sabato 29 marzo 2014

PL ARSENAL-MANCHESTER CITY= 1-1

L’orgoglio dell’Arsenal e il braccino corto. Mettiamo insieme le due cose ed ecco la spiegazione dell’1-1 dell’Emirates nel big match della 32ª giornata, dove il Manchester City ha perso l’occasione di approfittare della sconfitta del Chelsea e dove l’Arsenal ha ripreso fiato dopo una settimana terribile. Un tempo a testa e risultato che non fa una grinza. Il Manchester City ha cercato di replicare la partita dell’Old Trafford, aggredendo i Gunners dal primo secondo e trovando l’1-0 al 18’ con Silva: tocco fortunato sul pallone respinto dal palo dopo una botta assassina di Dzeko, lanciato dallo stesso Silva. Il City ha avuto a questo punto il torto di non chiudere il discorso con un Arsenal in difficoltà. Nella ripresa, copione stravolto. Una botta di Cazorla, respinta d’istinto da Hart, è stata il preludio del pareggio, maturato un minuto dopo: cross di Podolski e 1-1 di Flamini, uno dei migliori in assoluto dei Gunners. Il pareggio ha dato coraggio all’Arsenal e Podolski, al 15’, è stato fermato da Hart. Il City è tornato a galla con una sassata da fuori area di Fernandinho, ma non è riuscito a riprendere il comando delle operazioni. Pellegrini ha cercato aiuto dalla panchina: dentro Milner, Javi Garcia e Negredo, fuori Navas, Nasri e Dzeko. Tutto inutile. L’Arsenal ha tenuto botta e il pareggio lo tiene in corsa per il titolo. Il City frena, anche se le due gare da recuperare restano una riserva preziosa. da http://www.gazzetta.it/
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Arsenal: Szczesny 5.5; Sagna 6.5, Mertesacker 6.5, Vermaelen 7, Gibbs 6; Arteta 7, Flamini 7.5, Rosicky 7; Cazorla 7.5, Podolski 6 (Oxlade-Chamberlain 78); Giroud 5.5 (Sanogo 84).
Subs: Fabianski, Jenkinson, Kallstrom, Bellerin, Gnabry.
Booked: Rosicky
Goal: Flamini 53
Man City: Hart 6; Zabaleta 7, Kompany 7, Demichelis 6, Clichy 6; Toure 7, Fernandinho 7, Navas 7.5 (Milner 64, 6), Silva 8, Nasri 6.5 (Garcia 80); Dzeko 6 (Negredo 84).
Subs: Lescott, Kolarov, Pantilimon, Jovetic.
Booked: Kompany, Toure, Silva, Javi Garcia
Goal: Silva 18
Referee: Mike Dean (Wirral) 6.
Attendance: 60,060

venerdì 28 marzo 2014

Wenger: “Non abbiamo smesso di credere al titolo"

Dopo il 2 a 2 contro lo Swansea di martedi, Wenger sembrava aver mollato la presa al titolo, affermando che ormai non sarebbe stato più affar loro. A quattro giorni di distanza il tecnico alsaziano torna a suonare la carica e chiede ai suoi una grande reazione per il big match di domani contro il Manchester City.
“Non abbiamo altri obiettivi se non la lotta al titolo – sostiene Wenger in conferenza stampa – possiamo ancora accorciare sul Chelsea e deve essere questo il nostro primo pensiero. Se tutti dicono che l’Everton, che è dietro di sei punti, ci può ancora superare, allora non vedo perchè noi non possiamo fare lo stesso con il Chelsea; non abbiamo rinunciato alla lotta al titolo e domani i ragazzi lo dimostreranno. La partita di domani è molto importante e vincere sarebbe fondamentale perchè anche se loro, insieme a Chelsea e Liverpool, sono favoriti lo scontro diretto da la possibilità di accorciare”.
A dicembre l’Arsenal è stato battuto per 6 a 3 sul campo del City e, nonostante la bruciante sconfitta, Wenger vuole rivedere nei suoi lo spirito di quella gara: “Domani voglio vedere nei ragazzi lo stesso coraggio che abbiamo avuto all’Etihad. Di quella partita ci sono molte cose positive, dobbiamo cercare di recuperarle e farle anche domani, ovviamente difendendo meglio ed eliminando i difetti”.
Wenger, nonostante le mille partite alla guida dei Gunners, si ritrova con un contratto in scadenza e gli scarsi risultati di questa stagione lo tengono in bilico per il prossimo anno. Alcuni membri della società hanno rassicurato il tecnico sul rinnovo e a riguardoWenger ha detto: “Il mio impegno verso il club non è mai stato in discussione e da tempo ho dato la mia parola però sarà la società a decidere cosa è meglio per l’Arsenal”.
da http://www.ukpremier.it/

