mercoledì 1 ottobre 2014

CL ARSENAL-GALATASARAY= 4-1

Una partita senza storia quella andata in scena questa sera all'Emirates Stadium di Londra. Soprattutto nel primo tempo sembra esserci una sola squadra in campo, l'Arsenal, che con un gioco spettacolare ha annichilito il Galatasaray. IGunners rifilano un poker ai turchi, condito da una tripletta di Danny Welbeck. Sicuramente da rivedere il Galatasaray di Prandelli, apparso davvero indeciso e poco propositivo. Prima vittoria stagionale per l'Arsenal in Champions League. Wenger, ancora una volta alle prese con molti infortuni, su tutti quello di Debuchy, schiera i suoi con il 4-2-3-1, proponendo un terzetto di trequartisti pazzesco a supporto dell'unica punta Welbeck: Oxlade-Chamberlain, Ozil e Alexis Sanchez. Prandelli schiera i suoi con un classico 4-4-2, e fa partire dal primo minuto Pandev, Dzemaili e Sneijder.
Pronti via si intravede già la trama della partita, Arsenal in possesso continuo del gioco con i suoi funamoboli, e Galatasaray rintanato nella propria metà campo pronto a sfruttare il minimo errore degli inglesi. Ma i Gunners non lasciano nulla al caso, sono ben messi in campo e in una di quelle serate perfette, dove ti riesce davvero tutto. Le occasioni da goal si susseguono, ci prova prima Ozil che impegna Muslera, e poi Sanchez che calcia di poco a lato. Ma il goal non tarda ad arrivare; al 22° minuto ci pensa Welbeck a mettere le cose in chiaro, che servito da Sanchez non lascia scampo al portiere dei turchi. I Gunners sono padroni del campo, e, dopo altre due nitide occasioni da goal, trovano il raddoppio, sempre con Welbeck, questa volta bravo a saltare Felipe Melo e a depositare la sfera in rete. Il Galatasaray accusa il colpo e rischia di prendere subito la terza rete, ma questa volta Muslera si supera e devia in corner. Al 34° finalmente gli ospiti si fanno vedere dalle parti di Szczesny. Pandev, servito da Sneijder, conclude a colpo sicuro, ma il portiere polacco intuisce e fa sua la sfera. L'Arsenal non si accontenta, e sull'asse Ozil-Sanchez trova la rete del 3-0. Passaggio perfetto del fantasista tedesco, con l'attaccante cileno bravissimo ad entrare in area e a depositare la palla in rete. Primo tempo a senso unico dell'Arsenal, che non ha lasciato scampo al Galtasaray. Prandelli prova a cambiare qualcosa, inserisce Altintop e lascia negi spogliatoi uno svogliato Kurtulus. Wenger è evidentemente soddisfatto del primo tempo dei suoi ragazzi e non cambia nulla. Non passano neanche 7 minuti e l'Arsenal trova il poker. Chamberlain semina il panico in area turca, e serve un assist perfetto perWelbeck che deve solo appoggiare in rete. Hattrick per la punta della nazionale inglese, che stasera si porta anche il pallone a casa! Dopo il 4-0 i Gunnersabbassano vistosamente i ritmi, ma il Galatasaray non riesce a pungere in avanti. Al 62° minuto di gioco ci pensa l'arbitro Rocchi a ravvivare il match, fischiando un rigore a favore dei turchi ed espellendo il portiere dell'Arsenal Szczesny. Wenger toglie Sanchez e fa entrare il portiere colombiano Ospina, che non può nulla sul rigore calciato da Yilmaz, che sigla quindi il 4-1. Al 70° Ospina si supera su Dzemaili, che aveva calciato benissimo dal limite dell'area. Nonostante l' inferiorità numerica i Gunners riescono a difendersi egregiamente, e rischiano in una sola occasione all'83° minuto, ma Ospina è insuperabile. Vittoria meritata dell'Arsenalche sale a 3 punti in classifica, dietro il Dortmund primo a punteggio pieno, ilGalatasaray resta ad un punto insieme all'Anderlecht. da http://www.vavel.com/
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Arsenal: Szczesny 5, Chambers 6, Mertesacker 6, Koscielny 6, Gibbs 6.5, Flamini 6.5, Cazorla 7, Ozil (Wilshere 77), Sanchez 7 (Ospina 62, 6), Oxlade-Chamberlain 7 (Rosicky 68, 6), Welbeck 8.
Subs not used: Coquelin, Bellerin, Campbell, Podolski.
Goals: Welbeck (22, 30 and 52), Sanchez (40).
Booking: Flamini (44).
Sending off: Szczesny (60).
Manager: Arsene Wenger 7. 
Galatasaray: Muslera 5, Chedjou 4, Felipe Melo 4, Semih Kaya 5, Veysel 5 (Bulut 69, 5), Yekta 5 (Altintop 46, 5), Dzemaili 6, Telles 5, Sneijder 6.5, Pandev 6 (Bruma 69, 5), Burak Yılmaz 6.5.
Subs not used: Bolat, Balta, Adin, Camdal.
Goal: Yilmaz (63) 
Bookings: Melo (34), Dzemaili (43).
Manager: Cesare Prandelli 5. 
Referee: Gianluca Rocchi (Italy) 6. 
Attendance: 59,803. 
Table. 6 Dotmund, 3 Arsenal, 1 Galatasaray e Anderlecht

