mercoledì 31 marzo 2010

Arsenal nel Cuore

LONDRA - Arsenal-Barcellona: l'impressione è che i giganti stiano tutti da una parte e che dall'altra facciano soprattutto tanta simpatia. A proposito di giganti, entrando all'Emirates Stadium dal ponte che scavalca la ferrovia ci si imbatte proprio in una gigantografia, attaccata alle pareti di vetro e cemento dello stadio, di Thierry Henry che si abbraccia con i compagni dell'Arsenal dopo uno dei tanti gol segnati per i Gunners: ben 226 in 369 partite in otto anni a Londra. Quando è stato effettuato il sorteggio Uefa gli è preso un tonfo al cuore: non avrebbe mai voluto incontrare, ora che fa parte del trio di attaccanti più pazzesco del mondo Messi-Ibrahimovic-Henry, la squadra della suo cuore. A 32 anni questa sarà l'emozione più importante della sua vita.Henry è uno di quei giocatori che ritrovi puntualmente nello scorrere del calcio, quasi a periodi regolari: i mondiali del 98, la Juventus, la finale degli Europei 2000 contro l'Italia, i successi con l'Arsenal, il trionfo col Barcellona, la mano nel gol decisivo che ha portato la Francia in Sud Africa e messo fuori l'Irlanda di Trapattoni. Gli ultimi sei mesi, in particolare, sono stati particolarmente intensi. E ora questa partita che si frappone verso la finale di Champions di Madrid. La cosa più curiosa, ma nemmeno poi tanto..., è il fatto che un campione così sia passato per l'Italia e non se lo sia filato nessuno. Eppure qualcosa aveva fatto: aveva già giocato nel Monaco per cinque anni, era un nazionale francese, era un campione del mondo. La Juventus ebbe l'intuito di ingaggiarlo, ma essendo appena 21enne lo fece giocare abbastanza poco - era la stagione non troppo fortunata di Carlo Ancelotti, che lo faceva giocare esterno di centrocampo - e quindi presero la palla al balzo e intascarono i dieci milioni di sterline offerti dall'Arsenal di Arsene Wenger. Dopo poco si capì che il grande affare lo avevano fatto gli inglesi, puntando come al solito su un giovane che in Italia non eravamo riusciti a valorizzare. Un vecchio vizio che ci trasciniamo tuttora. Sono passati dieci anni esatti e il rimpianto non è stato ancora metabolizzato. Quella di stasera è sicuramente la partita di Messi e Fabregas (ma lo spagnolo dell'Arsenal ex giovanissimo del Barcellona ha solo il 40% di probabilità di giocare), la partita di Ibrahimovic che ha preso a segnare a ripetizione dopo una partenza difficile, ma soprattutto la partita di Thierry Henry, il campione che il calcio italiano ha scartato, mentre quello francese, quello inglese e quello spagnolo ne hanno tratto il meglio. Una sconfitta del nostro football, di fronte a mezza Europa. L'impresa di quell'Arsenal che più viene ricordata è la conquista della Premier League nel 2003-2004, l'Arsenal degli Invincibili chiuse il campionato senza essere mai battuto. Ma viene ricordata anche la finale della Champions League 2006, quando l'Arsenal a Parigi venne rimontato e sconfitto proprio dal Barcellona. "Rammento ogni singolo momento dei miei otto anni all'Arsenal - ha detto Henry - e ricordo anche meglio quelli peggiori... Perdere la finale contro il Barcellona fu durissimo. In questa squadra ho speso otto anni della mia vita, è come se Xavi al Barça a un certo punto se ne andasse via. Debbo moltissimo ad Arsene Wenger è stata un a persona davvero speciale per me. Lui ha cambiato la vita del club e addirittura dei suoi fan". Una grande partita stasera non cancellerebbe la macchia del fallo di mano in Francia-Irlanda - negli ultimi mesi si è parlato solo di questo quando spuntava fuori il nome di Henry - ma almeno non lo lascerebbe come ultima immagine. Henry ha chiesto scusa per quello che ha fatto, ma solo dopo e non sul momento. E in ogni caso di quel fallo non è stato certo il solo ad avvantaggiarsene: ne ha goduto soprattutto la Francia che rischiava di rimaner fuori dal Mondiale.Con l'Arsenal Henry ha vinto due Premier League e tre Coppe d'Inghilterra, è stato votato il miglior giocatore di sempre della storia dei Gunners. Henry rappresenta il salto che la squadra inglese fece dal "Boring Arsenal" (noioso) a quella di "Glorious Arsenal". Sfruttando la politica dei giovani, ma non solo. Affidandosi soprattutto mani e piedi a quel genio di Arsene Wenger che lo guida ormai da 14 anni e che con un lavoro totale - in campo e dietro la scrivania - gli ha dato una nuova dimensione. Ha sempre voluto dicono un ufficio piccolo ed essenziale, considerandosi uomo di campo che comunque non trascura per questo il suo lavoro di manager totale: "Ho bisogno di un divano per discutere i contratti e di una scrivania per firmarli". Anche Henry è passato da quel vecchio ufficio nella vecchia sede dell'Arsenal ad Highbury - che ora non c'è più - ed è stato il miglior affare della vita per entrambi. (31 marzo 2010). da repubblica.it

1 commento:

  1. bel post, ti seguo spesso e condivido spesso i tuoi commenti che sono obiettivi e giusti. oggi prevedo una partita da under, loro si difenderanno e cercheranno di sfruttare la fisicità di keita e tourè in mezzo al campo cercando di colpirci in contropiede con messi ( che lontano dal camp nou nn è così fenomenale) ed henry. prevedo una gara difficile per bendtner in mezzo a puyol e pique, saranno comunque importanti i primi 20 minuti dove noi daremo il massimo, se riusciremo a segnare allora potremo portare a csa la vittoria latrimenti la vedo dura...prevedo una partita da under, al contrario rimarrei molto sorpreso..ciao

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