martedì 25 marzo 2014

PL ARSENAL-SWANSEA = 2-2


Un dna da perdenti, sempre più difficile da togliersi. Anche quando, incredibilmente, le cose ad un certo punto sembrano essersi rimesse in piedi per magia. L’Arsenal rischia di pagare a caro prezzo l’ennesima ingenuità della sua stagione. C’era la possibilità di accorciare sul Chelsea capolista, c’era l’opportunità di ridare morale ad un ambiente traumatizzato dal 6-0 subito proprio dai Blues. Invece è arrivato un punticino ininfluente, che rivitalizza gli ospiti gallesi e abbatte le speranze di titolo dei Gunners. Ed è sempre la solita storia, scritta dai palesi limiti difensivi, evidenti sia nella rete iniziale di Bony che nel “pasticciaccio” finale targato Szczesny, Mertesacker e Flamini, reo confesso di aver toccato per ultimo il pallone del 2-2. E a nulla è valsa la strepitosa rimonta in un minuto, tra il 73’ e il 74’, firmata da Podolski e Giroud, che aveva fatto sognare l’Emirates. Il gioco non è stato brillante, la difesa continua a ballare e anche quest’anno, la Premier League non finirà nella bacheca della tanto amata squadra londinese. L’Arsenal parte fortissimo, domina nei primi dieci minuti, ma alla prima distrazione va sotto. Minuto 11, cross di Taylor da sinistra, dormita di Vermaelen e stacco imperioso di Bony a battere Szczesny. Dodicesimo centro per l’ivoriano e Swansea avanti 0-1 all’Emirates. L’Arsenal, da quel momento reagisce: Vorm salva su Oxlade-Chamberlain e Cazorla, Giroud però non la vede mai e così i Gunners non riescono a rimettersi in parità prima del termine della prima frazione. Anzi, in un paio di contropiedi rischiano anche di affondare. Nella ripresa l’Arsenal parte attaccando, ma è un singolo uomo a decidere la partita. Si chiama Lukas Podolski e subentra al 57’ allo spento Chamberlain. Il tedesco prima realizza al 73’ il pareggio con un perfetto tocco al volo su assist di Gibbs e poi, un minuto dopo, manda in porta Giroud per il 2-1 che fa impazzire l’Emirates. Sembra finita, lo Swansea sembra al tappeto, ma Britton al 90’ lascia sul posto mezza difesa dell’Arsenal e costringe al pasticcio Szczesny e Mertesacker: la palla carambola su Flamini e termina in rete. 2-2, fischio finale, e un punto che serve più agli ospiti che ai padroni di casa.  da http://it.eurosport.yahoo.com/
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Arsenal: Szczesny 6.5, Sagna 6, Mertesacker 6, Vermaelen 5.5, Gibbs 6.5, Flamini 6, Arteta 5.5, Oxlade-Chamberlain 6, (Podolski 57, 7.5), Rosicky 5 (Kallstrom 79), Cazorla 6 , Giroud 6 (Sanogo 89).
Subs Not Used: Fabianski, Jenkinson, Bellerin, Gnabry.
Goals: Podolski 73, Giroud 74.
Swansea: Vorm 6.5, Rangel 6, Chico 6.5, Williams 8, Taylor 6.5 (Ben Davies 73), de Guzman 6.5, Britton 6.5, Shelvey 7 (Hernandez 79), Routledge 7, Michu 6.5 (Dyer 63, 5), Bony 7.
Subs Not Used: Amat, Canas, Tremmel, Vazquez.
Booked: Bony.
Goals: Bony 11, Flamini 90 og.
Att: 59,937
Ref: Lee Probert (Wiltshire).
Table. 69 Chelsea, 66 Manchester City, 65 Liverpoool, 63 Arsenal, 57 Everton, 56 Tottenham, 51 Manchester United, 46 Newcastle..

Un uomo distrutto: Wenger e diciassette schiaffoni

Sei dal Chelsea, cinque dal Liverpool, sei dal City. E una distanza non esagerata dalla vetta, se non in termini di idee e modi di fare calcio. La millesima panchina di Arsene Wenger doveva essere una festa. Anzi, la festa, con la possibilità di avvicinare ulteriormente il Chelsea - e virtualmente superarlo - in una classifica che poteva anche sorridere ai Gunners. La vittoria con il Tottenham, con il fantastico tiro di Rosicky, sembrava avere ridato serenità e speranza a un ambiente scosso dall'ennesima eliminazione in Champions League agli ottavi, contro un Bayern che sembrava anche gestibile. Ecco, la differenza è tutta qui. Con i bavaresi, pur avendo perso nel doppio confronto, c'è stato un barlume di gioco, un'idea di come contrastare una squadra più forte. Insomma, la diga ha retto, e pure bene, soprattutto pensando all'1-1 dell'Allianz Arena e a quei 40 minuti - fino alla discussa espulsione di Szczesny - all'Emirates, dove il Bayern era sembrato tutt'altro che irresistibile, seppur immensamente qualitativo.
Così capita che Wenger, dopo i sei gol subiti dal Chelsea del nemico giurato José Mourinho, decida di cancellare la conferenza stampa prepartita con lo Swansea, in un recupero che potrebbe portarlo a meno quattro dalla vetta, un'altra volta, per provare ancora ad agganciare la squadra di Mourinho. La cosa incredibile è però notare come ogni volta che i Gunners scendono in campo lontano dall'Emirates fanno figure barbine, almeno contro le avversarie dirette. I cinque contro il Liverpool erano stati influenzati dal 4-0 dopo 20 minuti che ha fatto tirare il freno ai Reds. Ma pure i sei gol subiti con il Manchester City - risultato finale 6-3 - erano stati più di un campanello d'allarme. In totale diciassette schiaffoni che dovrebbero far pensare. Perché questa squadra forse deve smettere di acquistare centrocampisti offensivi di ogni risma, inserendo un grande portiere e qualche difensore di livello assoluto. E non in prospettiva: FA Cup a parte il rischio è quello di essere ancora a "zeru tituli" pure quest'anno. da http://m.tuttomercatoweb.com/

