giovedì 13 aprile 2017

ARTICOLO. Condividere lo stesso stadio fra squadre rivali.

Condividere lo stesso stadio fra squadre rivali può essere un'ipotesi inaccettabile a certe latitudini calcistiche. Scopriamo la storia di quando Arsenal e Tottenham si comportarono da buoni vicini di casa.
A pensarci oggi sembra impossibile. Con il Tottenham obbligato a giocare la prossima stagione, 2017/2018, in uno stadio temporaneo - in attesa del completamento dei lavori del nuovo impianto - il "no" dell'Arsenal è sempre stato ribadito piuttosto fermamente.

"Non ne abbiamo bisogno e nessuno ce l'ha chiesto. Abbiamo faticato molto per costruirci il nostro stadio",dichiarava Wenger a inizio 2016. Di offrire ospitalità ai rivali storici in casa propria non se ne parla, un gesto probabilmente fuori dal tempo nel calcio attuale.

Ma c'è stato un momento della storia in cui l'Arsenal offrì al Tottenham l'utilizzo del proprio stadio. E il Tottenham, successivamente, ricambiò il favore.
Una storia di cavalleria e di gentiluomini che ci porta negli anni '20 e '40 del Novecento, in concomitanza con le due guerre mondiali. Se oggi l'Arsenal si rifiuterebbe categoricamente di ospitare il Tottenham all'Emirates Stadium (con grande sollievo dei suoi tifosi), durante la I Guerra Mondiale offrì l'utilizzo di Highbury ai "cugini", mentre White Hart Lane era stato chiuso e rilevato dal Dipartimento della Guerra britannico.
Lo stadio degli Spurs era stato temporaneamente trasformato in fabbrica di armamenti nel settembre 1916, in particolare per la produzione di maschere antigas. L'Arsenal decise di offrire l'utilizzo di Highbury, così come fece il Clapton Orient - oggi Leyton Orient - con il suo Millfields Road.
Il Tottenham esordì ad Highbury, come squadra di casa, il 16 settembre 1916, perdendo 2-3 contro il Luton Town in una partita del "London Combination" ⁽*⁾, torneo regionale per le squadre di Londra, istituito negli anni della guerra dopo lo stop dei campionati ufficiali.
6.000 persone accorsero per quella gara e, nei tre anni successivi, gli Spurs giocarono un totale di 32 partite ad Highbury, l'ultima contro il QPR, il 12 aprile 1919.
Così com’era accaduto per gli Spurs, anche l’Arsenal si trovò a dover fare i conti con le conseguenze della guerra. Durante il secondo conflitto mondiale, Highbury venne trasformato in presidio ARP – Air Raid Precautions, centro di controllo e prevenzione dagli attacchi aerei che potevano colpire Londra.

I Gunners non avevano più un campo dove giocare le proprie partite e il Tottenham, memore dell’ospitalità offerta nel 1916, ricambiò il favore, offrendo l’utilizzo di White Hart Lane.
La prima gara “casalinga” dell’Arsenal a White Hart Lane si giocò il 21 ottobre 1939: terminò con una vittoria per 8-4 contro il Charlton in uno dei campionati locali organizzati nella pausa bellica forzata, la South A Division – che l’Arsenal finirà per vincere nella primavera successiva.

Furono 8.934 gli spettatori di Arsenal-Charlton ma va detto che alcuni settori di White Hart Lane non erano aperti al pubblico. Durante la guerra, infatti, non era permesso radunare troppe persone in un solo luogo, per motivi di sicurezza. Inoltre alcune parti dello stadio del Tottenham erano utilizzate come magazzino per conservare gli oggetti e gli effetti personali degli abitanti del quartiere che avevano dovuto abbandonare le proprie case durante i bombardamenti.
L’Arsenal – che poi si ritroverà lo stesso Highbury bombardato durante il conflitto – giocherà un totale di 133 partite a White Hart Lane, compresa un’amichevole contro la Dinamo Mosca il 21 novembre 1945, durante il tour britannico della squadra russa.
Leggenda vuole che i Gunners abbiano mantenuto il blu nei calzettoni anche negli anni del secondo dopoguerra, come gesto di riconoscenza nei confronti dei cugini/rivali. È in realtà improbabile confermarlo, dato che il blu era presente nella divisa dell’Arsenal già dagli anni ’20.


Successivamente, verso la fine degli anni ‘70, tornò in auge l’idea di uno stadio condiviso fra Tottenham e Arsenal. Non più per cause esterne ma per un ambizioso piano di rinnovamento che coinvolgeva il destino dell’Alexandra Palace. Le sorti dell’enorme palazzo vittoriano a nord di Londra – oggi famoso come sede di concerti e grandi eventi, tra cui le finali mondiali di freccette – erano argomento di dibattito e si era fatta largo l’idea di demolirlo, costruendo al suo posto un nuovo stadio da 70.000 posti che ospitasse Arsenal e Tottenham - e anche la Nazionale inglese (con tanti saluti a Wembley, evidentemente).

L’idea, sul momento, parve così esaltante da far titolare al Daily Express un fiducioso “ARSENAL HOTSPURS!”, consigliando anche alle squadre di Manchester e Liverpool di seguire presto l’esempio. Si pensò anche a nuove linee e metodi di trasporto dal centro di Londra (tra cui una monorotaia!) verso il “nuovo” stadio, per rendere praticabile un’idea che in realtà non lo era e che, nel 1979, venne definitivamente accantonata.
Nonostante lo stadio condiviso sia, quindi, una consuetudine "normale” alle nostre latitudini, è improbabile replicarlo nell’ambito inglese, dove la forte appartenenza locale del Club si rivela principalmente nella proprietà dell'impiantoo.
Ma, al netto di qualche proposta più o meno credibile, c’è stato un momento in cui Arsenal e Tottenham si prestarono a vicenda le chiavi di casa, mettendo da parte la rivalità e comportandosi secondo le norme del buon vicinato.
⁽*⁾ il London Combination, dopo la ripresa dei campionati, si trasformò in "Football Combination", torneo dedicato alle squadre riserve dei Club professionistici dell'Inghilterra del sud, Midlands e Galles. Con l'avvento della nuova Reserve League della Premier League, il Football Combination perse rilevanza e dal 2012 non è più attivo.
di Antonio Cunazza, da http://www.archistadia.it

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