, con questo brano tratto da “Il prezzo del successo”, capitolo 17 del libro “Cambiare il mondo con un pallone”, di Lorenzo Zacchetti

Nell’aprile del 2010, “Forbes” ha pubblicato l’annuale aggiornamento della sua celebre classifica dei club calcistici più ricchi del mondo. Al primo posto si è confermato ilManchester United, con un valore stimato in 1.835 milioni di dollari, seguito da Real Madrid (1.353), Arsenal (1.181), Barcellona (1.000) e Bayern Monaco (990). A ridosso della top five, si sono piazzate Liverpool (822) e Milan (800), ma entrambe hanno registrato una perdita del 19% rispetto al 2009.
Ha perso il 19% anche il Chelsea, classificatosi nono a quota 646 milioni, mentre gli unici club in controtendenza tra i primi dieci sono gli italiani: ovvero la Juventus (ottava a 656 milioni) e l’Inter (decima a 370), con aumenti rispettivamente pari al 9 e al 12%. Per quanto riguarda i bianconeri, il dato va letto in maniera incoraggiante perchè antecedente all’inaugurazione dello Juventus Stadium, il primo impianto di proprietà di una squadra della Serie A italiana. Tuttavia, l’elemento più sorprendente della classifica è il fatto che l’Arsenal, pur calando del 2% come il Manchester United e il Real Madrid, abbia saldamente mantenuto il terzo posto conquistato nel 2007. La sorpresa scaturisce da due fattori: il vertiginoso aumento del valore del club londinese a partire dal 1996, quando aveva un volume d’affari pari appena ad un decimo di quello attuale, ed il fatto che – nonostante ciò – lo stile gestionale sia improntato alla rigorosa austerità. In entrambi i casi, la spiegazione sta nella proprietà dello stadio e pertanto l’esperienza dei “Gunners” potrà fornire utilissimi elementi di giudizio sia alla Juventus che alle altre squadre italiane destinate ad intraprendere la stessa strada negli anni a venire. La sofferta decisione di abbandonare Highbury, autentico tempio del football britannico, è stata presa nel più ampio contesto del complicato processo di adattamento alle esigenze del calcio moderno guidato da Arsène Wenger, che oltre ad assumersi la responsabilità della guida tecnica ha fortemente influenzato tutte le scelte prese dalla società durante la sua gestione.
Dopo un timido corteggiamento da parte del Tottenham, che alla fine non si dimostrò troppo convinto delle sue qualità, Wenger venne assunto dall’Arsenal nell’estate del 1996 per rimpiazzare il deludente Bruce Rioch, rimasto in sella per una sola stagione. A sua volta, Rioch era stato chiamato al difficile compito di sostituire George Graham, travolto dallo scandalo scoppiato in seguito alla scoperta delle tangenti che aveva incassato dal procuratore Rune Hauge, in cambio dell’acquisto di giocatori non certo fenomenali quali John Jansen e Pal Lydersen. Di fronte alle loro interlocutorie prestazioni, alcuni giocatori dell’Arsenal affermarono di aver nutrito dei dubbi sulla buona fede di Graham, ma lo fecero solamente dopo il licenziamento del tecnico, al quale va comunque riconosciuto il merito di aver vinto due campionati, due Coppe di Lega, una Coppa delle Coppe, una F.A. Cup ed una Charity Shield.
Il primo titolo nazionale della sua gestione, quello vinto nella stagione 1988/89, rappresenta uno dei momenti più emozionanti nell’epopea dei “Gunners” ed è stato fonte di ispirazione per “Febbre a 90°” (Guanda, 1992), il famoso libro di Nick Hornby dal quale è stato tratto il film, altrettanto di successo, con Colin Firth nei panni del protagonista (…).