sabato 22 marzo 2014

PL CHELSEA-ARSENAL= 6-0

Mille partite e sei gol. Non solo: anche un errore madornale dell’arbitro Marriner, che confonde i giocatori ed espelle un innocente. La festa di Arsene Wenger, alla millesima partita alla guida dell’Arsenal, si rivela un incubo: il Chelsea distrugge i Gunners 6-0 e ancora una volta il francese deve inchinarsi di fronte a Mourinho. Non può essere un caso se in undici scontri diretti il portoghese non ha mai perso con il grande rivale: vogliamo dirlo una volta per tutte che Mou è meglio di Wenger? L’Arsenal perde il derby prima di giocarlo. Wenger sbaglia la formazione: gioca Rosicky che non sta bene e Flamini, uno dei pochi combattenti di una squadra leggera, va in panchina. Di fatto, Wenger consegna il centrocampo al Chelsea, dove invece Mou ha scelto come coppia di mediani una diga solida, composta da Matic – vero regista – e Luiz. Il guizzo di Giroud, lanciato da Rosicky, che si inserisce tra i due centrali e tira in corsa, costringendo Cech a sporcarsi subito i guanti, è un’illusione. Trenta secondi dopo il Chelsea è già avanti. E’ il 5’: Schurrle libera Eto’o che si aggiusta il pallone e di sinistro impallina Szczesny. Al 7’ è già 2-0: Schurrle, devastante, prende la mira e da venti metri indovina l’angolo giusto. L’Arsenal è una zattera alla deriva. Al quarto d’ora, l’episodio chiave della gara, con l’errore madornale dell’arbitro Marriner. Torres serve Hazard che scaglia il pallone verso la porta. Szczesny è battuto, ma Oxlade-Chamberlain si tuffa e devia in angolo. Marriner non si accorge di nulla, ma i giocatori del Chelsea lo circondano e Mourinho salta in panchina indicando il braccio. Non si capisce bene se a risolvere la faccenda sia il guardalinee Ledger o il quarto uomo Taylor, ma Marriner alla fine indica il dischetto ed estrae il cartellino rosso. Oxlade-Chamberlain? No, Gibbs. Marriner confonde i giocatori, forse consigliato male dai suoi assistenti. Invano Oxlade-Chamberlain urla a Marriner “Sono stato io”. L’arbitro è irremovibile. Hazard non si scompone: spiazza Szczesny e firma il 3-0. La partita è già finita dopo un quarto d’ora. Wenger sbaglia ancora: fuori Podolski e dentro Vermaelen. Il 4-0 arriva al 42’: assist di Torres e Oscar infila il pallone all’incrocio. E’ ancora il brasiliano, al 66’, a trovare il 5-0: tiro da lontano e panciata di Szczesny. Il 6-0 premia Salah: l’egiziano elude il fuorigioco sul lancio di Matic e buca il portiere polacco. Mourinho non si accontenta. Spinge i suoi all’attacco: vuole altri gol per rendere più consistente la differenza reti, dove Manchester City e Liverpool sono avanti rispetto ai Blues. Luiz, Salah e Torres sfiorano il 7-0. Giroud è l’unico che ha ancora voglia di combattere nell’Arsenal. Il 6-0 consegna a Mourinho la vittoria più rotonda nella sua storia alla guida del Chelsea. Wenger completa la giornata nera rifiutando di presentarsi in conferenza stampa. Il francese compie un’impresa leggendaria: perde due volte, in campo e fuori, nel giorno della millesima partita alla guida dell’Arsenal. Com’era la storia dell’eleganza di Wenger? da http://www.gazzetta.it
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Chelsea: Cech 7, Ivanovic 7, Terry 6, Cahill 6, Azpilicueta 8; Luiz 7, Matic 7, Schurrle 8, Oscar 8 (Salah, 67), Hazard 8, Eto'o 7 (Torres, 10)
Subs not used: Schwarzer, Lampard, Mikel, Ba, Kalas
Goals: Eto'o 5, Schurrle 7, Hazard pen 17, Oscar 42, Oscar 66, Salah 70
Arsenal: Szczesny 6, Sagna 5, Metesacker 5, Koscielny 5 (Flamini, 45), Gibbs 6; Arteta 4, Rosicky 5; Oxlade Chamberlain 4 (Jenkinson, 45), Cazorla 5, Podolski 5 (Vermaelen, 23) ; Giroud 5
Subs not used: Fabianski, Sanogo, Kallstrom, Gnabry.
Booked: Rosicky Sent off: Gibbs
Referee: Andre Marriner 4
Attendance: 41,614

Table. 69 Chelsea, 65 Liverpool, 63 Manchester City 62 Arsenal, 54 Everton, 53 Tottenham, 48 Manchester United, 45 Southampton, 43 Newcastle..

1000 partite per Wenger


venerdì 21 marzo 2014

Il fair play non solo finanziario di Wenger

Quella contro Il Chelsea di Mourinho è per Arsene Wenger la millesima partita sulla panchina dell’Arsenal (la numero 668 in Premier League), anche se nel calcio di oggi fa più impressione osservare che l’allenatore alsaziano guida i Gunners ormai da 17 anni e mezzo. Ancora più impressione dei 27 anni del britannico Ferguson con il Manchester United, comunque cementati da un maggior numero di trofei. Al di là delle vittorie, che nonostante i luoghi comuni non sono certo mancate (3 Premier League, 4 FA Cup, una sfilza di finali, su tutte quella della Champions 2006 contro il Barcellona, e di ottimi piazzamenti), con rose quasi sempre inferiori a quelle dei concorrenti di pari rango, il valore di un tecnico è dato soprattutto da quello che è riuscito a combinare in un dato contesto. Non solo Wenger non ha mai avuto a disposizione dream team, ma si è spesso trovato nella situazione di dover creare cassa per finanziare mercato e stadio. Una specie di super-Zeman o super-Guidolin, insomma, con una dimensione internazionale indiscutibile. Lui stesso si è di recente autocelebrato parlando non di gioco ma di cifre: “In questi due decenni noi dell’Arsenal ci siamo confrontati con avversari che ogni stagione potevano perdere 150 milioni di sterline senza problemi, mentre noi non solo dovevamo andare in pareggio ma eravamo obbligati a trovare 30 milioni l’anno per i pagamenti dello stadio”. Facile individuare in Chelsea e Manchester City gli avversari dalle spese no limits, per non dire che anche con azionisti di maggioranza meno portati alle follie Manchester United, Liverpool e lo stesso arci-rivale Tottenham hanno quasi sempre proposto un calciomercato più brillante di quello del club che nel 2006 ha demolito lo storico Highbury nel nome di un ‘nuovo calcio’ che si può disprezzare pur senza essere ultras. Sì, L’Emirates è bello, ma uno stadio così potrebbe essere indifferentemente a Rio de Janeiro, a Tokyo o a Johannesburg. Highbury era un’altra cosa (Parentesi: fino agli anni Ottanta, prima del rapporto Taylor, la sua capienza era esattamente uguale a quella attuale dell’Emirates). Noi lo diciamo, il quasi 65enne Wenger probabilmente non ha potuto farlo per aziendalismo. L’estate scorsa l’acquisto di Ozil dal Real Madrid per 42 milioni di sterline ha forse segnato un’inversione di tendenza, ma in nessun caso l’Arsenal si potrà mettere sul piano degli Abramovich e degli Al Mansour. Per questo Wenger è sempre stato un grande sostenitore del fair play finanziario UEFA, nella sostanza inapplicabile (vedere PSG e Real Madrid) ma importante almeno come principio. E quindi? Ad alto livello nessun allenatore è mai stato capace di dare tanto, in termini finanziari, al proprio club, come Wenger. Esistono anche statistiche molto precise in merito, insieme all’elenco di giovani presi per quasi niente e rivenduti a peso d’oro (Anelka, Fabregas, eccetera). La sua unicità storica è stata ed è questa, al di là degli schemi che spesso ha avuto la flessibilità per cambiare (4-4-2 ma soprattutto 4-5-1 negli anni d’oro di Henry, fino all’approdo senile al 4-3-3) e di un fair play più concreto di quello di molti colleghi di vertice. Di sicuro, visto che lo ha anche detto più volte, lui avrebbe preferito qualche campione e qualche debito in più. ma si vive nel presente. E nel presente il gioco del suo Arsenal è quasi sempre stato al top mondiale, a prescindere dagli interpreti.
da http://blog.guerinsportivo.it/

