lunedì 6 giugno 2011

Highbury 1913-2006 R.I.P.

A distanza di 5 anni dall'addio ad Highbury, riproponiamo l'articolo dell'amico Roberto Puzzi, uscito nel 2006 su UKFP.Il 7 maggio 2006 è stata una giornata speciale, non solo per ogni tifoso dei Gunners, ma anche per ogni singolo appassionato di football. All'Arsenal Stadium, o Highbury come è conosciuto in tutto il mondo, si è chiusa un'epoca: 93 anni di gioie, sofferenze, successi e sconfitte che hanno reso questo teatro un posto magico, "a special place with special fans" come ha detto Lee Dixon nella cerimonia conclusiva dopo la partita con il Wigan Athletic. 38.419 posti purtroppo non erano sufficienti per il calcio moderno e allora per continuare a costruire qualcosa di importante l'Arsenal ha dovuto cercare una nuova casa, trovandola, per fortuna, a poche centinaia di metri da Highbury. Il nuovo stadio sorge infatti ad Ashburton Grove e sarà sicuramente più comfortevole e darà la possibilità a molti più tifosi (60.432 la capienza ufficiale) di vedere la propria squadra del cuore, ma quelle tribune, la Marble Halls, quel prato e quell'aria di football che si respirava entrando ad Highbury sono sicuro rimarranno per sempre nel mio cuore e nel cuore di tutti i tifosi dell'Arsenal che per anni hanno considerato questo stadio come la loro seconda casa (conosco gente che per decenni non si perdeva, anzi non si perde, una gara interna). Lo stadio fu inaugurato il 6 settembre del 1913 per la prima partita della stagione 1913/14 contro il Leicester Fosse e l'Arsenal si impose 2-1. Lo stadio fu progettato da Archibald Leitch su commissione di Henry Norris, che concentrò tutte le sue attenzioni sull’Arsenal a discapito del club di cui era presidente, il Fulham FC. La sua intenzione in realtà era quella di unire il Fulham e l’Arsenal per creare una vera e propria potenza del calcio londinese ma questa idea gli fu impedita dalla Football Association. Decise allora di dedicarsi maggiormente all’Arsenal (in cui vedeva maggiori possibilità di crescita) e nonostante parecchie ostruzioni sia dai tifosi, che non vedevono certo di buon occhio lo spostamento da Woolwich a nord di Londra, sia dai residenti della zona di Highbury e sia dai clubs del nord di Londra (in particolar modo il Tottenham FC) riuscì ad avere l’autorizzazione per costruire lo stadio nella zona di Highbury, dove allora c’erano i campi del College di St. John, da cui il primo nome della Clock End, ovvero College End. Curioso come nell’accordo fu stabilito che l’Arsenal non poteva giocare in casa il giorno di Natale e il venerdì di Pasqua, clausola poi tolta nel 1925. La tribuna principale era la East Stand mentre le terracing erano presenti in tutti gli altri settori. Negli anni 30 vennero costruite le famose ‘Art Deco’ West Stand (1932) e la nuova East Stand (1936), entrambe disegnate da Claude Ferrier. ‘Art Deco’ era un nuovo stile nato a Parigi a metà degli anni venti ed era originariamente “usato” per la costruzione di teatri e ristoranti; fu quindi una grossa novità quella di costruire tribune con questo design. La famosissima East Stand ha ospitato fino al luglio scorso gli uffici dell'Arsenal, gli spogliatoi e la Marble Halls, l'ingresso principale nel quale è stato messo il busto di Herbert Chapman, allenatore che ha decisamente lasciato il segno nella storia bianco-rossa. Tra le tante cose importanti fu proprio lui a chiedere ed ottenere che la stazione di Gillespie Road sulla Piccadilly Line cambiasse nome e diventasse Arsenal (l'unica squadra ad avere una stazione della metropolina con il proprio nome) e, oltre a portare tanti trofei nella bacheca dell'Arsenal, fu lui ad introdurre la numerazione sulle magliette dei calciatori. Solo nel 1989 invece la Clock End venne completamente rinnovata con l’aggiunta di 48 box mentre nel 1993 fu costruita la nuova North Bank su 2 anelli in sostituzione della mitica terrace che ha ospitato per anni il cuore del tifo gunners. Ad Highbury fu disputata la prima partita trasmessa dalla radio, la BBC Radio. Era il 