Nel 1995, travolto dallo scandalo delle mazzette e dalla conseguente squalifica infertagli dalla Football Association, il tecnico fu costretto a lasciare il posto a Rioch, il quale non riuscì ad andare oltre il quinto posto in campionato che permise all’Arsenal di qualificarsi per la Coppa Uefa. Non c’è dubbio sul fatto che il suo maggior contributo alle fortune del club fu l’acquisto di Dennis Bergkamp: dopo la deludente esperienza nell’Inter e dopo essere stato strappato al Tottenham (la squadra per la quale tifava da bambino), l’olandese avrebbe trascorso undici anni da sogno con i “Gunners”, affermandosi come uno dei più grandi calciatori nella storia del club. A godere dei suoi servigi, però, non sarebbe stato Rioch ma il suo successore Arsène Wenger, giunto a Londra nel settembre del 1996 dopo aver assolto i propri obblighi contrattuali con i Nagoya Grampus Eight, formazione con la quale aveva lavorato per un anno nel campionato giapponese. Primo tecnico non britannico nella lunga storia dell’Arsenal, Wenger planò in Inghilterra da illustre sconosciuto e fu accolto con uno scetticismo perfettamente rappresentato dal titolo pubblicato dall’“Evening Standard” per riferire del suo ingaggio: “Arsène chi?”. Più il francese si dimostrava sicuro di se’ e delle sue teorie sulla gestione dei calciatori (come ad esempio i rigidi limiti imposti al regime alimentare e il divieto di vedere film pornodurante i ritiri prepartita), più l’ambiente circostante si dimostrava ostile nei suoi confronti.
“Wenger non è altro che un novellino” – affermò con scarso fair-play Alex Ferguson – “e certe teorie dovrebbe risparmiarsele per il campionato giapponese”. Invece, per l’Arsenal era davvero giunto il momento di “andare avanti”, ovvero “Move on up”, come recita il titolo del brano di Curtis Mayfield che è stato spesso suonato al termine delle partite vinte per accompagnare l’esultanza dei tifosi. Ereditando una difesa composta da arcigni veterani che iniziavano a scricchiolare sul piano della tenuta fisica (Adams, Bould, Winterburn, Keown e Dixon), Wenger intuì che il sistema migliore per sfruttarne le caratteristiche era disporli in una linea di quattro elementi, mentre in precedenza l’Arsenal aveva sovente impiegato la difesa a tre. L’Arsenal venne quindi ridisegnato con un 4-4-2 chiaramente ispirato al Milan di Sacchi e, guardando ancora più indietro, all’Olanda del calcio totale.
Perno del centrocampo era Patrick Vieira, il primo acquisto dell’era-Wenger: il manager lo ingaggiò poco dopo la sua nomina da parte dell’Arsenal quando il mediano aveva solo vent’anni e, in seguito al fallimento della sua unica stagione con la maglia del Milan, venne pagato appena 3,5 milioni di sterline, una cifra decisamente irrisoria per quello che sarebbe diventato il capitano e il leader della squadra. L’estate seguente, il tecnico di Strasburgo rinforzò ulteriormente la squadra con gli innesti di Emmanuel Petit, Marc Overmars e Nicolas Anelka, quest’ultimo acquistato alla tenera età di diciassette anni, versando soltanto 500.000 sterline nelle casse del Paris Saint Germain. La scelta si rivelò particolarmente lungimirante due anni dopo, quando Anelka venne ceduto al Real Madrid per 22,3 milioni di sterline, con un’impressionante plusvalenza di 21,8 milioni!
Sul piano meramente sportivo, i tre acquisti dell’estate 1997 si rivelarono altrettanto azzeccati, visto che Wenger, nel suo secondo anno ad Highbury, realizzò il secondo “Double” nella storia del club con la conquista del campionato e della Coppa d’Inghilterra. La storica impresa permise all’Arsenal di tornare a disputare la massima competizione europea per club, che nel frattempo si era trasformata da Coppa dei Campioni in Champions League.
In seguito alla radicale riforma del 1992, il torneo era diventato una vera e propriafabbrica di soldi, in grado di decretare la fortuna di chi si fosse dimostrato in grado di arrivare fino in fondo – accumulando premi aggiuntivi – e la sventura di qualunque grande club che non fosse riuscito ad esservi ammesso. Il massiccio afflusso di denaro proveniva in massima parte dalle televisioni che si erano aggiudicate i diritti di trasmissione delle partite, aumentate nel numero grazie all’apposita revisione del format.