domenica 16 marzo 2014

PL TOTTENHAM-ARSENAL= 0-1





Il prodigioso destro in corsa del piccolo Mozart Rosicky squarcia il derby di Londra Nord (il più sentito nella capitale) e regala all’Arsenal la prima vittoria a White Hart Lane dal 2007: i gunners, a una settimana dalla partita dell’anno in casa del Chelsea, tengono dunque il passo del Liverpool e del Man City e accorciano le distanze dai blues. È un italian job quello messo in atto al White Hart Lane: insolitamente gli uomini dell’esteta per eccellenza Wenger subiscono la pressione avversaria praticamente per l’intera durata del match colpendo alla prima occasione buona e conservando il risicato vantaggio fino al termine di questo vibrante derby, 154esima edizione in Premier League. Si conclude una settimana orribile per il Tottenham di Tim Sherwood: disastroso 1-3 patito dal Benfica in Europa League e, dopo il poker incassato dal Chelsea lo scorso week-end, ecco la sconfitta nel derby più infuocato della capitale inglese. Ma oggi, fermo restando le solite nefandezze difensive, sul piano dell’atteggiamento si può imputare davvero poco agli spurs; l’amara verità è che anche quest’anno la qualificazione in Champions League si sta inesorabilmente allontanando.
Arsenal in vantaggio al secondo minuto per il gol più veloce mai realizzato per un derby di Londra Nord (1'12''!): uno-due in velocità tra Rosicky e Oxlade-Chamberlain e fiondata di controbalzo sotto l’incrocio dei pali del piccolo Mozart. Il Tottenham si getta scriteriatamente all’attacco e concede la prateria per il potenziale 0-2 di Chamberlain ma The Ox, giunto a tu per tu con Lloris, sfodera uno scavetto da censurare. Gli spurs sfondano sulla fascia destra con i cross dal fondo di Andros Townsend: su uno di questi si avventa l’ex della gara Adebayor con la deviazione volante a lato di qualche millimetro. L’Arsenal si arrocca nella propria metà campo ma quando verticalizza in ripartenze sono dolori per i padroni di casa: Podolski ha una ghiotta occasione ma spara il sinistro sull’esterno della rete. Nella ripresa l’Arsenal rinuncia al gioco d’attacco e si limita ad arginare le folate degli spurs: in avvio Szczesny è sciagurato nel doppio svarione in uscita alta nel giro di pochi minuti; per sua fortuna Chadli non ha la necessaria lucidità per infilare la porta avversaria, con Koscielny a esaltarsi in disperata ribattuta a pochi metri dalla linea di porta. Al 65esimo Bentaleb pesca Adebayor con cross liftato dalla sinistra, ma la girata aerea del togolese si perde a lato: è sempre il grande l’ex del derby il pericolo pubblico numero uno. I cambi sono sintomatici delle intenzioni degli allenatori: conservativi quelli di Wenger, offensivi quelli del collega. Lo 0-1 resisterà sino alla fine con Szczesny a fare buona guardia sugli ultimi fuochi di Adebayor e con Lloris, sul versante opposto, a esaltare i propri riflessi su girata di un Mertesacker in scorribanda offensiva. da http://it.eurosport.yahoo.com
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Tottenham: Lloris 6, Naughton 6, Kaboul 6, Vertonghen 6.5, Rose 5.5, Chadli 6 (Sigurdsson 69mins, 6), Sandro 5.5 (Paulinho 68mins, 6), Eriksen 6 (Soldado 82mins, 6), Bentaleb 5, Townsend 6, Adebayor 5.5 Subs: Friedel, Kane, Walker, Lennon
Booked: Chadli, Sandro, Vertonghen, Soldado, Rose
Manager: Tim Sherwood 5
Arsenal: Szczesny 6.5, Sagna 6.5, Mertesacker 8, Koscielny 7, Gibbs 7, Rosicky 7.5 (Flamini 69mins, 6), Arteta 7, Oxlade-Chamberlain 7.5 (Vermaelen 85mins, 6), Cazorla 6, Podolski 6.5, (Monreal 77mins, 6), Giroud 5.5 Subs: Fabianski, Sanogo, Jenkinson, Gnabry
Booked: Sagna, Gibbs, Flamini
Goals: Rosicky 2
Manager: Arsene Wenger 7
Man of the Match: Mertesacker
Referee: Mike Dean (Wirral)
Table. 66 Chelsea, 62 Liverpool e Arsenal, 60 Manchester City, 53 Tottenham, 51 Everton,  48 Manchester United, 45 Southampton, 43 Newcastle..

