La partita era di quelle che contavano parecchio, semifinale di andata della Coppa delle Coppe stagione 1979/80. I londinesi contro gli italiani della Juventus, ecco come La Stampa il 9 aprile del 1980 usciva quel giorno. La partita finì 1-1 con molte polemiche, regalando un ulteriore phatos alla partita di ritorno a Torino.
Da La Stampa del 9 aprile 1980. I «cannoni» dell'Arsenal sono puntati per la terza volta sulla Juventus. Le due squadre si sono già affrontate nel maggio del 1959, al Comunale di Torino. Erano i tempi di Boniperti, di Charles e di Sivori. Si trattò di un'amichevole, che i bianconeri vinsero per 3-1 ( gol di Stivane Ilo, Colombo e Sivori), con una condotta vigorosa e aggressiva. In precedenza, il 26 novembre '58, l'Arsenal aveva battuto la Juve con lo stesso punteggio. Il gol per i bianconeri veniva segnato da Charles.
Questa volta Arsenal e Juventus disputano la prima semifinale di Coppa delle Coppe. L'undici di Trapattoni corre molti rischi. Gli inglesi, quando giocano all'Highbury, diventano particolarmente pericolosi.
In questa Londra contraddittoria e mutevole, fatta di caos e di silenzi, di clamori e di quiete, c'è anche un quartiere popolare dove sorge un antico santuario del football: l'Highbury, uno stadio capace di ospitare 60 mila spettatori. E' lo stadio dell'Arsenal.
Su quel campo, la nazionale di calcio italiana scrisse nel '34 una delle sue pagine più gloriose e sfortunate. La squadra di Vittorio Pozzo, infatti, fu sconfitta di misura (2-3) dall'Inghilterra, soprattutto perché costretta a giocare dall'inizio del match in dieci uomini. Luisito Monti riportò una frattura all'alluce destro a causa di un calcio del centravanti Drake. Lo stesso Drake e l'ala sinistra Brook (2) furono gli autori dei gol inglesi. Per l'Italia segnò due volte il celebre Peppino Meazza.
Oggi l'Highbury si identifica con l'Arsenal, la squadra dei Gunners (cannonieri). L'Arsenal fu fondato ufficialmente nel 1886, ma già due anni prima erano state poste le basi con la costituzione di un club, il Dial Square Football Club, i cui componenti erano operai di una fabbrica di prodotti bellici (Woolwich Arsenal). La sua iscrizione alla prima divisione avvenne nel 1904, quando conobbe pure le tristezze di un'immediata retrocessione. Soltanto undici anni dopo riuscì a tornare in prima divisione, dove trovò nei concittadini del Tottenham un'aspra concorrenza. L'Arsenal è uno dei club più amati d'Inghilterra e gode la popolarità che gode la Juventus in Italia. Ha conquistato otto scudetti (nel '31, '33, '34, '35, '38, '48, '53, '71) e cinque Coppe d'Inghilterra, una manifestazione molto prestigiosa nel Regno Unito. I suoi successi in campo internazionale non sono eccezionali: ha partecipato a quattro Coppe Uefa (in precedenza Coppa delle Fiere) e a una Coppa dei campioni Nel 1969, dopo aver superato in successione il Glentoran, 10 Sporting di Lisbona, il Rouen, la Dinamo dì Bacau e l'Ajax, si aggiudicò la Coppa delle Fiere superando l'Anderlecht (3-0 e 1-3). Nella sua unica apparizione in Coppa dei campioni ('71-'72) fu eliminato dall'Ajax, al secondo turno. Non è la prima volta che la Juventus affronta in campo internazionale una squadra inglese. E la tradizione è stata quasi sempre favorevole alla società di Galleria San Federico. Soltanto il Wolverhampton riuscì ad eliminare la squadra bianconera, allora allenata da Cestmir Vycpalek, mentre il Derby County, 11 Manchester City e il Manchester United furono tolte dal tabellone rispettivamente nella Coppa dei campioni e nella Coppa Uefa. Juventus-Leeds merita un capitolo a parte. La Juventus fu battuta soltanto a causa del maggior numero di reti segnate dagli inglesi in trasferta (i risultati furono infatti 2-2 a Torino e 1-1 a Leeds). L'Arsenal è una squadra atipica se raffrontata alle altre britanniche. Subisce pochi gol e riesce a razionalizzare il proprio gioco. Vincere in casa e pareggiare in trasferta è il suo programma di massima, che più delle volte riesce a mettere in pratica. Applica un 4-4-2 molto elastico a causa della duttilità dei suoi centrocampisti, bravi cursori, ottimi in fase di filtro e altrettanto validi in zona di finalizzazione (Brady, tanto per fare un esempio).
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