Le nuove caratteristiche della competizione comportavano però anche ulteriori oneri a carico delle squadre partecipanti, chiamate a compiacere gli sponsor mettendo a loro disposizione numerosi biglietti-omaggio, zone riservate all’hospitality ed ampi spazi ai bordi del campo per il posizionamento dei cartelloni pubblicitari. Costruito nel lontano 1913, Highbury presentava delle oggettive criticità, anche per l’esiguo numero di parcheggi circostanti lo stadio. Soprattutto in considerazione della sua limitata capienza, che secondo le norme Uefa non avrebbe superato le 35.000 unità, l’Arsenal prese la clamorosa decisione di disputare le partite casalinghe di Champions League nel vecchio Wembley, dove si sarebbero potuti accogliere senza difficoltà oltre il doppio degli spettatori. Il mastodontico impianto londinese non portò buona sorte ai ragazzi di Wenger, eliminati al primo turno dopo aver perso in casa contro il modesto Lens. La stessa espressione “in casa” sembrava poco indicata per lo stadio con le torri gemelle, decisamente più freddo di Highbury e soprattutto collocato in una zona troppo distante dalla sede naturale del club: nel vasto territorio di Londra, con tutte le squadre e gli stadi che ci sono, la cosa ha un certo peso. L’avventura europea non finì meglio nella stagione successiva, quando la corsa dell’Arsenal terminò nuovamente alla prima curva. I “Gunners” arrivarono soltanto terzi nel girone che promosse Barcellona e Fiorentina, ma la partita casalinga contro l’AIK Solna, fanalino di coda, convinse la società che i tempi erano maturi per intraprendere la svolta: i 74.000 spettatori accorsi a Wembley per la sfida con i modesti svedesi erano molti di più di quanti sarebbero mai potuti entrare ad Highbury, anche nel remoto caso che lo storico impianto fosse stato radicalmente ristrutturato.
David Dein, ai tempi potentissimo vicepresidente dell’Arsenal, attribuì la massiccia affluenza alla decisione di mettere in vendita ben 20.000 biglietti a sole dieci sterline ciascuno, politica ovviamente impraticabile ad Highbury. Per realizzare incassi anche lontanamente comparabili, la società avrebbe dovuto praticare prezzi di ingresso degni di una gioielleria, ma in questo modo avrebbe inevitabilmente scontentato una larga fetta dei propri tifosi. Costruire un impianto di dimensioni superiori divenne quindi un’impellente urgenza per un club intenzionato a competere con il Manchester United, sostenuto dai 60.000 dell’Old Trafford, ed il Chelsea, nel cui impianto di Stamford Bridge trovano confortevole accoglienza 42.500 tifosi. A fronte delle cocenti delusioni sul piano dei risultati, l’Arsenal trovò quindi particolarmente produttivo l’esperimento di Wembley, sia per i notevoli incassi ottenuti nell’immediato, sia per l’implicita conferma delle proprie mire espansionistiche. La dicotomia tra il bilancio sportivo e quello economico rappresenta, più in generale, un paradosso che il club deve necessariamente sciogliere, prima di definire i propri obiettivi per il futuro.
Solo un gruppo dirigenziale strenuamente convinto delle proprie scelte avrebbe potuto impegnarsi in un progetto delicato quale la demolizione del mitico Highbury, allo scopo di riconvertirne l’area in un complesso residenziale gestito dallo stesso club attraverso una società controllata. Le evidenti ripercussioni di tale scelta abbracciano non soltanto le sorti finanziarie dei londinesi, ma anche (e soprattutto) l’identità del club, privato del suo storico punto di riferimento. Dopo una stagione disputata con una maglia celebrativa di color granata per evocare la divisa del 1913/14, il primo anno ad Highbury, il 7 maggio del 2006 l’Arsenal ha abbandonato l’impianto soprannominato “la casa del calcio” e si è trasferita nel suo nuovo home-ground.
Il successivo 22 luglio, in occasione dell’amichevole organizzata contro l’Ajax per salutare il ritiro di Dennis Bergkamp, è stato inaugurato l’Emirates Stadium, edificato nella zona di Ashburton Grove. Pur trovandosi a poca distanza dal vecchio Highbury, l’imponente catino capace di contenere oltre 60.300 spettatori, tutti seduti come da normativa in vigore, sembra davvero appartenere ad un’altra dimensione (…) da http://eurocalcio24.com/

