Nei libri della storia calcistica inglese ed europea ci sono quasi 200 testimonianze che Arsenal vs Chelsea non è mai stato un match banale. Da quel primo confronto del 9 novembre 1909 in cui i Blues in casa batterono i Gunners 2-1, le seguenti 183 sfide hanno sempre determinato qualcosa. Nell’era recente deciso anche trofei, ma pure quando, negli anni, il potere tecnico ed economico (soprattutto dei Blues) non era quello attuale, è sempre stato in ogni caso: l’Appuntamento.
Il fatto che fosse un derby ovvimente ha aiutato, ma anche, agli inizi, incuriosiva il modo diverso dei due club di essere comunque una realtà snob. Chelsea rappresentava un quartiere di artisti che con difficoltà aveva adottato uno sport proletario. L’Arsenal da sempre club legato all’aristocrazia, alla Corona (per i giorni nostri basterebbe chiedere alla Regina Elisabetta) e ai banchieri della City. Ora quel sapore della storia britannica fatta di teiere d’argento, completi gessati e bombette si è un po’ dissolto, ma la rivalità tra Blues e Gunners decisamente inasprita.
I gol di Drogba, le spinte di Wenger a Mou, l’imbattibilità lunga 17 partite dei biancorossi a cavallo del millennio e i trofei sollevati dal Chelsea sotto il naso dell’Arsenal sono le foto recenti di questo album. Neppure loro però, così come il fatto che si assegna il primo trofeo della stagione; che ci si ritroverà a Wembley e che Cech dopo 492 partite con la maglia del club di Stamford Bridge assaporerà questa rivalità nell’altro spogliatoio, riescono a dare il vero senso di questa partita. In realtà sarà una dichiarazione d’intenti. Flettere i muscoli e vincere il braccio di ferro con l’avversario più accreditato. Trionfare rappresenterà un vantaggio psicologico fondamentale, un fantasma da mettere nell’angolo dell’altro spogliatoio per le settimane a venire. Ancor di più se a sollevare il piatto di legno e argento dovessero essere quelli del nord della città.
Wenger vuole battere il portoghese per la prima volta in carriera più di quanto non sogni un weekend con Charlize Theron. E’ un incubo, un’ombra nera che lo segue e lo condiziona. L’Arsenal in estate, in attesa della maturazione di Szczesny, ha preso finalmente con Cech un grande portiere e, anche se gli manca sempre il tassellino più importante, un difensore centrale di livello (forse ne servirebbero due), ha ritrovato quella fiducia mentale e quella praticità di gioco senza fare concessioni allo stile che mancavano da tanti anni.
Alexis Sanchez e Welbeck non ci saranno, ma un rigenerato Walcott, la presenza in area di Giroud e la rapidità d’esecuzione e d’inserimenti del trio Ozil, Cazorla, Ramsey offrono certezze come non mai anche perché supportate dalla brillantezza fisica e soprattutto mentale. Il Chelsea però proprio mentalmente rappresenta per i Gunners proprio la verifica più importante. Un’onda gigante che non sono mai riusciti a cavalcare e che ora gli ritorna davanti grande come l’arco di Wembley.
L’Arsenal viene da un’ottima preparazione estiva con, per quello che può contare in questo momento dell’anno, le vittorie nell’Asian Trophy e l’Emirates Cup. Quattro partite, quattro successi compresi quelli contro Everton, Wolfsburg e Lione con 14 gol segnati e 1 subìto. Il Chelsea è parso meno brillante ai blocchi di partenza, non ha mai vinto e ha subìto pure una pesante sconfitta a New York con 4 gol incassati in un tempo dai Red Bull che ha fatto tanto arrabbiare Mou per la scarsa concentrazione.
Quella di Stamford Bridge resta però la squadra più forte della Premier, con anche l’innesto di un Radamel Falcao motivatissimo dal voler dimostrare il suo valore anche in Inghilterra. L’inerzia darebbe per Wembley un leggero vantaggio all’Arsenal nel pronostico, ma la forza del gruppo la restituisce ai Blues. Tatticamente invece dovrebbero guardarsi allo specchio affrontandosi entrambe col 4-2-3-1.
Certo sarà una grande partita con in palio molto di più del primo trofeo della stagione. E’ la Supercoppa d’Inghilterra, ma per molti da anni considerata solo un’amichevole di gran lusso per tirare su il sipario. Ovviamente è il terzo trofeo per importanza della stagione, quest’anno potrebbe però anche psicologicamente incidere tanto sull’assegnazione del primo. da http://sport.sky.it/
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