sabato 15 marzo 2014

Wenger: «Stagione condizionata dagli infortuni»

A due giorni dal derby totale con il Tottenham, Arsene Wenger, manager dell'Arsenal, ha parlato dei tanti infortuni che hanno colpito i 'Gunners': «Sono preoccupato per questa situazione, arrivare nel momento 'clou' della stagione senza Ozil, Wilshere e Ramsey è assolutamente negativo. A Monaco abbiamo giocato senza Gibbs e Monreal, con Vermaelen sulla fascia». «Stiamo studiando la situazione per capire se tali infortuni siano collegati o meno. Ozil? E' una brutta perdita, perché si tratta di un grande giocatore. Ma abbiamo sostituti all'altezza, con la qualità giusta per poter fare bene anche senza di lui. White Hart Lane? Per nessun club è semplice giocare in quello stadio, abbiamo ricordi più o meno felici ma siamo comunque pronti a giocarcela». da http://www.calcionews24.com/

venerdì 14 marzo 2014

Bendtner ubriaco si spoglia e minaccia tassista

Forse non sarà uno psicopatico, ma di certo ha atteggiamenti da cafone maleducato: nella notte in cui l’Arsenal dice addio alla Champions League, Nicklas Bendtner minaccia un tassista prima di slacciarsi i pantaloni e strusciarsi sul taxi.A raccontare il particolare show notturno del danese è stato lo stesso tassista al quotidiano danese BT: “In 25 anni che faccio questo lavoro, ne ho caricati tanti di ubriachi, ma una cosa del genere non l’avevo davvero mai vista”, ha detto l’uomo. Bendtner non scende in campo con i Gunners dal 2 febbraio ma la scorsa settimana ha risposto alla convocazione della Danimarca. Approfittando della trasferta in Germania dei suoi compagni, eliminati dal Bayern Monaco, l’ex attaccante della Juventus è volato in Danimarca per concedersi una serata, ad alto tasso alcolico, con gli amici di sempre, poi conclusasi all’alba. “Erano tutti piuttosto ubriachi, appena saliti in auto hanno preso alcuni miei oggetti personali che avevo fra i sedili – il racconto del tassista -. Quando ho chiesto di ridarmeli, Bendtner è andato letteralmente fuori di testa. Mi ha urlato che se non fosse stato così famoso mi avrebbe fatto a pezzi e poi mi ha chiamato ‘piccolo maiale’”. Solo la minaccia di chiamare la polizia ha convinto il gruppo a scendere dal taxi, ma una volta in strada Bendter si è slacciato i pantaloni e ha cominciato a strusciarsi contro il finestrino del taxi, insultando al tassista. “Mentre chiamavo la polizia sono intervenuti i suoi amici e lo hanno trascinato via”, ha concluso il tassista. Non più tardi di un mese fa il danese aveva dichiarato alla stampa di non essere uno psicopatico interessato solo a divertirsi ma un serio professionista: puntuale, alla prima occasione, è giunta la smentita. da http://www.repubblica.it/

giovedì 13 marzo 2014

Wenger duro su Robben: "E' un grandissimo tuffatore"

"E' un giocatore fantastico, ma anche un grandissimo tuffatore". Arsène Wenger a piedi uniti su Arjen Robben nella conferenza stampa dopo l'1-1 di ieri sera all'Allianz Arena, costato, per il secondo anno di fila, l'eliminazione dell'Arsenal negli ottavi a opera del Bayern. Il tecnico dei Gunners si riferisce al rigore molto generoso concesso all'olandese dopo una serpentina "stoppata" in area da Koscielny. Era il terzo penalty, tra andata e ritorno, di cui curiosamente nessuno realizzato. Poco importa che fosse il 91' e che Müller si sia fatto ipnotizzare da Fabianski e abbia calciato centrale: Wenger aveva il dente avvelenato dopo lo 0-2 di Londra."Robben è bravissimo a creare qualcosa dal nulla", ha incalzato Wenger, "ma da un giocatore come lui mi aspetterei un comportamento diverso. Non appena trova qualcuno davanti, cade. Ne abbiamo parlato ieri coi ragazzi: forse qualche ammonizione gli farebbe perdere il vizietto di tuffarsi". Wenger poi allarga il discorso all'arbitraggio. "Credo che nel secondo tempo le possibilità fossero 50 e 50 ma, nel complesso, nel doppio confronto la differenza l'ha fatta l'espulsione di Szczesny all'andata. Quella decisione ha avuto un impatto enorme anche sull'1-1 di stasera. Ma abbiamo avuto lo spirito giusto fino alla fine. Auguro buona fortuna al Bayern, è una buona squadra, ma penso che sia più vulnerabile rispetto allo scorso anno''. "Ho sempre detto che essere un buon allenatore vuole anche dire saper accettare la sconfitta", ribatte Robben. "Quando vinci è giusto essere euforici ma quando perdi non puoi lamentarti per le sciocchezze". E continua: "Non per difendermi, ma i due rigori erano netti. Da un allenatore del suo livello mi aspetterei un po' più di classe". Già dopo l'andata Robben si era espresso chiaramente sul rigore e l'espulsione del portiere dell'Arsenal al minuto 37. "Ho rivisto il filmato del fallo di Szczesny nei miei confronti, e posso dire che sono stato molto fortunato. Sarebbe potuto finire con conseguenze ben peggiori. Ho ancora i brividi sulla spina dorsale". L'ala del Bayern aveva attaccato Wenger senza peli sulla lingua: "La sua è stata la tipica reazione dell'allenatore perdente. Non mi sorprendo, visto che si tratta di Wenger. Rivedere il fallo è stato uno shock e mi è venuto in mente il mio periodo di stop recente".In casa Arsenal, alla rabbia per l'eliminazione si aggiunge la preoccupazione per l'infortunio di Mesut Özil, che non è rientrato in campo nella ripresa. Sospetta distrazione al bicipite femorale: oggi tutti gli esami del caso, ma potrebbe trattarsi di uno stop di diverse settimane. da http://www.gazzetta.it/