venerdì 26 febbraio 2016

Arsenal, in estate probabile il divorzio con Flamini

Secondo quanto riportato dal Daily Mirror in estate si potrebbero separare le strade dell'Arsenal e dell'ex milanista Mathieu Flamini. Il centrocampista francese nel corso del tempo ha perso il posto da titolare e a fine stagione il divorzio sembra inevitabile. 
da http://www.tuttomercatoweb.com/

martedì 23 febbraio 2016

CL ARSENAL-BARCELONA= 0-2




Il vero tabù per Messi è l'Argentina, perché col Barcellona non ha limiti. Non aveva mai superato Cech, lo fa 2 volte in Arsenal-Barcellona, andata degli ottavi di Champions League. A Londra finisce 0-2: se i campioni di tutto non si addormenteranno al Camp Nou, il 16 marzo passeggeranno tranquilli verso i quarti di finale.

Primo tempo senza gol, ma ugualmente di alto livello. Il Barça non sa cosa sia la parola "timore", né fa distinzione tra casa e trasferta: il vecchio adagio secondo cui le squadre inglesi vadano lasciate sfogare nel primo quarto d'ora è pronto per andare in soffitta. Nei minuti iniziali, però, a dire il vero i Gunners hanno le due occasioni migliori: prima Ramsey e poi Oxlade-Chamberlain possono colpire a botta sicura da centro aerea, ma mancano di incisività. Poi è quasi solo Barcellona: la "MSN" si mette in funzione, Neymar inizia a saltare uomini, Messi si procura punizioni e Suarez sfugge alla guardia di Mertesacker e Koscielny. Il Pistolero ha due chance prima dell'intervallo: la migliore gliela serve sulla testa Daniel Alves, ma il pallone sfiora il palo.L'Arsenal non sfigura, regge a lungo il confronto, ha qualità sufficiente per uscire in palleggio e ripartire quando recupera palla. E' uno dei motivi per cui, pur senza azionare spesso Ozil, Sanchez e la punta Giroud, va negli spogliatoi in parità. E in avvio di ripresa resta a galla perché Cech indovina il tempo giusto per fermare Neymar lanciato a rete. Per fare l'impresa col Barça, però, servirebbe qualcosa in più, una svolta favorevole. Invece si ricomincia la musica del primo tempo: Wenger quasi esulta per una zuccata di Giroud disinnescata da Ter Stegen, mentre dall'altra parte i tre fenomeni blaugrana sbagliano mira, peccando al momento di finalizzare azioni che paiono destinate a miglior sorte.Così fino al minuto 71. Poi arriva il momento che spacca in due la gara e indirizza la qualificazione. Neymar fugge via a sinistra e sa già che Messi ci sarà, al centro dell'area. Che sarà presente, puntuale all'appuntamento con la storia, l'ennesimo. La Pulce controlla e fa secco Cech col sinistro: non aveva mai battuto il portiere ceco in 6 precedenti. Una soddisfazione che vale la pena bissare una ventina di minuti più tardi, quando un disastro in area della coppia Mertesacker-Flamini gli regala il più solare dei rigori. Esecuzione perfetta e 2-0. Neymar potrebbe dilatare il vantaggio nel finale, ma può bastare così. Chi li ferma, i fenomeni di Luis Enrique? da http://www.gazzetta.it/
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Arsenal: Cech 7, Bellerin 6.5, Mertesacker 5.5, Koscielny 6, Monreal 7, Coquelin 7 (Flamini, 81, 4), Ramsey 7.5, Oxlade-Chamberlain 5.5 (Walcott, 50, 6), Ozil 6, Sanchez 7 Giroud 5.5 (Welbeck, 73, 6.5)
Subs not used: Ospina, Gibbs, Chambers, Campbell.
Booked: Monreal 
Manager: Arsene Wenger, 6 
Barcelona: Ter Stegen 7, Alves 7, Pique 6.5, Mascherano 6.5, Alba 6, Rakitic 6, Busquets 7, Iniesta 7, Messi 8, Suarez 6.5, Neymar 7.
Subs not used: Bravo, Munir, Sergi Roberto, Adriano, Aleix Vidal, Vermaelen, Mathieu.
Scorers: Messi, 71, 83 (pen) 
Booked: Pique 
Manager: Luis Enrique, 7 
Referee: Cuneyt Cakir (Turkey), 5.5
Attendence: 59.889

Pre Arsenal-Barcelona in the Grove





sabato 20 febbraio 2016

FAC ARSENAL-HULL= 0-0


Tra Arsenal e Hull City si va al replay. Termina infatti in parità la sfida valevole per il 5° turno di FA Cup, che vede i londinesi pareggiare in casa per 0-0. Nessuno decide il match dell’Emirates Stadium. La replica della sfida, quindi, si giocherà in casa dell’Hull City (squadra di seconda divisione), ma i ragazzi di Wenger saranno vogliosi di andare avanti, sperando di difendere il titolo vinto l’anno scorso e aumentando anche il palmares che già vede i londinesi come la squadra più vincente della competizione: 12 trofei e 7 secondi posti. da Tuttosport.it
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Arsenal: Ospina; Chambers, Mertesacker, Koscielny, Gibbs; Flamini, Elneny; Campbell (Giroud 67), Iwobi (Oxlade-Chamberlain 73), Welbeck (Sanchez 67); Walcott
Subs not used: Monreal, Bellerin, Coquelin, Macey
Booked: Koscielny, Chambers
Hull: Jakupovic; Maguire, Bruce, Davies, Tymon (Odubajo 55); Elmohamady, Powell (Aluko 77), Maloney, Taylor (Huddlestone 55), Meyler; Diomande
Subs not used: Hernandez, Diame, Robertson, Kuciak
Booked: Maguire, Maloney
Referee: Mike Dean 
Attendance: 59.830

mercoledì 17 febbraio 2016

Arsenal, titoso esagitato: lo ricoverano per un’ernia

A volte le vittorie possono costare davvero molto care: ne sa qualcosa Scott Stephen Woods, tifoso dell'Arsenal, finito addirittura all'ospedale. Domenica scorsa i Gunners hanno battuto in un match al cardiopalma il Leicester capolista, portandosi così a -3 dalla vetta: una vittoria in rimonta e particolarmente sofferta, arrivata solo dopo il 95′ grazie ad una rete di Welbeck, e che ha scatenato come di consueto il tifo biancorosso all'Emirates Stadium di Londra. Ma i tifosi, si sa, certe vittorie le festeggiano davvero in maniera "scomposta": e così è stato per il povero Woods, il quale è finito addirittura all'ospedale all'indomani dell'epica vittoria sul Leicester. L'esatta dinamica non è stata resa nota, ma la sua foto in ospedale e la didascalia sono abbastanza eloquenti. "Grazie a Danny Welbeck ed all'Arsenal. Ho celebrato troppo selvaggiamente dopo la sua rete da farmi venire un'ernia ed ho avuto bisogno di un operazione", si legge sulla pagina Facebook di Woods.

