Il sogno di Lorenzo è sempre stato quello di diventare un telecro-nista sportivo, n da quando piccolissimo commentava da solo le partite dei Mondiali. Ma a ventisette anni si deve scontrare con la dura realtà del giornalismo italiano, lavorando quasi gratuitamente per due testate free press. Quel poco che prende gli basta appena per pagar l'afitto di un appartamento a Roma nel quartiere di San Lorenzo che divide con l'amico Mario, un nullafacente che vive sulle spalle dei genitori. Tutto sembra cambiare quando una sera conosce casualmente Fede-rica e comincia con lei un rapporto basato su un'intesa incredibile e che pare destinata a durare; ma la decisione della ragazza di andare a studiare a Londra fa crollare quelle certezze che con fatica Lorenzo era riuscito, per una volta, a costruirsi. Come Dennis Bergkamp o l'amore ai tempi del giornalismo sportivo precario è uno sguardo ironico sull'incertezza giovanile dei nostri tempi. Un te-sto originale che ruota intorno all'amore, l'amicizia, i lm, la musica e, naturalmente, il calcio.
venerdì 7 aprile 2017
mercoledì 5 aprile 2017
PL ARSENAL-WEST HAM= 3-0
L'Arsenal, dopo un primo tempo assonnato, passeggia sul West Ham battendolo 3-0 all'Emirates. Ozil apre le danze con una magia, poi gli Hammers mollano, si rinchiudono nella propria metà campo e subiscono altre due reti da Walcott e Giroud. I Gunners agguantano il Manchester United al 5° posto in classifica e sognano ancora la Champions. West Ham tutt'altro che tranquillo: quinta sconfitta di fila salvezza ancora da guadagnare.
C'è intensità in campo, fin dal fischio d'inizio, ma almeno nella prima mezz'ora le occasioni pericolose scarseggiano. Una punizione di Lanzini e una palla non agganciata in area da Welbeck su calcio da fermo di Sanchez le azioni più rilevanti da segnalare. Ma il pubblico dell'Emirates apprezza perché le squadre sono vive, anche se di prodezze in campo non se ne vedono. L'Arsenal prova a costruire, il West Ham va a folate; nel complesso ne esce un primo tempo avaro di occasioni da annotare sul taccuino.
L'equilibrio sembra prevalere anche nel secondo tempo, con i primi minuti di calma piatta. Serve un lampo di un campione per accendere questo match e ciò accade al minuto 58, quando Ozil si inventa il gol del vantaggio. Riceve e controlla una palla sulla destra al limite dell'area, sinistro sul 2° palo e palla all'angolino dove Randolph non può arrivare. 1-0 e gara che cambia perché l'Arsenal riesce ad addormentarla e giocarla sui propri ritmi. Il West Ham non esce più dalla propria metà campo e dopo 10' va ancora sotto. Bellissima questa volta l'azione organizzata dai Gunners, con Sanchez che manda di tacco in profondità per il solito Ozil, palla rasoterra al centro dove arriva puntale Walcott che di piatto fa 2-0 e mette al sicuro il risultato. Gara in ghiaccio e Hammers tramortiti. C'è spazio per i cambi di Wenger, che manda sul terreno di gioco Giroud e Chamberlain, i quali confezionano il 3-0. Sgroppata centrale del secondo, palla servita sulla destra per il primo e sinistro a giro sul secondo palo che vale il terzo gol, quello della definitiva tranquillità. Con questi 3 punti l'Arsenal agguanta il Man United e sogna ancora un posto in Champions; il West Ham incappa nella 5a sconfitta di fila e deve ancora conquistarsi la salvezza. da http://it.eurosport.com
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Goals: 58'Ozil, 68'Walcott, 83'Giroud,Arsenal: Martinez 6; Bellerin 6.5, Mustafi 6, Gabriel 6, Monreal 6.5; Xhaka 6, Elneny 6.5 (Ramsey 81); Walcott 6.5 (Oxlade-Chamberlain 81), Ozil 7, Sanchez 6, Welbeck 6 (Giroud 74, 7). Subs not used: Gibbs, Mertesacker, Iwobi, Macey
West Ham: Randolph 5, Byram 6, Fonte 5, Collins 5, Masuaku 5, Noble 6 (Fernandes 80), Kouyate 6.5; Ayew 5.5, Lanzini 5, Antonio 6 (Snodgrass 46, 5); Carroll 4.5 (Sakho 64, 5). Subs not used: Nordtveit, Feghouli, Adrian, Calleri
Booked: Lanzini, Byram, Bellerin, Mustafi
Referee: Martin Atkinson
Attendance: 59.961
Table. 72.Chelsea, 65.Tottenham, 60. Liverpool, 58. Manchester City, 54. Manchester United, Arsenal, 51. Everton, 44.West Bromwich...