martedì 11 marzo 2014

CL BAYERN MUNCHEN-ARSENAL= 1-1


Magra consolazione quella di uscire imbattuti dall'Allianz Arena. L'Arsenal non perde ma abbandona la Champions League, con un 1-1 in casa del Bayern Monaco (in gol Schweinsteiger e Podolski), che si limita a controllare una gara che pare più un'esibizione e spreca un calcio di rigore al 90' con Thomas Müller. Dopo il 2-0 dell'andata in favore dei bavaresi, la squadra di Wenger si è accontentata di fare una bella figura, non ha lottato né ha mai creduto di passare il turno. I primi trenta minuti del Bayern sono di comoda e assoluta gestione di palla. Schweinsteiger e Thiago Alcantara iniziano l'azione, che sviluppa poi spesso sull'esterno (meglio Alaba a sinistra di Lahm) e con le iniziative di Ribery e Robben che vengono frequentemente dentro il campo. L'olandese è il più ispirato, facilitato anche dal peso minore della copertura di Cazorla, che fatica nell'azione di raddoppio, dopo la prima marcatura di Vermaelen. Wenger disegna un 4-3-3 con i tre centrocampisti centrali, Arteta, Oxlade-Chamberlain e, appunto, Cazorla: aiutano bene la linea di quattro dietro e dovrebbero diventare chiave nella ripartenza, che invece non c'è. Nullo l'apporto di Özil, completamente fuori gara, Podolski riceve raramente palla oltre la metacampo, mentre Giroud è ben controllato dalla coppia Javi Martinez-Dante (che però si becca un giallo che lo lascerà fuori dal primo match dei quarti di finale). Il Bayern gestisce il 2-0 dell'andata senza dannarsi eccessivamente, l'Arsenal preferisce non rischiare nel primo tempo e si scuote giusto un po' nella ripresa, quando Wenger leva Özil e inserisce Rosicky. Un paio di fiammate di Podolski non spaventano i padroni di casa, che trovano il vantaggio al 54'. La difesa viene spostata a destra da una percussione, Cazorla non legge il movimento a rimorchio di Schweinsteiger, che si inserisce in mezzo, in solitaria, e può mettere alle spalle di Fabianski il suggerimento di Ribery. Al 54' è 1-0, ma il pareggio degli inglesi arriva tre minuti dopo. Ennesimo lancio in profondità per Podolski, che mette fuori tempo con una spinta giudicata regolare Lahm: con poco angolo, esplode un sinistro sul palo difeso da Neuer, che non riesce nemmeno a deviare. L'1-1 non spaventa il Bayern, che ricomincia a giocare il suo calcio e a gestire il ritmo della gara, con Kroos che sostituisce il non brillantissimo Götze. Nel finale potrebbe anche vincerla: Koscielny colpisce Robben in area ( l'olandese non fa nulla per rimanere in piedi), ma dal discetto Müller calcia troppo centralmente e Fabianski è bravo a deviare la palla che si spegne al di qua della linea. Certamente penalizzato dal sorteggio, che gli ha messo di fronte probabilmente la miglior squadra del Continente, Arsene Wenger finità nuovamente nell'occhio del ciclone. Özil, il giocatore più pagato quest'estate, ha deluso ed è stato sostituito durante la pausa tra i due tempi e, in un match chiave della stagione, l'Arsenal si è trovato senza attaccanti in panchina e con una lista infinita di infortunati. I sostituti deiGunners, al fianco del tecnico alsaziano, erano stasera solo sei: ci si è accorti all'ultimo che Ryo Miyaichi, convocato da Wenger, non poteva giocare in Champions non essendo in lista. Meglio pensare al prossimo derby col Tottenham, in arrivo. da http://www.gazzetta.it/
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Bayern Munich: Neuer 6; Lahm 7, Javi Martinez 7, Dante 6, Alaba 6; Schweinsteiger 7, Alcantara 6.5; Robben 6.5, Gotze 6 (Kroos 59, 7), Ribery 6.5; Mandzukic 6.
Subs: Starke, van Buyten, Rafinha, Pizarro, Boateng, Muller.
Booked: Dante.Manager: Pep Guardiola 6.5.
Goals: Schweinsteiger 54
Arsenal: Fabianski 7; Sagna 6.5, Mertesacker 7, Koscielny 7, Vermaelen 6.5; Arteta 6, Oxlade-Chamberlain 7.5; Cazorla 6.5, Ozil 4 (Rosicky 46, 6), Podolski 7; Giroud 6.5.
Subs: Viviano, Jenkinson, Flamini, Gnabry, Hayden.
Booked: Podolski, Arteta.Manager: Arsene Wenger 6.5.
Goals: Podolski 57
Man of the match: Oxlade-Chamberlain
Attendance: 68,000