Nulla di grave, dunque, ma sicuramente un episodio molto "curioso": l'Arsenal adesso dovrà "fare a meno" di questo esuberante tifoso per un po'. Per il giovane Woods, dunque, i prossimi impegni contro Hull City (FA Cup, quinto turno), Barcellona (Champions League, ottavi) e Manchester United (Premier League) potranno essere visti soltanto dalla televisione, in attesa di riprendersi dall'operazione e poter magari tornare all'Emirates di persona. Per l'Arsenal, saranno tutte partite chiave per poter dare una scossa alla stagione e magari centrare il fatidico "sorpasso" in vetta alla classifica, provando magari anche a buttare fuori i blaugrana dalla Champions League, ormai da anni il loro "giardino di casa". Imprese difficili, ma non del tutto impossibili. Leicester e Barcellona permettendo. da http://calcio.fanpage.it

domenica 14 febbraio 2016

PL ARSENAL-LEICESTER= 2-1




Diversamente da quanto accaduto a Manchester 8 giorni fa, a premere sin dall'inizio è l'Arsenal: Chamberlain non sfrutta una buona occasione al cross, poi Sanchez mette i brividi a Schmeichel inzuccando a lato. Ma il Leicester non sta certo a guardare: comincia a organizzare il proprio gioco fatto di corsa, attenzione estrema e ripartenze e poco dopo il quarto d'ora va a un passo dal vantaggio, negato solo dalla strepitosa parata di Cech che tiene al di qua della linea il colpo di testa ravvicinato di Vardy. In generale, attacca di più l'Arsenal, che però non sfonda: Schmeichel non deve compiere nemmeno una parata, anche se Giroud al 31' andrebbe pure in gol, annullato però per (giusto) fuorigioco. Il finale di tempo è di marca ospite: Cech salva su Kanté, ma nulla può sul rigore perfetto calciato al 45' da Jamie Vardy, e concesso per uno sgambetto in area di Monreal sullo stesso attaccante. All'intervallo, le Foxes sono a +8 sulle seconde.
Dopo l'intervallo, Ramsey e Giroud provano a mettere subito sotto pressione Schmeichel, non trovando però la porta. Al 54', ecco la svolta della gara: già ammonito, Simpson si aggrappa a Giroud costringendo Atkinson a estrarre il secondo giallo e quindi il rosso. Leicester in 10, e da lì è tutta un'altra partita. Ranieri toglie Mahrez e si affida al solo Vardy là davanti. Troppo poco: l'Arsenal attacca come se non ci fosse un domani e inizia a creare occasioni a getto continuo. Finalmente, a una ventina di minuti dal termine, ecco il pari: sponda di Giroud e destro vincente da pochi passi di Walcott per l'1-1. Il finale è un crescendo di emozioni: Ramsey e Sanchez non trovano i pali di Schmeichel, che all'85' estrae una parata quasi irreale respingendo con la manona il sinistro di Giroud. Il momento clou non può che essere al 95', quando Welbeck – altro cambio in corsa – spizza in rete la punizione di Özil. Firmando il gol fin qui più importante del campionato. da https://it.sports.yahoo.com
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Arsenal (4-2-3-1): Cech 7, Bellerin 6.5, Mertesacker 6, Koscielny 6 (Chambers 45), Monreal 6, Coquelin 5 (Walcott 60), Ramsey 6.5, Oxlade-Chamberlain 7 (Welbeck 82), Ozil 8, Sanchez 6.5, Giroud 7.5
Subs not used: Ospina, Flamini, Campbell, Elneny
Booked: Coquelin, Koscielny, Ramsey
Leicester (4-4-2): Schmeichel 7, Simpson 5, Morgan 7, Huth 6.5, Fuchs 6, Mahrez 6.5 (Wasilewski 58), Drinkwater 7, Kante 7.5, Albrighton 7 (King 82), Okazaki (Gray 61), Vardy 7.5
Subs not used: Gray, Ulloa, Dyer, Chilwell, Schwarzer
Booked: Simpson, Fuchs, Kante
Sent off: Simpson 
Scorers: Vardy 45 (pen), Walcott 71, Welbeck 94,
Referee: Martin Atkinson
Attendance: 60,009 
Table. 53. Leicester, 51. Arsenal, Tottenham, 47. Manchester City, 41. Manchester United, 40. West Ham, Southampton, 36.Watford & Stoke..

sabato 13 febbraio 2016

Arsenal-Leicester, si inizia nel deserto: protesta delle due tifoserie per il cambio d’orario del match