martedì 4 aprile 2017
Arsenal, tifosi in rivolta: "Wenger out!". Ma lui non molla
Quattro contestatori al centro tecnico di Conley con gli striscioni che invocano la fine dell’era-Wenger, l’allenatore francese che in conferenza stampa parla del quarto posto come se equivalesse a un trofeo: la strana mattina dell’Arsenal, big del calcio inglese da tempo nella bufera, tra risultati mediocri, un popolo in subbuglio e i progetti del futuro ancora vaghi. I Gunners sono sesti in Premier, a sette punti dal quarto posto occupato dal Manchester City, ma con una partita in meno rispetto alla banda di Guardiola. Vista con gli occhi italiani, la protesta di quattro tifosi all’esterno del centro tecnico è una cosa quasi normale, ma quassù è un evento inedito: è la prima volta in assoluto nell’era-Wenger.
Tutto ruota attorno ad un nome: Arsene Wenger. Il francese ha segnato l’epopea dell’Arsenal: 21 anni di panchina di fila, quasi un quarto di secolo. Il primo decennio è stato travolgente, il secondo è stato deludente, ma il bilancio complessivo è di altissimo livello: 3 Premier (1997-98, 2001-2002, 2003-2004), 6 Coppe d’Inghilterra (1997-98, 2001-2002, 2002-2003, 2004-2005, 2013-2014, 2014-2015), 6 Community Shield (1998, 1999, 2002, 2004, 2014, 2015). Quindici trofei e una sconfitta atroce: la finale di Champions League persa nel 2006 con il Barcellona. Wenger ha ribaltato la storia, facendo dell’Arsenal noioso e difensivista una delle squadre più spettacolari del mondo, ma l’onda lunga della sua rivoluzione è ormai cessata e il popolo dei Gunners invoca il cambiamento. Domenica c’è stata l’ennesima marcia di protesta all’esterno dell’Emirates, mentre all’interno dello stadio sono persino volati i pugni tra i pro e i contro Wenger. Questa mattina una nuova puntata: gli striscioni Wenger out esposti all’entrata del centro tecnico, per mostrarli ai media, presenti di buon ora per la conferenza stampa della vigilia del derby con il West Ham. I manifestanti hanno indossato le maschere di Alexis Sanchez e dello stesso Wenger.
In sala stampa, l’allenatore francese non ha però fatto retromarcia: è sempre convinto di essere l’uomo giusto per i Gunners: "Arrivare tra le prime quattro a fine stagione è una grande sfida, ma è ancora possibile. Ho centrato questo traguardo per vent’anni e sembrava una cosa da niente. Improvvisamente è diventato importante e io sono quasi contento che la gente cominci a rendersi conto che non è un risultato facile. Se avete ascoltato bene le parole di Guardiola, ricordatevi che ha detto che in Inghilterra classificarsi tra le prime quattro equivale a conquistare un trofeo. Il mio futuro? Presto saprete tutto".
I piani dell’Arsenal sembrano orientati verso la conferma di Wenger fino al 2019. La novità è che il club vorrebbe avviare il nuovo ciclo con un nuovo direttore tecnico e rivoluzionando lo staff dell’allenatore francese, con un assistente di alto profilo in grado tra due stagioni di subentrare al vecchio Arsenio. I nomi sono per ora top secret, come da tradizione nella riservatezza dei Gunners. Solo una cosa è di dominio pubblico: l’insofferenza della maggior parte dei tifosi nei confronti del manager. Wenger out è ormai più di uno slogan. da http://www.gazzetta.it/
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