sabato 8 marzo 2014

FAC ARSENAL-EVERTON= 4-1


Missione compiuta per l’Arsenal che supera l’Everton in casa e può continuare la sua marcia verso la finale di FA Cup nel tentativo, finalmente, di riprendersi un trofeo dopo tanto tempo di astinenza. I gunners esprimono anche un buon calcio che fa ben sperare in vista della sfida di martedì contro il Bayern all’Allianz. La rimonta è più che improbabile ma gli uomini di Wenger venderanno cara la pelle e tenteranno sicuramente di uscire con onore rispetto ai campioni in carica. Notizie positive per il manager francese arrivano anche da Özil e Giroud che mettono alle spalle le critiche degli ultimi giorni con prestazioni importanti. Per l’Everton finisce qui invece la presenza in FA Cup, bicchiere mezzo pieno però visto il pieno recupero di Lukaku a segno anche oggi dopo la rete decisiva di settimana scorsa contro il West Ham. L’Arsenal fa subito sul serio ed è Santi Cazorla a far partire l’azione del gol con il giocatore spagnolo a farsi in velocità tutta la metà campo avversaria prima di scaricare per Özil che supera Robles con il piattone mancino. L’Arsenal sembra scatenato e prova subito a raggiungere il raddoppio ma Robles interviene sui tentativi di Sanogo ed Oxlade-Chamberlain mentre Sagna prende la traversa direttamente con un cross dalla destra. L’Everton è dura a morire e la squadra ospite pareggia poco dopo la mezz’ora sfruttando un contropiede fatto partire da Barkley, cross per Mirallas che funge da sponda sul secondo palo per Lukaku che sulla linea di porta firma il gol del pareggio. Avvio lento nella ripresa e sono solo due le occasioni create: Barkley calcia alto sopra la traversa dopo un errore grottesco di Vermaelen, poi è Cazora a provare il destro a giro ma Robles devia in angolo. Wenger fa entrare Giroud e poco dopo l’Arsenal guadagna un rigore per fallo di Barry su Oxlade-Chamberlaine, dal dischetto non sbaglia Arteta che riporta i Gunners in vantaggio. Nel finale gioia anche per Giroud che realizza una doppietta grazie ai servizi di Sagna prima ed Özil poi. da http://it.eurosport.yahoo.com/
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Arsenal: Fabianski 6.5; Sagna 7 Mertesacker 7, Vermaelen 7, Gibbs 7.5 (Jenkinson 88); Arteta 8, Flamini 7, Cazorla 8; Oxlade-Chamberlain 7.5 (Rosicky 78), Ozil 8.5; Sanogo 5.5 (Giroud 60, 7)
Subs not used: Podolski, Viviano, Miyaichi, Gnabry.
Scorers: Ozil 7, Arteta 67 (pen), Giroud 83, 85.
Booked: Flamini, Giroud.
Everton: Joel 5; Coleman 6.5, Stones 6, Distin 6, Baines 6.5; McCarthy 6, Barry 7, Barkley 7 (Deulofeu 84), Mirallas 6 (McGeady 76); Pienaar 6 (Osman 76); Lukaku 6.5
Subs not used: Hibbert, Deulofeu, Naismith, Howard, Browning.
Scorer: Lukaku 32.
Booked: McCarthy.
Man of the match: Mesut Ozil.
Referee: Mark Clattenburg

mercoledì 5 marzo 2014

Arsenal, sarà “la solita vecchia storia”?

A volte il senso delle stagioni si può intuire dai piccoli dettagli: un gol fortunoso, un episodio arbitrale a favore, una parata decisiva al momento giusto. Questo, ovviamente, quando Eupalladecide di dare la propria benedizione. Quando il dio del calcio sceglie infatti altra sorte, la stagione rischia di assomigliare parecchio al momento dell’Arsenal.
Liverpool, Manchester United, Liverpool (FA Cup), Bayern Monaco – Sunderland e Stoke – e poi di nuovo Everton (FA Cup), Bayern Monaco, Tottenahm, Chelsea e Manchester City.
Più che un calendario normale, quello dei Gunners, dallo scorso sabato 8 febbraio a fino a fine marzo, sembra uno di quei tour di lusso in Asia che in Premier si è soliti fare in piena estate per ingrassare le casse. Eppure, per Arsene Wenger, di sole, ritiri e fan impazziti nemmeno l’ombra: siamo a Londra, è ancora inverno, e le prossime saranno praticamente tutte partite da dentro-fuori.
Che il calendario dell’Arsenal fosso insidioso i più fini analisti lo sottolinearono già in agosto, prevedendo per i Gunners un marzo folle in caso di sesto turno di FA Cup e contemporaneo passaggio agli ottavi di Champions League; ma l’inizio stagione dell’Arsenal – o meglio, una buona prima parte – aveva fatto riflettere anche i più scettici su come in fondo una squadra così avrebbe potuto affrontare senza paura il maxi-ostacolo calendario.
Avrebbe, appunto. Sì perché tra Eupalla e demeriti propri l’Arsenal sta dando gravi segnali di cedimento proprio nel momento più delicato; e Wenger al tempo stesso rischia di dar involontariamente credito ancora una volta alle parole di José Mourinho. La maxi scoppola ricevuta a inizio del ciclo terribile partito ad Anfield (5-1) non è stata di per sé un segnale molto incoraggiante, così come le occasioni sprecate contro il Bayern Monaco prima di crollare sotto i colpi di una squadra più cinica e forte. E poi gli infortuni. Il gioiello Aaron Ramsey – vero trascinatore per 2 mesi e mezzo - rotto da un pezzo, il crack di Walcott, il calo fisico di Jack Wilshere ma soprattutto il passaggio a vuoto di Mesut Ozil hanno portato ai Gunners un’involuzione evidente. La squadra che per la prima volta sembrava essere finalmente matura e in grado di gestire anche le difficoltà di sta sciogliendo come neve al sole, e le indicazioni di una reazione dal punto di vista psicologico sonopari a zero.
Il miglior indicatore da questo punto di vista è arrivato nella sfida di Stoke-on-Trent contro i Potters. L’imperativo nell’Arsenal era prima del weekend scorso uno solo: 6 punti nelle “sfide cuscinetto” contro Sunderland e Stoke in attesa di giocarsi tutto nel marzo folle. Ma la sconfitta con lo Stoke – e la peggior prestazione dell’Arsenal in questa stagione – rischia seriamente di portare i Gunners alle due sfide decisive contro City e Chelsea con una situazione già compromessa. Anche perché prima del bivio ci sono da affrontare le trasferte di Monaco di Baviera e White Hart Lane contro gli arci-rivali del Tottenham. Insomma, una situazione che non promette nulla di buono per l’Arsenal e che al tempo stesso non può nemmeno sorridere più di tanto per Ramsey. Il ritorno del gallese – 13 gol fino al Boxing Day, giorno del crac contro il West Ham – sarebbe dovuto arrivare proprio in questi giorni ma la ricaduta di fine gennaio priverà i Gunners del loro gioiellino presumibilmente fine alla sfida contro ilManchester City del 29 marzo. Lì, il ciclo terribile, sarà praticamente volto al termine e probabilmente saremo già a conoscenza dei fatti: Ozil avrà ritrovato se stesso?; Giroud avrà risolto risolto i suoi scandali?; Wilshere avrà preso per mano la squadra?; Wenger sarà riuscito a dare quella scossa psicologica che fin non si è praticamente mai vista (match con il Liverpool in FA Cup escluso)? Insieme alle risposte a queste domande arriverà dunque anche la replica a quella più comune in casa Gunners dall’ormai lontano 2005: ovvero se per l’Arsenal, alla fine, sarà la solita same old story.
da http://it.eurosport.yahoo.com/