In campo spettacolo assicurato, sugli spalti…tifo ritardato di cinque minuti, per protesta contro il cambio di orario. Senza dubbio particolare, lo scenario che Arsenal e Leicester ritroveranno di fronte all'Emirates nel big match di domenica: i supporters ospiti, infatti, hanno annunciato che si presenteranno sugli spalti in ritardo volontario per manifestare il loro dissenso contro il cambio di data della gara, spostata dalle 16 di sabato alle 13 di domenica. E i tifosi dell'Arsenal, in segno di solidarietà, faranno altrettanto, con la partita che rischia di cominciare così in uno stadio sostanzialmente deserto. Arsène Wenger ha commentato così la scelta di entrambe le tifoserie: “Per me il calcio è gioia e tutti dovrebbero esserne parte. Si può protestare prima o dopo ma durante la partita sarebbe bello che ci fossero tutti”. Il pubblico, insomma, continua a fare sentire la propria voce: la scorsa settimana i tifosi del Liverpool hanno lasciato Anfield al 77’ della gara col Sunderland per protestare contro l’aumento dei biglietti. “Fortunatamente questo per noi non è un grosso problema - commenta a riguardo Wenger - I nostri prezzi più bassi sono i più bassi di tutte le squadre di Londra mentre i biglietti più costosi lo sono di poco se paragonati a quelli delle altre squadre e in media il prezzo dei nostri biglietti è inferiore rispetto ad altri club inglesi”. Niente paragoni con l'estero però “perché il Bayern Monaco, per esempio, paga un euro per il suo campo, a noi costa invece 128 milioni di sterline. In Francia, addirittura, non pagano nulla né per lo stadio né per la manutenzione. Qui dobbiamo pagarci tutto da noi per cui abbiamo bisogno di incassi maggiori”. da http://gianlucadimarzio.com/

venerdì 12 febbraio 2016

Rincaro biglietti, Wenger dice la sua: "non voglio che i tifosi protestino durante la partita, che lo facciano prima o dopo"

Dopo una settimana di veleni, contrasti e proteste per il caro biglietto, sarà un altro week-end carico di tensione sui campi di Premier, con tante tifoserie pronte a mostrare il proprio disappunto per la scelta delle società di aumentare i prezzi di abbonamenti e biglietti.
Arsenal-Leicester non sarà soltanto la gara che potrebbe decidere la corsa al titolo, sarà sopratutto un pomeriggio in cui tifosi dei Gunners e delle Foxes, per una volta, saranno "gemellate" nella protesta. A far saltare i nervi dei tifosi ospiti che domenica viaggeranno verso l'Emirates c'è stata la scelta della FA di posticipare la gara di 24 ore, creando un danno economico e organizzativo al solo scopo di permettere la copertura televisiva alla partita. Per questo motivo i tifosi del Leicester hanno deciso di fare il loro ingresso nel settore soltanto cinque minuti dopo il kick-off. I tifosi dei Gooners hanno dato la propria solidarietà ai colleghi, che con tutta probabilità verranno accolti al loro ingresso con un applauso.
Su quello che potrebbe accadere domenica, a dire la sua ha pensato Arsene Wenger, che nella tradizionale conferenza stampa del pre-partita si è espresso sulla protesta. "Se i tifosi vogliono protestare che lo facciano prima o dopo la partita, ma non durante. Voglio che dopo il fischio d'inizio siano tutti presenti a dare il proprio appoggio".
Una settimana fa, interpellato sulla protesta dei tifosi per il rincaro biglietti, il manager francese si era espresso dicendosi contrario alla rivolta dei supporters dei Reds, sottolineando come i club abbiano sempre più bisogno di denaro per pagare i giocatori. "Il calcio è un momento di felicità per tutti. Nella vita ci sono giorni belli e giorni brutti, ma una partita di calcio è un momento di felicità. Per questo motivo non bisogna rinunciarci".
"E' vero che i club guadagneranno di più grazie a nuove entrate dai diritti tv, ma c'è anche da dire che il mercato richiede più denaro per comprare i migliori giocatori". Poi "spezza una lancia" in favore della propria società": " se volessimo confrontare i prezzi dei biglietti, quelli dell'Arsenal sono tra i più economici di Londra. Il nostro biglietto più caro risulta essere il più economico in altri stadi inglesi, quindi non c'è bisogno di protestare per niente". da http://www.ukpremier.it/

Wenger: "Cazorla e Welbeck presto di nuovo in campo"

Il tecnico dell'Arsenal Arsene Wenger ha parlato in vista della gara contro il Leicester: "Gli infortunati sono soltanto Rosicky e Wilshere, gli altri sono disponibili. Welbeck sta facendo bene, deve allenarsi ancora ma contro l'Hull City sarà importante. Anche Cazorla è tornato ad allenarsi, per lui è questione di qualche settimana per rivederlo al top". da https://www.tuttomercatoweb.com

lunedì 8 febbraio 2016

L’Arsenal fa già mercato a Leicester, ma il primo prescelto è un osservatore video analista

