Quattro contestatori al centro tecnico di Conley con gli striscioni che invocano la fine dell’era-Wenger, l’allenatore francese che in conferenza stampa parla del quarto posto come se equivalesse a un trofeo: la strana mattina dell’Arsenal, big del calcio inglese da tempo nella bufera, tra risultati mediocri, un popolo in subbuglio e i progetti del futuro ancora vaghi. I Gunners sono sesti in Premier, a sette punti dal quarto posto occupato dal Manchester City, ma con una partita in meno rispetto alla banda di Guardiola. Vista con gli occhi italiani, la protesta di quattro tifosi all’esterno del centro tecnico è una cosa quasi normale, ma quassù è un evento inedito: è la prima volta in assoluto nell’era-Wenger.
Tutto ruota attorno ad un nome: Arsene Wenger. Il francese ha segnato l’epopea dell’Arsenal: 21 anni di panchina di fila, quasi un quarto di secolo. Il primo decennio è stato travolgente, il secondo è stato deludente, ma il bilancio complessivo è di altissimo livello: 3 Premier (1997-98, 2001-2002, 2003-2004), 6 Coppe d’Inghilterra (1997-98, 2001-2002, 2002-2003, 2004-2005, 2013-2014, 2014-2015), 6 Community Shield (1998, 1999, 2002, 2004, 2014, 2015). Quindici trofei e una sconfitta atroce: la finale di Champions League persa nel 2006 con il Barcellona. Wenger ha ribaltato la storia, facendo dell’Arsenal noioso e difensivista una delle squadre più spettacolari del mondo, ma l’onda lunga della sua rivoluzione è ormai cessata e il popolo dei Gunners invoca il cambiamento. Domenica c’è stata l’ennesima marcia di protesta all’esterno dell’Emirates, mentre all’interno dello stadio sono persino volati i pugni tra i pro e i contro Wenger. Questa mattina una nuova puntata: gli striscioni Wenger out esposti all’entrata del centro tecnico, per mostrarli ai media, presenti di buon ora per la conferenza stampa della vigilia del derby con il West Ham. I manifestanti hanno indossato le maschere di Alexis Sanchez e dello stesso Wenger.
In sala stampa, l’allenatore francese non ha però fatto retromarcia: è sempre convinto di essere l’uomo giusto per i Gunners: "Arrivare tra le prime quattro a fine stagione è una grande sfida, ma è ancora possibile. Ho centrato questo traguardo per vent’anni e sembrava una cosa da niente. Improvvisamente è diventato importante e io sono quasi contento che la gente cominci a rendersi conto che non è un risultato facile. Se avete ascoltato bene le parole di Guardiola, ricordatevi che ha detto che in Inghilterra classificarsi tra le prime quattro equivale a conquistare un trofeo. Il mio futuro? Presto saprete tutto".
I piani dell’Arsenal sembrano orientati verso la conferma di Wenger fino al 2019. La novità è che il club vorrebbe avviare il nuovo ciclo con un nuovo direttore tecnico e rivoluzionando lo staff dell’allenatore francese, con un assistente di alto profilo in grado tra due stagioni di subentrare al vecchio Arsenio. I nomi sono per ora top secret, come da tradizione nella riservatezza dei Gunners. Solo una cosa è di dominio pubblico: l’insofferenza della maggior parte dei tifosi nei confronti del manager. Wenger out è ormai più di uno slogan. da http://www.gazzetta.it/
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