martedì 22 dicembre 2020

LC ARSENAL-MANCHESTER CITY= 1-4



Goals. 3'Jesus, 31'Lacazette(A), 55'Mahrez, 59'Foden, 73'Laporte,
Arsenal. Runarsson; Mustafi, Gabriel, Kolasinac; Soares, Elneny (Rowe 66), Ceballos, Maitland-Niles; Willock, Lacazette (Balagun 77), Martinelli (Pepe 49).
Subs. Leno, Tierney, Mari, Nketiah.
Manager. Mikel Arteta
Manchester City. Steffen; Cancelo, Dias, Laporte, Zinchenko; Fernandinho, Rodri (Walker 77), Foden; Mahrez, Jesus (Aguero 74), Bernardo (Torres 70).
Subs. Ederson, Stones, Sterling, Gundogan.
Manager. Pep Guardiola
Bookings. Bernardo, 
Elneny, Mustafi
Referee. Stuart Atwell

Attendance. ---
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Il Manchester City, grazie a una seconda frazione di gioco super, batte l'Arsenal 4-1 e strappa il pass per le semifinali di Carabao Cup. Continua, dunque, il momento negativo dei Gunners guidati da Arteta, ex allievo di Guardiola. I Citizens passano in vantaggio dopo soli 3' grazie a un colpo di testa di Gabriel Jesus. Al 31' un'incornata di Lacazette riporta il punteggio in parità. Al 55' Mahrez su calcio di punizione fa 2-1 grazie a un goffo intervento di Runarsson. Dopo soli 4' l'undici di Guardiola sferra il colpo del ko con un tocco sotto di Foden. A chiudere il match ci pensa Laporte con un colpo di testa sugli sviluppi di un corner. da https://www.tuttosport.com 

lunedì 21 dicembre 2020

L'Arsenal ha inserito delle clausole per la retrocessione nei contratti dei suoi giocatori

Il rendimento dell'Arsenal in Premier League è davvero pessimo: nelle ultime sette gare, i Gunners hanno accumulato due soli punti, frutto dei pareggi contro Leeds e Southampton; questo andamento ha certificato il peggior avvio di stagione negli ultimi 47 anni: era infatti dall'annata 1974/75 che l'Arsenal non iniziava il campionato in maniera così negativa, e allora mise insieme due vittorie e tre pareggi nelle prime 13 giornate di First Division. Se l'avventura di Mikel Arteta all'Emirates Stadium era iniziata con delle buone premesse – il manager spagnolo ha vinto la FA Cup e poi il Community Shield dopo essere subentrato a Emery, esattamente un anno fa – ora la situazione inizia a essere davvero preoccupante, nonostante le sei vittorie su sei nel girone di Europa League. Al punto che il club ha deciso di inserire delle clausole per la retrocessione nei contratti dei giocatori.
La notizia è del Telegraph, che spiega come la caduta in Championship sia «uno scenario apocalittico ma da tenere in considerazione, dati i numeri e le scarse risposte tecniche ed emotive della squadra». L'eventuale retrocessione causerebbe un vero e proprio crollo del fatturato, a cui l'Arsenal ha voluto mettere un freno preventivo concordando dei tagli consistenti agli stipendi dei calciatori. Il prestigioso quotidiano inglese scrive che «l'Arsenal ha adottato una pratica comune a diversi club di Premier League, ma solo quelli fuori dalle Big Six, le grandi storiche del campionato»; inoltre, aggiunge il Telegraph, «anche per lo stesso Arsenal si tratta di una triste novità: era dai tempi di Wenger che certe clausole non venivano neanche considerate nel momento di stendere e poi stipulare i contratti dei calciatori». Gli eventuali tagli porterebbero a una riduzione degli stipendi pari al 25%, ma forse questa quota potrebbe diventare ancora più significativa per i giocatori con gli stipendi più onerosi – tra cui Aubameyang, Ozil, Willian. In ogni caso, l'Arsenal risparmierebbe una cifra molto consistente, considerando che il budget stipendi annuale si attesta sui 165 milioni di euro. L'Arsenal non retrocede in seconda divisione da oltre 100 anni: l'ultima volta risale alla stagione 1912/13, quando la squadra si chiamava ancora Woolwich Arsenal e arrivò all'ultimo posto della First Division. L'ultima delle Big Six a non aver partecipato alla Premier League è il Manchester City, promosso dalla Championship al termine della stagione 2001/02; prima dei Citizens, che però sono entrati nell'élite del calcio inglese in tempi relativamente recenti, l'ultima retrocessione eccellente è stata quella del Chelsea, nella stagione 1987/88. Proprio i Blues hanno vissuto una situazione simile a quella dell'Arsenal: a Natale 2015 avevano un solo punto di vantaggio rispetto alla zona-retrocessione. Abramovich, allora, decise di esonerare Mourinho, di sostituirlo con Hiddink ma di non inserire clausole particolari nei contratti dei calciatori. Al termine di quella stagione, il Chelsea arrivò al decimo posto in classifica. Un anno dopo, Conte portò il club londinese a vincere di nuovo la Premier League. da https://www.rivistaundici.com/

domenica 20 dicembre 2020

BOOK. "ARSENE WENGER, La mia vita in bianco e rosso. Le mie passioni, il mio calcio" di Arsène Wenger (Baldini & Castoldi), 2020


Per il suo approccio al gioco e al lavoro di squadra, per il suo rigore e le sue idee innovative in materia di dieta e di benessere, Arsène Wenger, soprannominato "Il Professore", ha lasciato il segno nel mondo del calcio, trasformando il mestiere di allenatore in pura arte. In questo libro decide di raccontarsi per la prima volta in assoluto. Come ha fatto il bambino di Duttlenheim, un piccolo paesino in Alsazia, che non sembrava affatto destinato al successo, a entrare nella leggenda? Come ha costruito la favolosa squadra degli "Invincibili", quell'Arsenal che per una stagione intera non ha mai subìto sconfitte? Come è riuscito a rivoluzionare quel club tutto sommato conservatore, facendolo passare da 70 a 700 dipendenti? Arsène Wenger ricorda qui ogni partita decisiva, ogni squadra che ha allenato, i giocatori che ha scoperto, formato, guidato e fatto crescere. Condivide con il lettore i momenti più importanti, le vittorie più celebri e le sconfitte più dure, e parla del suo mondo, dei valori che lo hanno sempre guidato: il rigore, la giustizia, il senso del dovere di fronte a un mondo, quello del calcio, che ha conosciuto eccessi e periodi bui. Ci offre così il racconto di una vita caratterizzata da un grandissimo amore per questo sport, per la sua grazia e la sua bellezza. Una lezione di vita: occorre assumersi il rischio delle proprie idee, crederci, lavorare sodo, guidare la propria squadra e non arrendersi mai.