Il dibattito è già aperto sui social, quanto riuscirà il Leicester a resistere all’assalto estivo dei grandi club inglesi e non solo? In attesa di conoscere le offerte che verranno e gli affari che eventualmente andranno in porto, la prima operazione ad andare in porto è quella dell’Arsenal che si è assicurato fin da subito i servigi di Ben Wrigglesworth, classe 1991, l’osservatore a cui sono attribuite tra le altre le scoperte di Ryiad Mahrez e N’Golo Kante.
L’ex osservatore del Leicester ha alle spalle un curriculum già importante. Cresciuto in Prozone Sports (è laureato a Leeds, dove la società ha sede) si è successivamente accasato al Notts County e da tre stagioni e mezza stava lavorando al Leicester. Per i Gunners svolgerà il ruolo di video analista scout mentre per i Foxes era capo del dipartimento di video scouting.
Un colpo curioso, come detto, proprio nelle ore in cui il dibattito si concentra sulla capacità di resistenza del Leicester che in estate (ma i contatti saranno naturalmente attivati prima) proverà a rinforzarsi senza smembrare la squadra che sta sorprendendo tutti in Premier League.
Il dibattito sui social è aperto, e se molti con un po’ di dietrologia (spesso poi giustificata dalle operazioni di mercato) considerano il rinnovo di Vardy come una pura operazione interlocutoria che il club avrebbe fatto solo per assicurarsi un lauto incasso dalla successiva cessione, allo stesso tempo attendono di vedere quali saranno le mosse.
Di certo i 150 milioni di euro garantiti il prossimo anno anche arrivando all’ultimo posto in Premier League sono una buona base di partenza. Il campionato più ricco del mondo in questo senso potrebbe garantire i club anche medio piccoli dall’assalto dei grandi proprio perchè la necessità di vendere i giocatori non può essere impellente economicamente se non a fronte di guai finanziari dipendenti da altre dinamiche.
Il rischio d’altro canto è che sul mercato si finisca di pagare il talento più di quanto questo effettivamente valga. Proprio perchè date le condizioni di partenza i club inglesi andranno sul mercato a carte scoperte, dialogando con altre realtà che sanno bene che il cash non manca.
Di certo la Premier 2015-2016 sta anticipando quel che potrebbe diventare il campionato inglese: dopo 10 anni in cui i verdetti al vertice sono stati rotti solo dall’irruzione a suon di milioni del Manchester City questo è il momento dell’incertezza. Quest’anno tre tra le maggiori squadre degli ultimi 15 anni come Liverpool, Manchester United e Chelsea rischiano di stare fuori (molto probabilmente lo saranno 2 su 3) dalla Champions League. Il futuro potrebbe essere molto simile anche per gli altri grandi club.
Anche per questo gli inglesi sono tra coloro che spingono maggiormente per introdurre in Champions un meccanismo di iscrizioni slegato dai risultati sportivi che già il Sun ha ribattezzato “il complotto dei giganti”. da http://www.calcioefinanza.it/

domenica 7 febbraio 2016

BOURNEMOUNTH-ARSENAL= 0-2


















Primi minuti caratterizzati da un Bournemouth ambizioso, a caccia dell'iniziativa vincente là davanti. Tuttavia, gli entusiasmi delle Cherries vengono totalmente spenti nel giro di 88 secondi: al 23' Gunners in vantaggio con Mesut Özil, che da buona posizione insacca sotto la traversa dopo la sponda aerea di Giroud, pescato a sua volta da un'illuminante pennellata di Ramsey. E' sempre il centrocampista gallese a innescare la miccia di Oxlade-Chamberlain nel contropiede che porta al raddoppio già al termine del minuto 24. Il Bournemoth sembra un boxeur stordito da un doppio gancio ma ci prova comunque: poco prima della mezz'ora, fa tutto Arter che si divincola al limite dell'area e lascia partire un bolide sventato in calcio d'angolo da Cech. Bravo anche a opporsi, in tackle scivolato, su Smith lanciato a rete. Nella ripresa l'Arsenal, finalmente, si comporta da grande squadra e anestetizza il match, limitando al massimo la manovra rossonera. I padroni di casa si rendono insidiosi al 52' con l'insistente Smith, bravo a controllare l'assist dalla destra di Gosling e a spaventare Cech con una conclusione sull'esterno della rete. Da qui in poi, tanto possesso palla per i Gunners, pericolosi con Alexis Sanchez (prova opaca la sua) al 55'. Dopo la girandola di sostituzioni, Cech sale in cattedra nel recupero, respingendo miracolosamente - in rapidissima successione - le conclusioni del neoentrato King (sottoporta) e di Arter, dal limite dell'area. Finisce 2-0, 48 punti in classifica: Ranieri è avvisato. da https://it.sports.yahoo.com
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BOURNEMOUTH: Boruc; Smith, Francis, Cook, Daniels; Surman; Ritchie (Stanislas 66), Gosling (King 66), Arter, Pugh; Afobe (Grabban 77)
Subs not used: O'Kane, Distin, Federici, Iturbe
ARSENAL: Cech; Bellerin, Gabriel, Koscielny, Monreal; Flamini, Ramsey; Oxlade-Chamberlain (Coquelin 67), Ozil, Alexis (Gibbs 81); Giroud (Walcott 93)
Subs not used: Ospina, Mertesacker, Campbell, Iwobi
Scorers: Ozil 23, Oxlade-Chamberlain 24
Booked: Flamini
Referee: Kevin Friend
Attendance: 11,357
Table. 53. Leicester, 48. Arsenal, Tottenham, 47. Manchester City, 41. Manchester United, 39. West Ham, 37. Southampton, 35. Liverpool, Everton..

