mercoledì 28 dicembre 2011
da Il Secolo d'Italia (London Calling)
il 27 dicembre 2011, il Secolo d'italia ha recensito il libro con il testo di Giovanni Tarantino nelle pagine dedicate allo sport.
martedì 27 dicembre 2011
PL ARSENAL-WOLVERHAMPTON= 1-1
Aveva ragione Arsene Wenger a temere il Wolverhampton. “Sono una buona squadra – spiegava il manager francese dei Gunners alla vigilia della sfida dell’Emirates Stadium – hanno una difesa attenta e sono abituati a ‘combattere’ su tutti i palloni, partita dopo partita”. Contro i Wolves l’Arsenal domina in lungo e in largo, va anche in vantaggio ma non riesce ad amministrare, subisce il pareggio e cerca nuovamente il gol del 2-1 senza fortuna. Finisce 1-1, con tante recriminazioni e tante colpe: perchè non vincere una partita che si comanda dall’inizio alla fine è il motivo per cui l’Arsenal, che vive una stagione di alti e bassi continui, dista dalla vetta della classifica occupata dalle due squadre di Manchester la bellezza di 12 punti. Passano appena otto minuti e l’Arsenal è già in vantaggio. Il merito è di Gervinho, che sfrutta la bella palla in profondità di Benayoun, mette a sedere Hennessey e deposita in rete il pallone del provvisorio 1-0 in favore dei Gunners. Van Persie, che ha una gran voglia di superare il record di gol “annuali” di Alan Shearer (34 contro 36, ma il 2011 non è ancora finito), ci prova in tutti i modi, ma l’attaccante olandese non è fortunato e – dal 31esimo del primo tempo – trova sulla sua strada un Hennessey in giornata di grazia. Poco prima che le squadre vadano a riposo, i Wolves pareggiano grazie al settimo gol stagionale di Fletcher. L’attaccante degli ospiti è bravo a mettere dentro di testa sugli sviluppi di una conclusione dalla distanza di Hunt sporcata da Mertesacker: per l’Arsenal è tutto da rifare...
Il portiere dei Wolves, 150 presenze con il Wolverhampton proprio all’Emirates, vive una giornata da super-eroe contro Van Persie & Co: Hennessey, strepitoso già nel primo tempo proprio su Van Persie, si ripete più volte nella ripresa ancora sul capitano dell’Arsenal e a più riprese anche su Gervinho, Rosicky e Arshavin, nel frattempo entrato al posto di Benayoun. Al 75esimo gli ospiti restano in dieci per via dell’espulsione di Milijas, che entra duro ai danni di Arteta e si guadagna così la doccia anticipata. L’Arsenal prosegue nel suo forcing, ma Hennessey è insuperabile, e Van Persie – l’uomo più pericoloso della banda di Wenger nel finale – meno ispirato del solito. Finisce 1-1, con l’Arsenal che si conferma quinta forza della Premier League e che sale a quota 33 punti. Il Chelsea, quarto, dista una sola lunghezza, ma la vetta della classifica è lontana addirittura 12 punti. Irraggiungibile. da http://it.eurosport.yahoo.com/, foto AP/photo
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Gol: Gervinho (8), Steven Fletcher (38)
Arsenal W Szczesny, T Vermaelen , P Mertesacker, J Djourou (M Chamakh, 85), L Koscielny, Y Benayoun (A Arshavin, 63), A Song (A Ramsey, 71), T Rosicky, M Arteta, R van Persie, Gervinho W Wolverhampton Hennessey , C Berra, R Zubar (R Stearman, 50), R Johnson , A Forde (A Guedioura , 72), K Henry, M Jarvis, S Ward, N Milijas (s/o 75), S Hunt (K Doyle, 86), S Fletcher Referee: S Attwell
Attendance:
Stadium: Emirates stadium
Table: 45 Man City & Man Utd, 35 Tottenham, 34 Chelsea, 33 Arsenal, 31 Liverpool, 30 Newcastle..
venerdì 23 dicembre 2011
da "Il Manifesto" (London Calling)
«London Calling», la storia dell'Arsenal tra Joe Strummer, la regina e Wenger
Scritto da matteo patrono - il manifesto | 22 Dicembre 2011
«London Calling» è il singolo di apertura dell'omonimo storico doppio album dei Clash (1979). È, anche, il titolo di un meraviglioso libretto di Luca Manes e Max Troiani dedicato alla storia dell'Arsenal e a un secolo e mezzo di football all'ombra del Big Ben (Bradipolibri). Chiariamo subito: Joe Strummer non era tifoso dei Gunners, bensì del Chelsea (e in seguito degli ucraini dello Shakhtar Donetsk) ma nel 1999 dedicò la prima canzone del suo album coi Mescaleros a Tony Adams, capitano ubriacone e figura di culto del club di Islington. Johnny Rotten, lui sì che tifava per l'Arsenal essendo cresciuto tra i teppistelli di Finsbury Park, a due passi da Highbury, il leggendario stadio dei gunners che non esiste più dal 2006 (ci hanno costruito sopra un condominio di appartamenti extra-lusso) sostituito dal nuovo modernissimo Emirates Stadium, finaziato dagli emiri di Dubai. D'altronde anche Osama Bin Laden era tifoso dell'Arsenal (nel 1994 seguì la squadra fino a Copenhagen per la finale di Coppa delle Coppe vinta contro il Parma) ma dopo l'11 settembre fu dichiarato persona non gradita dai dirigenti del club e gli appassionati hard-core del Clock End gli dedicarono il coro «He's hiding near Kabul/ He loves Arsenal/Osama oooh/Osama oooh». E poi c'è Nick Hornby che col suo «Fever Pitch» ha rivoluzionato il rapporto tra calcio e letteratura e reso immortale il mito dei gunners poco prima che l'alsaziano Arsene Wenger trasformasse il tradizionale e noiosissimo gioco del «boring boring» Arsenal anni '70/'80 in una spettacolare banda di cannonieri super giovani. C'è tutto questo e molto di più in «London Calling» perché l'Arsenal è il pretesto per parlare di musica e democrazia parlamentare, mode e sottoculture giovanili, finanza e monarchia (ebbene sì, anche il cuore della regina Elisabetta batte per loro). Dunque per parlare di Londra, dei suoi miti e dei suoi 9 team professionistici. Manes e Troiani sono due esperti in materia, la prefazione è di Massimo Marianella, da sempre voce del calcio inglese in tv. Letto il libro, se capitate a Londra per natale prendete la metro e scendete alla fermata Arsenal. Respirate l'aria. A quel punto vi sarà tutto chiaro.
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