martedì 4 marzo 2014

Bendtner: "Lascio l'Arsenal; e non sono psicopatico"

L'ex juventino Nicklas Bendtner ha confermato che a fine anno lascerà l'Arsenal, visto anche il contratto in scadenza: mai entrato nelle grazie di Arsene Wenger, si è creato una pessima reputazione con una serie di comportamenti sopra le righe, come l'arresto, a novembre, per aver devastato il suo appartamento, in un condominio di lusso. "La gente pensa che io sia uno psicopatico - ha confessato il 25enne danese al Jyllands-Posten- l'immagine che hanno di me è di uno che passa il suo tempo a far festa, senza importarmi del calcio. E questo è così lontano dalla realtà...". Bendtner è stato anche vittima di diversi infortuni e, nella sessione del mercato invernale, è stato accostato alla Lazio. Che magari potrebbe rifarsi sotto questa estate. da http://www.gazzetta.it/

sabato 1 marzo 2014

PL STOKE-ARSENAL= 1-0

Ed eccola qui. Puntuale, come in tutte le stagioni wengeriane che si rispettino, arriva la caduta rumorosa dell’Arsenal che in un pomeriggio spento mette in mostra tutti i problemi di sempre. Poco concentrati, senza idee e decisamente sotto ritmo, i Gunners perdono malamente sul campo dello Stoke City che, al contempo, con una prestazione attenta e vogliosa, si fa bastare un rigore di Walters dopo la consueta fesseria di Koscielny. Il Chelsea scappa così a +4 in vetta alla Premier ma, soprattutto, l’Arsenal imbocca nel peggiore dei modi il tunnel di impegni che da qui a fine mese lo vedrà affrontare Everton (FA Cup), Bayern Monaco (Champions), Tottenham, Chelsea e Manchester City. L’imperativo era stato “vietato perdere punti prima del filotto decisivo, poi si vedrà”. Probabilmente, con la sconfitta di Stoke-on-Trent, non servirà nemmeno arrivare in Primavera per capire il futuro dei Gunners… Lo Stoke parte con tutta la voglia del mondo e l’atteggiamento inspiegabilmente sornione dell’Arsenal gli permette di fare più che una bella figura. I primi 20 minuti vedono addirittura i Potters portar via il 65% di possesso palla e, solo sul finale di tempo, l’Arsenal ritorna in parità. Di occasioni da rete per i Gunners poi nemmeno a parlarne, ma è anzi Szczesny a dover salvare il risultato poco prima dell'intervallo. E nella ripresa la musica non cambia un granché. Certo, l’Arsenal inizia a districarsi nel consueto possesso palla, ma la sinfonia di fondo in realtà è la stessa: squadra lenta e occasioni da rete rare quanto un giorno intero di sole nelle Midlands. Se poi, a un quarto d’ora dalla fine, interviene come al solito Koscielny, la frittata si compie: mano altissima in area e palla presa in pieno. Penalty che Walters trasforma e che fa schizzare i decibel del Britannia. E l’Arsenal? Beh, la prima vera occasione da rete arriva all’83’ con il diagonale del subentrato Ozil – ancora fuori inizialmente per scelta tecnica – e la chance più grande al minuto 94’, quando Sanogo calcia in maniera indecente un comodo pallone a centro area. Un pomeriggio no per i Gunners in un momento di forma davvero deludente. Il problema, per Wenger, è che in un mese esatto arrivano 5 partite chiave. da http://it.eurosport.yahoo.com/
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Stoke City (4-5-1): Begovic 6.5; Cameron 7, Shawcross 8, Wilson 7, Pieters 6.5; Walters 7, Nzonzi 6.5, Whelan 7, Adam 7 (Ireland 73, 6), Arnautovic 6.5 (Etherington 88); Crouch 6. 
Subs: Sorensen, Muniesa, Palacios, Guidetti, Wilkinson.
Scorer: Walters pen 76
Booked: Pieters, Wilson
Arsenal (4-2-3-1): Szczesny 6; Sagna 5.5, Mertesacker 6.5, Koscielny 5, Gibbs 6; Arteta 5.5, Wilshere 5 (Sanogo 81 5); Rosicky 6 (Oxlade-Chamberlain 74, 6), Cazorla 6, Podolski 5.5 (Ozil 66, 6); Giroud 6.
Subs: Fabianksi, Vermaelen, Flamini, Gnabry.
Booked: Rosicky
Referee: Mike Jones 6
Man of the match: Ryan Shawcross
Table. 63 Chelsea, 59 Arsenal, 57 Manchester City, 56 Liverpool, 50 Tottenham, 48 Everton,  45 Manchester United, 43 Newcastle..