Sette anni fa, una figura importante del calcio spagnolo in Inghilterra telefonò a David Moyes e gli chiese: "Stai ancora cercando un centrocampista centrale? Qualcuno che detti i tempi all'attacco? Sei pronto a rischiare con un giocatore che resta spesso in panchina in una squadra che non sta girando al massimo?". All'epoca Mikel Arteta andava regolarmente in panchina nella Real Sociedad de Fútbol, ma il tecnico dell'Everton FC decise di seguire il suo istinto e di puntare su di lui. E raramente un giocatore straniero ha saputo adattarsi così bene allo spirito del club. Poi, dopo quasi 180 gare di Premier League giocate con il club di Liverpool, il centrocampista si è trasferito all'Arsenal FC a settembre. Nel frattempo, l'Everton era cresciuto insieme a lui: una nuova struttura per gli allenamenti, le serate europee e una finale di FA Cup, ma a 29 anni lo spagnolo voleva confrontarsi con una nuova sfida. Arteta è approdato all'Arsenal sulla scia di uno dei trasferimenti più complicati che si ricordino, quello che ha riportato Cesc Fàbregas all'FC Barcelona. Un addio che ha lasciato un vuoto profondo nello spogliatoio dei Gunners e ancor più in campo. I paragoni con il connazionale si sono ovviamente sprecati, ma Arteta non gli ha dato troppo peso: "Se provassi a sostituirmi a Cesc, comincerei con l'approccio sbagliato. Io sono qui da poche settimane, mentre lui è rimasto otto anni. Per me sarebbe impossibile sostituirmi a lui sotto questo punto di vista". Ma Arteta e Fàbregas non hanno condiviso solo il destino di fari di centrocampo dell'Arsenal. Entrambi, infatti, sono approdati a La Masia, l'accademia giovanile del Barcellona, nel 1987. Fàbregas aveva dieci anni e Arteta, 15. E anche se il N°8 dell'Arsenal è rimasto in Catalogna solo per due anni, quell'esperienza lo ha formato come giocatore. "Ho imparato a passare il pallone al Barcellona, allenandomi con giocatori come [Josep] Guardiola, Rivaldo, Luís Enrique e [Luís] Figo - racconta -. La prima volta in prima squadra ho giocato un'amichevole di pre-campionato contro l'Hertha Berlino, avevo 16 anni e sono entrato all'intervallo al posto di Guardiola. Dopo la partita mi ha parlato a lungo di tutto ciò che avevo fatto in campo. Non c'è un aiuto migliore che un giovane possa chiedere". All'Arsenal, dove è uno dei volti nuovi, ha il compito di portare la sua esperienza a centrocampo, qualcosa che cerca di fare anche fuori dal terreno di gioco. "Lo spogliatoio è lo specchio dei periodi difficili che si hanno in campo, o di quei 15, 20, 75 minuti quando la squadra soffre davvero. In quei momenti si vede come reagiscono i tuoi compagni, gli sguardi tra loro dicono tutto. Quando tutto sembra perso un buono spogliatoio si compatta. E' importantissimo". Poi c'è Arsène Wenger, un manager che deve dare sempre l'esempio quando qualcuno mette dubbi sulla filosofia del club. "Sono rimasto sorpreso da quanto sia diretto il suo messaggio - spiega Arteta -. I giocatori non ricevono 40 istruzioni. Wenger dà a un giocatore sei o sette idee ed è tutto. Dopo 20 minuti sai già cosa stai facendo". A 29 anni, Arteta ha accettato il rischio di trasferirsi a un club che sta attraversando il periodo più complicato dagli anni '90. Wenger è sicuro di poter ottenere il meglio da Arteta: "E' un giocatore completo, sa fare le due fasi ed è molto ambizioso. Tutti ingredienti per essere un giocatore perfetto per l'Arsenal". Dovesse aver ragione Wenger, il futuro dell'Arsenal sarebbe sicuramente più sereno.
martedì 22 novembre 2011
lunedì 21 novembre 2011
da "Indiscreto" (London Calling)
"Indiscreto" il blog di Stefano Olivari, ha recensito cosi il nostro libro..
http://nuovoindiscreto.blogspot.com/
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sabato 19 novembre 2011
PL NORWICH-ARSENAL= 1-2

Bellissima partita, giocata a viso aperto da tutte e due le squadre, meraviglioso Van Persie autore della sua 110° rete con la maglia dell'Arsenal, ma non di meno è stato Walcott.. ispiratore di bellissime giocate. (foto reuters)
L’Arsenal FC doveva vincere sul campo del coriaceo Norwich City FC per agganciare momentaneamente il quarto posto in classifica. La squadra di Arsène Wenger riesce nell'impresa ed espugna 2-1 il campo dei Canarini, grazie alla doppietta del proprio bomber Robin van Persie.
Partita subito scoppiettante a Carrow Road con i Gunners che sfiorano più volte il vantaggio, ma al 16’ sono i padroni di casa a sbloccare il risultato. L’1-0 per i padroni di casa arriva grazie a Steve Morison, che sfrutta l’amnesia difensiva del tedesco Per Mertesacker, per realizzare a pochi passi dal portiere ospite Wojciech Szczęsny. La squadra di Wenger attacca con tutti i propri uomini e dopo due buone occasioni fallite, trova il pareggio al 26’ con il “solito” Van Persie che insacca sul perfetto assist di Theo Walcott.
Nella seconda frazione sono ancora gli ospiti a dominare, ma prima Aaron Ramsey e poi Gervinho falliscono due facili occasioni a tu per tu con John Ruddy. Al 59’ ci pensa ancora van Persie a portare in vantaggio i biancorossi, con un bel tocco sull’assist di Alex Song. Gli ospiti continuano ad attaccare a pieno organico con Walcott che all’87 colpisce il palo, ma i canarini riescono a limitare i danni e chiudere con un solo gol al passivo, nonostante le venti conclusioni in porta dell’Arsenal.
da Uefa.com
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Gol: Morison (16), VanPersie (27), VanPersie (59),----------------------------------------------------------------------
Norwich J Ruddy, L Barnett, M Tierney , R Martin, K Naughton, A Crofts, D Fox (E Bennett , 45), B Johnson, W Hoolahan (G Holt , 69), A Pilkington (S Jackson, 82), S Morison
Arsenal W Szczesny, T Vermaelen, P Mertesacker, L Koscielny, A Santos, T Walcott (J Djourou, 89), A Song, A Ramsey, M Arteta, R van Persie, Gervinho (Y Benayoun, 78)
Referee: P Dowd
Attendance: 26801
Stadium: Carrow Road
Table: 34 Man City, 29 Man Utd, 25 Newcastle, 22 Chelsea, Tottenham & Arsenal, 19 Liverpool...
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