sabato 6 febbraio 2016

Wenger: 'Non sceglierò io il mio erede'

Il tecnico dell'Arsenal, Wenger dice la sua sull'arrivo di Guardiola al Manchester City nella prossima stagione: "Se guardiamo alla tendenza che c'è qui in Premier League, sembra difficile avere un'alta percentuale di partite vinte. Il campionato inglese oggi forse è quello dove è più complicato essere costanti. Guardiola sarebbe stato un ottimo allenatore per l'Arsenal? Non sceglierò io il mio successore, voglio solo lasciare la squadra in una posizione tale che possa fare meglio dopo che sarò andato via". "Dobbiamo guardare ai fatti e non vinciamo da quattro partite. Niente allarmismi, la qualità del nostro gioco è sotto gli occhi di tutti e ora vogliamo tornare a vincere. Il titolo? Non guardo la classifica perché ci sono molte squadre ancora in corsa, cinque o sei, e questo rende le cose interessanti anche se preferiremmo che non fosse così". da http://www.calciomercato.com/

martedì 2 febbraio 2016

PL ARSENAL-SOUTHAMPTON= 0-0

Southampton voglioso e aggressivo nel primo tempo, Arsenal redivivo e dominatore nel secondo. Finisce 0-0 tra molti rimpianti per altrettante occasioni mancate da una parte e dall'altra. I Gunners non vincono da 4 partite e, agganciati al terzo posto dal Tottenham a quota 45, perdono di vista il Leicester capolista. I Saints, reduci da 3 successi di fila, centrano il quarto risultato utile consecutivo e agguantano il Liverpool in settimana posizione a 34 punti. Stasera all'Emirates Stadium non si poteva pretendere di più da una gara combattuta, equilibrata, ma senza l'emozione che solo il gol è in grado di dare.

Comincia benissimo il Southampton, che si guadagna il primo corner impegnando subito Cech (volo su botta sicura di Long) agli straordinari. Il portiere dell'Arsenal deve sporcarsi i guanti anche al quarto d'ora quando Mané, su torre di testa di Long, prova il mancino a filo d'erba ma Cech si allunga e smanaccia. I Saints dominano in lungo e in largo: Tadic e Oriol Romeu sfiorano il vantaggio, la retroguardia dei Gunners, privi di Mertesaker in panchina, vacilla. E il primo tempo si conclude con un tiro al volo di Mané che in pratica sbaglia un rigore in movimento.
In avvio di ripresa l'Arsenal mostra la presenza: Giroud impegna Forster che vola all'incrocio, Koscielny impatta con la fronte su assist di Özil ma il numero uno dei Saints respinge di pugno. Al 62' esce uno spento Campbell, dentro Walcott che non perde tempo regalando un pallone sfizioso a Sanchez, colpo di testa debole e facile presa di Forster. Poco più tardi, mischia furibonda nell'area dell'Arsenal, Longo manca il guizzo vincente. In extratime il subentrato Pellè azzarda un destro in area, ma Cech tira giù la saracinesca e le reti restano immacolate. da https://it.sports.yahoo.com
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Arsenal (4-2-3-1): Cech 6; Bellerin 6, Gabriel 5.5, Koscielny (c) 6, Monreal 6; Flamini 6 (Coquelin 86, 6), Ramsey 6.5; Campbell 6 (Walcott 61, 6.5), Ozil 7.5, Sanchez 7.5; Giroud 6.5
Subs not used: Ospina (GK); Gibbs, Mertesacker, Oxlade-Chamberlain, Chambers
Booked: Coquelin, Gabriel
Manager: Arsene Wenger 6
Southampton (4-4-2): Forster 8.5; Soares 6, Fonte 7.5, van Dijk 7.5, Bertrand 6; Ward-Prowse 7 (Juanmi 83, 6), Romeu 6.5, Wanyama 6.5, Tadic 7 (Pelle 69, 6); Mane 7 (Targett 87, 6), Long 6
Subs not used: Stekelenburg (GK); Yoshida, Clasie, Martina
Booked: Soares
Manager: Ronald Koeman 7
Referee: Lee Mason (Lancashire)
Attendance: 60,044
Man of the Match: Forster
Table. 50. Leicester, 47. Manchester City, 45. Arsenal, Tottenham, 40. Manchester United, 39. West Ham, 34. Liverpool, Southampton...

lunedì 1 febbraio 2016

Transfer window 2016

In's
Mohamed Elneny [Basel - Arsenal] About £5m

Out's

Glen Kamara [Arsenal - Southend] Loan
Yaya Sanogo [Arsenal - Charlton] Loan
Mathieu Debuchy [Arsenal - Bordeaux] Loan