22 gennaio del 1927, l'avversario di turno era lo Sheffield Utd e la partita si concluse con il punteggio di 1-1. Anche la prima partita di calcio trasmessa in televisione (anche se solo qualche spezzone) si svolse ad Highbury e fu un incontro disputato nel 1937 tra la prima squadra e le riserve. Highbury ha anche ospitato semifinali di FA Cup ed alcune partite della nazionale inglese ma è stato anche teatro di altri eventi importanti extra-calcistici. Tra questi ricordiamo il film "Arsenal - The Stadium Mistery" girato nel 1939 e il famoso incontro di pugilato del 1966 valevole per il titolo mondiale tra Cooper (che era presente il 7 maggio ad Highbury) e Muhammad Ali. Il resto è storia recente, ovvero l'ultima partita ufficiale dell'Arsenal disputata ad Highbury. Io, con mio padre, sono stato uno di quei 38459 fortunati a poter entrare, purtroppo per l'ultima volta, alla 'The Home of Football' (questo il nome con cui veniva chiamato Highbury e di cui campeggiava la scritta all'ingresso della North Bank in Gillespie Road, appena fuori dalla stazione Arsenal). Già dalle prime ore del mattino le strade intorno allo stadio erano popolate di tifosi, qualcuno arrivava addirittura in auto per riempire il baule di programmi (per poi rivenderli su ebay...) tant'è che l'Arsenal ha dovuto ristamparli nonostante ne avessero già prodotti 60.000. La giornata si è chiusa alla grande con la vittoria per 4-2 sul Wigan Athletic, una tripletta di Henry (curioso che la prima tripletta segnata ad Highbury fu realizzata da un certo Henry King mentre l’ultima da…… “King Henry”!) e la qualificazione ai turni preliminari di Champions League (grazie Hammers!). Poi la sfilata di tutte le vecchie glorie, dei trofei, l’assolo di Roger Deltrey cantante degli Who e “gooner through and through” che ha composto una canzone, “Highbury Highs”, dedicata appunto ad Highbury, il countdown finale con fuochi d'artificio e tanta, tanta malinconia perchè col passar dei minuti ci si rendeva conto che in quello stadio nessuno avrebbe più potuto metterci piede.Di cose da dire sulla storia di Highbury ce ne sarebbero veramente un’infinità, tant’è che sono usciti parecchi libri sull’argomento che consiglio vivamente agli interessati. L’ultimo in ordine di tempo è quello ufficiale di Brian Glanville con, tra l’altro, tutte le formazioni dell’Arsenal scese in campo nelle 2010 partite disputate in questo meraviglioso impianto e tante bellissime foto. Sono stati pubblicati anche “Highbury, The Story of Arsenal Stadium” di Bruce Smith (uscito in 2 edizioni, quella hardback prima della fine della scorsa stagione e quella paperback uscita dopo il 7 maggio aggiornata appunto con il finale di stagione), “Highbury, The Story of Arsenal in N5” di Jon Spurling e “Farewell to Highbury: the Arsenal Story” di Norman Fox, quest’ultimo più che altro una storia dell’Arsenal e non del suo stadio. Raccontano dettagliatamente ogni singolo cambiamento di Highbury ma anche e soprattutto storie curiose e parecchi aneddoti; tra gli altri, per esempio, la leggenda che dice di un cavallo murato nella costruzione della vecchia North Bank, o Laundry End com’era chiamata nei primi anni: nessun osso fu comunque poi trovato durante la ristrutturazione della North Bank stessa agli inizi degli anni novanta.Sicuramente il nuovo stadio nel corso degli anni riuscirà ad acquisire una propria identità ed attirerà tanti nuovi giovani tifosi. Probabilmente tra 93 anni l'Arsenal cambierà stadio e i suoi tifosi verseranno lacrime ricordando le tante emozioni e soddisfazioni (speriamo...) che hanno vissuto ad Ashburton Grove così come i tifosi dell'Arsenal nel 1913 si sentirono traditi dallo spostamento dalla zona sud-est alla zona nord di Londra. Quello che personalmente non dimenticherò mai è la fortuna di essere stato in quello che per me era, è e sarà per sempre il tempio del calcio, la ragione principale che mi ha fatto innamorare del calcio inglese e in particolar modo, ovviamente, dell'Arsenal.
di Roberto Puzzi, da UKFP n° 17 - dicembre 2006

