Il contratto di Arsene Wenger scade a fine stagione. Il tecnico francese dell'Arsenal ha dichiarato: "Non c'è alcuna fretta, siamo solo a settembre e il mio contratto scade a giugno, quindi c'è ancora tanto tempo. Non c'è bisogno di programmare alcun incontro, ho detto tante volte che voglio fare bene con questa squadra e alla fine mi chiederò quanto bene avrò fatto rispetto agli uomini che avevo a disposizione. La risposta sarà sufficiente per decidere se andare avanti oppure no, infatti uno dei principali criteri di giudizio per un allenatore è quanto bene fa con la squadra che ha".
venerdì 13 settembre 2013
mercoledì 11 settembre 2013
Flamini: "Il Milan mi aveva offerto un biennale, all'Arsenal grazie a Wenger"
Attraverso una intervista concessa aFrance Football, Mathieu Flamini (29) è tornato sull'addio al Milan per vestire nuovamente la maglia dell'Arsenal: "Il club di via Turati mi ha chiesto di rinnovare il contratto per due anni - ha spiegato l'ex rossonero, come riporta Milannews.it -. Tuttavia, a 29 anni, non ho voglia di firmare per meno di tre stagioni. Ho avuto altre opportunità in Italia, dove alcuni club mi hanno contattato, così come da diverse società in Germania e in Inghilterra". L'ex rossonero ha raccontato poi chi lo ha convinto a firmare nuovamente per l'Arsenal: "'In questa fase della mia carriera, era una scelta importante e così ho preso il tempo di pensare. Per mantenere la mia forma fisica, ho deciso di allenarsi con l'Arsenal e in questo periodo abbiamo raggiunto un accordo. Il fatto che Arsene Wenger sia ancora l'allenatore dei gunners è stato determinante nella mia decisione. Lui mi conosce molto bene e ha giocato un ruolo importante nella mia carriera: mi ha introdotto nel miglior campionato, la Premier League, e mi ha insegnato tanto a livelli tattico, tecnico e mentale". da http://www.tuttomercatoweb.com
lunedì 9 settembre 2013
Gunners da titolo?
“In Arsene we trust” è la scritta che campeggia sugli spalti dell’Emirates da qualche anno a questa parte. È la frase che i tifosi dell’Arsenal ripetono ogni giorno più del Pater nosterquasi per autoconvincersi: questo è lo strano legame che lega il tecnico alsaziano alla sua tifoseria, in alcuni momenti amato come Ferguson all’Old Trafford, in altri odiato come Benitez a Stamford Bridge.
Fatto sta che è da ormai 19 anni che il francese siede su quella panchina, quasi un ventennio di successi, certo, ma è impossibile dimenticarsi che è da otto anni che l’Arsenal non vince un trofeo: tanto, troppo tempo. Eppure Arsene continua nella sua politica: «Noi creiamo talenti, non li compriamo per fior di milioni, è questo il bello del calcio». Ai tifosi però non importa molto di essere “il bello del calcio” se poi subiscono umiliazioni eclatanti come l’8-2 all’Old Trafford, il 3-0 interno nel derby contro il Chelsea di Ancelotti e il 4-0 a San Siro contro il Milan: va bene la politica dei giovani, va bene la politica del Fair Play Finanziario, va bene qualificarsi ogni anno in Champions League ma in molti all’Emirates sembrano essersi scocciati.
Questa sessione estiva di calciomercato è passata nel solito modo (se non addirittura peggio) fino quasi al “dong” finale: unici colpi il giovane Yaya Sanogo e il ritorno di Mathieu Flamini (tra l’altro entrambi a parametro zero), con la particolarità però di non aver ceduto nessuna bandiera (forse perché effettivamente a parte Wilshere di veri e propri uomini simbolo alla Fabregas e alla Van Persie in quel della parte biancorossa del nord di Londra non ce ne sono più).
All’ultimo giorno di mercato però il manager alsaziano decide di rompere gli indugi e di ingaggiare il portiere italiano ex Fiorentina e Palermo (tra le altre) Emiliano Viviano, “un secondo portiere decente, finalmente” avranno pensato i supporter deiGunners, che ancora la notte sognano le papere di Almunia sudando freddo, ma non certamente abbastanza per competere per la Premier. Perché se è vero che l’Arsenal ha letteralmente schiantato il Fenerbahçe nei preliminari di Champions (un complessivo 5-0) e ha battuto per 1-0 giocando nettamente meglio il Tottenham nel North London derby (rete del solito Giroud), non bisogna dimenticare che la prima versione stagionale del team di Wenger ha perso per 1-3 in casa contro un Aston Villa che l’anno scorso sarebbe dovuto retrocedere.
Nel pomeriggio di lunedì, però, inizia a rimbalzare sui vari tabloid britannici la notizia di un Mesut Özilintento a sostenere le visite mediche per l’Arsenal a Monaco di Baviera: la stampa insiste, i tifosi sono quasi increduli, l’Arsenal, il tirchio Arsenal, la squadra che “non spreca soldi per giocatori affermati” sembra abbia superato niente di meno che il Psg in un’asta milionaria per il talento tedesco. A poche ore dalla chiusura del mercato arriva l’ufficialità:“Mesut Özil is a new Arsenal’s player” e non finisce qui. Arsene ha sborsato ai Galacticos ben 47 milioni di sterline. In poche parole: il secondo acquisto più costoso della storia del calcio inglese, dopo il trasferimento di Fernando Torres dal Liverpool al Chelsea.
L’eccitazione e lo stupore ora la fanno da padrone nella parte biancorossa del ord di Londra dove i tifosi sono finalmente fiduciosi in una grande stagione. Certo la rosa dell’Arsenal non si è completata con questo colpo: rimangono i problemi legati all’ingaggio di un terzino sinistro e di un centrale di difesa di livello, oltre a un bomber di razza (Giroud è in grandissima forma ma con un Suarez i Cannonieridiventerebbero letali). Ora però anche i tifosi che più hanno contestato dirigenza e manager sono stanchi di criticare, ora vogliono solo sognare, sognare in grande, in fondo oggi festeggiano il centenario dell’insediamento nel loro storico “nido” nel nord di Londra ma, soprattutto, loro in Arsene ci hanno sempre creduto.
di Mattia Bonasia, da http://www.echeion.it
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