martedì 30 settembre 2014

Tegola Ramsey: almeno sei settimane di stop per il gallese

Ennesima tegola di natura fisica per il centrocampista dell'Arsenal Aaron Ramsey. Come riportano le ultime notizie dall'Inghilterra, infatti, gli ultimi esami hanno evidenziato un infortunio al tendine del ginocchio. Saranno almeno sei le settimane di stop per il calciatore infortunatosi durante il derby pareggiato per 1-1 contro il Tottenham. da http://www.tuttomercatoweb.com/

domenica 28 settembre 2014

ARSENAL-TOTTENHAM, il giorno dopo


Non era la partita del secolo, dell’anno e nemmeno del giorno, ma Arsenal-Tottenham, 24 ore dopo, merita un piccolo approfondimento per un motivo specifico: perché noi di Fox Sports eravamo presenti, e un piccolo reportage attraverso la visione personale di un evento merita sempre di essere fatto, magari per brevi punti riassuntivi.
ATMOSFERA - Modesta prima della partita, nelle immediate vicinanze dell’Emirates Stadium. Nel senso di scalinate di salita dalle vie circostanti, di ampio marciapiede che gira attorno allo stadio. È una conseguenza inevitabile della struttura stessa dell’impianto, che è leggermente separato dal mondo che gli sta attorno: nel tratto in cui si lasciano le strade di accesso, non vi sono, fino ai tornelli, chioschi se non quelli di vendita dei programmi della partita, per cui non si crea la possibilità di raduno progressivo di persone, se non di chi ha fissato lì un punto di ritrovo per poi però entrare immediatamente. Più animato il resto del quartiere, proprio in pub e locali appena fuori dall’ombra dello stadio, e animati pure i mezzi di trasporto, con cori spontanei, isolati, a volte di poche persone, chiaramente però elettrizzate dal pensiero dell’imminente partita. È del resto in quegli ambienti, ovvero i pub, che va cercata al giorno d’oggi una passione vocale che in altri tempi - e con altri pericoli, però - poteva allargare il suo suono a tutto il quartiere, senza una regola. All’interno dello stadio un tifo non di alto livello, se non come conseguenza di momenti importanti della partita: notevole l’immediata reazione dei tifosi Arsenal al gol del Tottenham, così come sempre affascinante “Oh When the Spurs go marching in” degli ospiti (e a questo proposito presto ci saranno novità nella programmazione di Fox Sports). Abbiamo seguito la partita dal Directors’ Box, ovvero la tribuna vip (Boris Becker, Franco Baldini, il presidente degli Spurs Daniel Levy, l’amministratore delegato dell’Arsenal Ivan Gazidis erano nelle medesime poltrone, per dire), e ci ha sorpreso il fatto che anche lì, dopo un abbondante pasto pre-partita (al quale ha presenziato, solo per salutare i presenti, anche Arséne Wenger, a meno di un’ora dal calcio d’inizio), ci fossero comunque emozioni palesi anche se non sbracate, un’atmosfera certamente pacata e rispettosa dell’ambiente (poltrone in pelle, camerieri e tutto il resto) ma non soporifera e distratta come si può pensare. Un po’ di emozione anche nel vedere Alan Sunderland, centravanti dell’Arsenal tra il 1977 e 1984: non ha sorpreso vederlo firmare maglie di cotone gialle con colletto blu, perché quella era la maglia dei Gunners il 12 maggio del 1979, in una delle finali