Nicklas Bendtner, per tutti “Lord Bendtner”, non è esattamente il prototipo del calciatore ideale, almeno per chi deve gestirlo. Genio e sregolatezza si fondono alla perfezione in un attaccante capace di segnare caterve di gol, ma anche di farsi arrestare per aver malmenato un tassista o farsi multare per aver mostrato delle mutande sponsorizzate dopo una rete all’Europeo. Non stupisce dunque che la sua autobiografia, intitolata “Both sides” sia proprio un elogio di questa doppia natura. E che contenga storie perlomeno particolari, come quella in cui l’ex juventino ha fatto impazzire una leggenda dei Gunners (ma anche della Signora) durante una giornata…di lezione.
Come riporta il Sun, in un estratto del volume Bendtner racconta che quando è arrivato all’Arsenal ad appena sedici anni, oltre agli allenamenti si è dovuto sedere sui banchi e imparare parecchie cose. Ma non è certo stato un ottimo alunno. “Il martedì e il giovedì avevamo lezione, era come essere di nuovo a scuola. C’erano diverse materie, come la gestione della stampa e management finanziario. Ma io pensavo di aver finito di studiare e odiavo farlo, ancora più di quando ero in Danimarca. Un giorno salto la lezione nascondendomi nel bagno delle donne e sento che tutti urlando come pazzi perchè non mi trovano”. Ma qualcuno, finita la lezione, va a cercarlo: Liam Brady, responsabile del settore giovanile.
“Più tardi arriva Liam Brady in sala mensa, mi prende e mi dice: ‘Cosa ti passa per la testa, ragazzo? Dov’eri?’. Aveva sentito qualcuno che diceva che mi fossi nascosto sotto un tavolo”. Il che, tecnicamente, non era vero. E quindi Bendtner può serenamente smentire quella leggenda metropolitana. “Gli ho risposto con la coscienza a posto: ‘Davvero, signor Brady, non ero nascosto sotto un tavolo. Questa è solo una grande incomprensione'”. E se prendere in giro una leggenda dell’Arsenal non basta, Bendtner racconta di aver anche avuto un faccia a faccia pesante anche con Henry. “Facevamo un allenamento a due tocchi, Henry ne fa tre e io urlo ‘sono tre’! Lui mi fa cenno di stare zitto. Io faccio la stessa cosa e mi fischiano punizione, quindi mi lamento. Lui mi prende a parolacce e mi urla di stare zitto ma io rispondo che zitto ci deve stare lui. Corre verso di me e cominciamo a litigare poi arrivano Campbell e Ashley Cole e mi calmo. Ma sono cose che succedono quando uno dei migliori attaccanti del mondo ti urla in faccia…”. Insomma, il solito Bendtner…
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