Con il rischio di non qualificarsi alla Champions League nella prossima stagione l’Arsenal vede all’orizzonte per la prima volta dal 2002 la concreta possibilità che il bilancio 2017 si chiuda in perdita per un valore intorno ai 30 milioni di euro.
Nei mesi scorsi CF calcioefinanza.it aveva evidenziato – analizzando i conti degli ultimi anni – il particolare modello di business del club londinese, che ha privilegiato la stabilità alle vittorie negli ultimi due decenni in cui Arsene Wenger è stato alla guida della squadra, e che – soprattutto – nemmeno la costruzione dello stadio Emirates aveva messo in difficoltà dal punto di vista economico come potrebbe accadere ora in caso di mancato approdo nell’Europa che conta. Complessivamente Wenger ha saputo condurre la propria squadra sempre ai primi 4 posti di un campionato difficile come la Premier League e detiene anche il record di 18 partecipazioni consecutive in Champions League.
Non farcela per il 19esimo anno avrebbe risvolti pesanti che ripropongono per tutti i top club il tema della necessità di un business model che possa prescindere dagli incassi Champions. L’ultima perdita dell’Arsenal – come detto – si è registrata nel 2002 con un rosso di 20,6 milioni di sterline.
Negli anni successivi la vendita immobiliare del vecchio Highbury ha contribuito ad alti profitti, in particolare tra il 2008 e il 2012. Nel 2016, tuttavia, gli utili sono scesi a 2,9 milioni di sterline, il punto più basso in 14 anni.
La prospettiva di guadagnare 17 milioni di sterline dall’Europa League anzichè i 45 milioni degli ultimi anni di Champions League darebbe una frenata ai conti.
L’Arsenal è sulla buona strada per realizzare un profitto in questa stagione, in particolare con i soldi del nuovo accordo sui diritti tv della Premier League. Tuttavia, soprattutto se il club dovesse spendere pesantemente su nuovi acquisti per potersi rilanciare, l’ipotesi di rosso è concreta. E i margini di manovra non sono moltissimi, anche perchè – ad esempio – il club ha già i più alti prezzi dei biglietti nel calcio inglese. da http://www.calcioefinanza.it
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