di FA Cup più belle della storia. L’Arsenal vinceva 2-0 all’86°, ma nel giro di due minuti il Manchester United accorciò con Gordon McQueen e pareggiò con Sammy McIlroy tra scene di delirio (nelle curve i posti erano solo in piedi, e la massa umana impressionante). Si torna a centrocampo per il calcio d’inizio, Liam Brady (presente anche lui nella tribuna vip) prende palla, dribbla due uomini in velocità, di esterno sinistro appoggia sulla fascia a Graham Rix, che crossa: il portiere Gary Bailey manca l’uscita e Sunderland, in scivolata, anticipa il difensore Arthur Albiston appoggiando il 3-2 finale. Roba indimenticabile, credeteci. Nel dopopartita, poi, più delusi i tifosi Arsenal, più sollevati quelli Spurs, ma lo si poteva solo indovinare, sbirciando i comportamenti comunque vivaci nei locali della zona di Islington, una delle più movimentate di Londra, con un traffico che la sera tardi non è molto diverso da quello delle ore di punta.
PARTITA - L’avete vista in tanti, cerchiamo però di darne una lettura vista dal vivo, dunque con la possibilità di seguire con lo sguardo tutto il campo, Arsenal che ha iniziato con quello che pareva un 4-3-3 più che un 4-2-3-1, data la posizione di Jack Wilshere non solo nel ripiegamento difensivo, largo a sinistra, anche se pronto a infilarsi in mezzo con possesso di palla. Con Mesut Ozil dal medesimo lato, e Alex Oxlade-Chamberlain a destra, ai lati cioé di Danny Welbeck, molto incisivo nel primo tempo, meno nel secondo. Gli Spurs avevano un 4-2-3-1 con Etienne Capoue e Ryan Mason davanti alla difesa, Christian Eriksen a sinistra, Erik Lamela a destra e Nacer Chadli così a ridotto di Emmanuel Adebayor da far sembrare la formazione un 4-4-2, come era palesemente in fase difensiva, dato che tra i due davanti e gli otto dietro restava spesso molto - troppo - spazio. I cambi a cui è stato costretto l’Arsenal già nel primo tempo hanno modificato qualcosa, di fatto, solo nella seconda occasione, con Santi Cazorla al posto di Aaron Ramsey e un netto ritorno al 4-2-3-1: Welbeck punta centrale, Cazorla a sinistra, Ozil in mezzo, Oxlade-Chamberlain a destra. Poco è cambiato dopo il gol di Chadli, nato da una palla mal gestita da Flamini, rubata da Eriksen e rifinita da Lamela, ma al 64°, con l’ingresso di Alexis Sanchez al posto di Jack Wilshere, Cazorla si è affiancato a Flamini con il cileno sulla sinistra, a sostituirlo. Formazione rischiosa perché molto sbilanciata, con gli Spurs che avrebbero potuto pressare e ripartire, se per paradosso Chadli non si fosse trovato spesso troppo avanzato. 
Preso il gol, il Tottenham si è chiuso: dentro Nabil Bentaleb al posto di Chadli e con Capoue solo davanti alla difesa è diventato un 4-1-4-1, con da sinistra Lennon, Bentaleb, Mason e Lamela. Meno allungo, più compattezza, quelle di una squadra teoricamente inferiore, che a quel punto si accontenta del pareggio, pur nella consapevolezza (speriamo) che nel calcio chiudersi non è poi così utile, dato che bastano un errore o un rimpallo per cambiare tutto. Pensate solo al gol di Oxlade-Chamberlain: la palla gli è arrivata solo perché Welbeck l’ha mancata del tutto, un metro prima di lui.
di Redazione FOXSports, http://www.foxsports.it/