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venerdì 26 febbraio 2010

BOOK. "Febbre a 90°" di Nick Hornby (Guanda), 1997

Febbre a 90° (titolo originale Fever Pitch o a volte negli Stati Uniti Fever Pitch: A Fan's Life) è il titolo del libro autobiografico del 1992 scritto dall'autore Britannico Nick Hornby. Il libro divenne anche la base per due film: Uno fu il film inglese Febbre a 90° che uscì nel 1997, mentre l'altro fu un remake americano del libro intitolato L'amore in gioco del 2005. Febbre a 90° fu pubblicato nel 1992, e fu il primo libro di Hornby. È la storia della relazione tra l'autore, Hornby stesso, e il calcio, in special modo con l'Arsenal, squadra di Londra. Consiste di un buon numero di brevi saggi, ognuno relazionato con una singola partita tra il 1968 e il 1992. Mentre Hornby racconta gli alti e bassi dell'Arsenal, espone anche gli avvenimenti della propria vita, sempre intrecciati con l'adorazione di idoli dell'Arsenal come Liam Brady e il disprezzo per giocatori deludenti come Gus Caesar. Febbre a 90° vendette più di un milione di copie solo nel Regno Unito. Fu anche visto come una pietra miliare nella percezione pubblica del football, rendendo accettabile, o addirittura alla moda, l'interesse per questo sport anche in circoli più sofisticati. Vinse il premio Libro sportivo dell'anno William Hill nel 1992. Venne anche ristampato con una nuova copertina e reso disponibile come parte del pacchetto donato agli abbonati dell'Arsenal del 2005-06 al "Saluto Finale" nello stadio londinese di Highbury. da wikipedia

"Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente." La passione per il football e l’amore per la squadra del cuore possono, si sa, essere così intense da trasformare radicalmente la vita di un uomo, e così è stato per Nick Hornby, tifoso dell’Arsenal dall’età di undici anni. In Febbre a 90’ racconta in prima persona, con tono ironico e affettuoso, appassionato e divertito, gli entusiasmi e le depressioni, le impagabili emozioni e le cocenti delusioni vissute da un «ossessionato» del pallone. Una vera e propria «educazione sentimentale» del tifoso, un atto d’amore che può contagiarci per sempre, una vita vissuta ed esplorata attraverso il calcio quando il calcio era la vita.