sabato 22 marzo 2014

PL CHELSEA-ARSENAL= 6-0

Mille partite e sei gol. Non solo: anche un errore madornale dell’arbitro Marriner, che confonde i giocatori ed espelle un innocente. La festa di Arsene Wenger, alla millesima partita alla guida dell’Arsenal, si rivela un incubo: il Chelsea distrugge i Gunners 6-0 e ancora una volta il francese deve inchinarsi di fronte a Mourinho. Non può essere un caso se in undici scontri diretti il portoghese non ha mai perso con il grande rivale: vogliamo dirlo una volta per tutte che Mou è meglio di Wenger? L’Arsenal perde il derby prima di giocarlo. Wenger sbaglia la formazione: gioca Rosicky che non sta bene e Flamini, uno dei pochi combattenti di una squadra leggera, va in panchina. Di fatto, Wenger consegna il centrocampo al Chelsea, dove invece Mou ha scelto come coppia di mediani una diga solida, composta da Matic – vero regista – e Luiz. Il guizzo di Giroud, lanciato da Rosicky, che si inserisce tra i due centrali e tira in corsa, costringendo Cech a sporcarsi subito i guanti, è un’illusione. Trenta secondi dopo il Chelsea è già avanti. E’ il 5’: Schurrle libera Eto’o che si aggiusta il pallone e di sinistro impallina Szczesny. Al 7’ è già 2-0: Schurrle, devastante, prende la mira e da venti metri indovina l’angolo giusto. L’Arsenal è una zattera alla deriva. Al quarto d’ora, l’episodio chiave della gara, con l’errore madornale dell’arbitro Marriner. Torres serve Hazard che scaglia il pallone verso la porta. Szczesny è battuto, ma Oxlade-Chamberlain si tuffa e devia in angolo. Marriner non si accorge di nulla, ma i giocatori del Chelsea lo circondano e Mourinho salta in panchina indicando il braccio. Non si capisce bene se a risolvere la faccenda sia il guardalinee Ledger o il quarto uomo Taylor, ma Marriner alla fine indica il dischetto ed estrae il cartellino rosso. Oxlade-Chamberlain? No, Gibbs. Marriner confonde i giocatori, forse consigliato male dai suoi assistenti. Invano Oxlade-Chamberlain urla a Marriner “Sono stato io”. L’arbitro è irremovibile. Hazard non si scompone: spiazza Szczesny e firma il 3-0. La partita è già finita dopo un quarto d’ora. Wenger sbaglia ancora: fuori Podolski e dentro Vermaelen. Il 4-0 arriva al 42’: assist di Torres e Oscar infila il pallone all’incrocio. E’ ancora il brasiliano, al 66’, a trovare il 5-0: tiro da lontano e panciata di Szczesny. Il 6-0 premia Salah: l’egiziano elude il fuorigioco sul lancio di Matic e buca il portiere polacco. Mourinho non si accontenta. Spinge i suoi all’attacco: vuole altri gol per rendere più consistente la differenza reti, dove Manchester City e Liverpool sono avanti rispetto ai Blues. Luiz, Salah e Torres sfiorano il 7-0. Giroud è l’unico che ha ancora voglia di combattere nell’Arsenal. Il 6-0 consegna a Mourinho la vittoria più rotonda nella sua storia alla guida del Chelsea. Wenger completa la giornata nera rifiutando di presentarsi in conferenza stampa. Il francese compie un’impresa leggendaria: perde due volte, in campo e fuori, nel giorno della millesima partita alla guida dell’Arsenal. Com’era la storia dell’eleganza di Wenger? da http://www.gazzetta.it
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Chelsea: Cech 7, Ivanovic 7, Terry 6, Cahill 6, Azpilicueta 8; Luiz 7, Matic 7, Schurrle 8, Oscar 8 (Salah, 67), Hazard 8, Eto'o 7 (Torres, 10)
Subs not used: Schwarzer, Lampard, Mikel, Ba, Kalas
Goals: Eto'o 5, Schurrle 7, Hazard pen 17, Oscar 42, Oscar 66, Salah 70
Arsenal: Szczesny 6, Sagna 5, Metesacker 5, Koscielny 5 (Flamini, 45), Gibbs 6; Arteta 4, Rosicky 5; Oxlade Chamberlain 4 (Jenkinson, 45), Cazorla 5, Podolski 5 (Vermaelen, 23) ; Giroud 5
Subs not used: Fabianski, Sanogo, Kallstrom, Gnabry.
Booked: Rosicky Sent off: Gibbs
Referee: Andre Marriner 4
Attendance: 41,614

Table. 69 Chelsea, 65 Liverpool, 63 Manchester City 62 Arsenal, 54 Everton, 53 Tottenham, 48 Manchester United, 45 Southampton, 43 Newcastle..