venerdì 3 giugno 2011

Fabregas vale 60 milioni

Se il Real Madrid vuole Cesc Fabregas dovrà sborsare almeno 60 milioni di euro. Sarebbe stata questa la richiesta dell'Arsenal, contattato dal dirigente merengue Josè Angel Sanchez che chiedeva informazioni sul centrocampista spagnolo. Una richiesta alta ma che la Casa Blanca, secondo il tabloid The Sun, sarebbe pronta a soddisfare pur di soffiare il giocatore al Barcellona. "Florentino Perez ha identificato in Fabregas l'obiettivo numero uno per far male al Barça - rivela una fonte interna al club blanco -. Crede che ingaggiare Fabregas sia una chiara dichiarazione d'intenti per la prossima stagione e farà tutto il necessario per riportare il Real davanti al Barcellona". I blaugrana, dal canto loro, non sarebbero disposti a offrire più dei 34 milioni di euro messi sul piatto la scorsa estate.da http://www.gazzetta.it

mercoledì 1 giugno 2011

Tony, capitano nell'anima

Tony Adams

Il calcio, e lo sport in generale, non è fatto solo di gesti atletici, giocate strabilianti, reti, tabellini e statistiche, il calcio è fatto anche di grandi gesti; e sono i grandi gesti che rimangono nell’immaginario collettivo. Tony Adams nasce il 10 ottobre 1966 nei sobborghi di una swingin London ancora ebbra della vittoria dei “Tre leoni” nel mondiale giocato pochi mesi prima. Nel destino del ragazzo ci sarà una sola squadra, l’Arsenal, di cui lui sarà il capitano coraggioso, l’assoluta bandiera ed il traghettatore del “Boring Arsenal” di Taylor che con il suo contributo si trasformerà nell’Arsenal champagne di Wenger. Tuttavia l’immagine che ho impressa a fuoco nella mente non riguarda il Tony Adams gooner, non riguarda un suo successo, non riguarda neanche la sua proverbiale grinta, riguarda bensì un suo magnifico gesto. Inghilterra, estate 1996: al grido di “Football is coming home” nel paese della sterlina si giocano i Campionati Europei di calcio. La nazionale inglese è circondata da un fondato ottimismo che fa pensare a tutti che i “bianchi” possano finalmente mettere le mani sul trofeo continentale. La squadra è ricca di fuoriclasse e di giocatori allo zenith della loro carriera; come non essere ottimisti quando nel team hai gente come Seaman, Gascoigne, Platt, Pearce, Adams, Sheringam, e Shearer (the one and the only). La campagna europea degli inglesi parte in sordina con un pareggio di 1-1 con la Turchia, gol di Shearer (ma che lo dico a fare). Seguirà una vittoria sulla fiera Scozia 2-0 (Shearer e Gascoigne) ed infine un netto successo sull’Olanda per 4-1 (Shearer 2, Sheringam 2). L’Inghilterra vince e convince e termina al primo posto del suo girone. La stampa inglese euforica si esalta come raramente capita e probabilmente mette un pò di pressione alla squadra, comunque il successo sembra scritto nel destino quando nei quarti una Inghilterra in tono minore supera ai rigori la Spagna. Tra gli inglesi e la finale ora ci sono solo i tedeschi, sempre i soliti tedeschi, che non producono calcio spettacolo, ma alla fine sono sempre lì, ad un passo dal paradiso.Ricordo un memorabile titolo di un giornale (credo il Sun) che in previsione della sfida con la Germania, riesumava lo spirito combattivo della seconda guerra mondiale e sbatteva in prima pagina Gascoigne e Pearce con l’elmetto titolando “Let’s blitz the fritz”.Arriva il fatidico giorno, 26 giugno 1996; nella semifinale l’Inghilterra parte a spron battuto, 3 minuti e Shearer (come sempre) porta i suoi in vantaggio; al quarto d’ora però il vecchio Kuntz pareggia i conti, 1-1 e palla al centro. Per tutta la gara, supplementari inclusi, è l’Inghilterra che gioca il calcio migliore e Gazza in spaccata manca il golden gol per un centimetro; si va ai rigori, come sei anni prima quando a Torino, nella semifinale mondiale, Pearce scagliò il pallone a Superga. Shearer, Platt, Pearce (che memore dell’errore fatto ad Italia90 calciò un pallone che pesava un quintale), Gascoigne e Sheringam segnano per l’Inghilterra, replicano però con fredda precisione per al Germania Hassler, Strunz, Reuter, Ziege e Kuntz! Si va ad oltranza.Wembley trattiene il fiato; sulla palla per gli inglesi si porta Gareth Southgate, centrale del Villa con ottime referenze; tira, ma Kopke para! Gelo nello stadio. Per i tedeschi va al tiro Moller, rete! Wembley ammutolisce, i tedeschi urlano e cantano la loro gioia e Southgate sprofonda in un pianto dirotto inginocchiandosi a terra.Cosa può fare in quei momenti un “capitano nell’anima”? Pur con il morale a pezzi Tony Adams rimette in piedi Southgate, se lo carica sulle spalle e lo porta a raccogliere l’applauso del pubblico inglese, sofferente ma fiero come non mai. Adams nella sua biografia racconterà che in quel momento era un uomo distrutto; annegherà poi da solo la sconfitta nella birra, ma nonostante tutto trovò il modo di confortare il compagno tramortito dal peso di aver fallito un appuntamento con la storia. Grandissimo Tony, capitano senza fascia al braccio (all’epoca la vestiva con orgoglio Shearer), simbolo del calcio inglese che ancora una volta era arrivato vicino alla vittoria e se l’era vista sfuggire.Tony, gigante comprensivo e sensibile, guarda negli occhi tutto lo stadio, è pronto per nuove sfide, sa di essersi battuto al meglio e con lui i suoi compagni, compreso Southgate che gli piange sulle spalle.
di Charlie Del Buono, da https://ukfootballplease2002.blogspot.com - dicembre 2006