1000 partite per Wenger


venerdì 21 marzo 2014

Il fair play non solo finanziario di Wenger

Quella contro Il Chelsea di Mourinho è per Arsene Wenger la millesima partita sulla panchina dell’Arsenal (la numero 668 in Premier League), anche se nel calcio di oggi fa più impressione osservare che l’allenatore alsaziano guida i Gunners ormai da 17 anni e mezzo. Ancora più impressione dei 27 anni del britannico Ferguson con il Manchester United, comunque cementati da un maggior numero di trofei. Al di là delle vittorie, che nonostante i luoghi comuni non sono certo mancate (3 Premier League, 4 FA Cup, una sfilza di finali, su tutte quella della Champions 2006 contro il Barcellona, e di ottimi piazzamenti), con rose quasi sempre inferiori a quelle dei concorrenti di pari rango, il valore di un tecnico è dato soprattutto da quello che è riuscito a combinare in un dato contesto. Non solo Wenger non ha mai avuto a disposizione dream team, ma si è spesso trovato nella situazione di dover creare cassa per finanziare mercato e stadio. Una specie di super-Zeman o super-Guidolin, insomma, con una dimensione internazionale indiscutibile. Lui stesso si è di recente autocelebrato parlando non di gioco ma di cifre: “In questi due decenni noi dell’Arsenal ci siamo confrontati con avversari che ogni stagione potevano perdere 150 milioni di sterline senza problemi, mentre noi non solo dovevamo andare in pareggio ma eravamo obbligati a trovare 30 milioni l’anno per i pagamenti dello stadio”. Facile individuare in Chelsea e Manchester City gli avversari dalle spese no limits, per non dire che anche con azionisti di maggioranza meno portati alle follie Manchester United, Liverpool e lo stesso arci-rivale Tottenham hanno quasi sempre proposto un calciomercato più brillante di quello del club che nel 2006 ha demolito lo storico Highbury nel nome di un ‘nuovo calcio’ che si può disprezzare pur senza essere ultras. Sì, L’Emirates è bello, ma uno stadio così potrebbe essere indifferentemente a Rio de Janeiro, a Tokyo o a Johannesburg. Highbury era un’altra cosa (Parentesi: fino agli anni Ottanta, prima del rapporto Taylor, la sua capienza era esattamente uguale a quella attuale dell’Emirates). Noi lo diciamo, il quasi 65enne Wenger probabilmente non ha potuto farlo per aziendalismo. L’estate scorsa l’acquisto di Ozil dal Real Madrid per 42 milioni di sterline ha forse segnato un’inversione di tendenza, ma in nessun caso l’Arsenal si potrà mettere sul piano degli Abramovich e degli Al Mansour. Per questo Wenger è sempre stato un grande sostenitore del fair play finanziario UEFA, nella sostanza inapplicabile (vedere PSG e Real Madrid) ma importante almeno come principio. E quindi? Ad alto livello nessun allenatore è mai stato capace di dare tanto, in termini finanziari, al proprio club, come Wenger. Esistono anche statistiche molto precise in merito, insieme all’elenco di giovani presi per quasi niente e rivenduti a peso d’oro (Anelka, Fabregas, eccetera). La sua unicità storica è stata ed è questa, al di là degli schemi che spesso ha avuto la flessibilità per cambiare (4-4-2 ma soprattutto 4-5-1 negli anni d’oro di Henry, fino all’approdo senile al 4-3-3) e di un fair play più concreto di quello di molti colleghi di vertice. Di sicuro, visto che lo ha anche detto più volte, lui avrebbe preferito qualche campione e qualche debito in più. ma si vive nel presente. E nel presente il gioco del suo Arsenal è quasi sempre stato al top mondiale, a prescindere dagli interpreti.
da http://blog.guerinsportivo.it/