venerdì 5 agosto 2011

Champions League: ci tocca l'Udinese!

Dalle urne di Nyon per gli accoppiamenti dei preliminari di Champions i friulani hanno pescato l'Arsenal: l'andata si giocherà a Londra, all'Emirates Stadium, mentre il ritorno allo Stadio Friuli. Sarà una grande vetrina per i ragazzi di Guidolin contro una squadra che ha sempre eliminato le italiane nel doppio confronto con la sola eccezione della finale della Supercoppa 1994 contro il Milan. Il presidente Pozzo è ottimista nonostante tutto: «È una sfida stimolante e affascinante, siamo come chi non è mai andato a New York e ha voglia di vedere la grande città. Affrontiamo un club storico e importante, ci fa piacere farlo, sarà difficile, ma a questi livelli tutte le partite sono dure. Forse sarebbe stato meglio il Benfica, ma attenzione perché noi abbiamo affrontato lo Sporting in un recente preliminare e siamo passati a fatica». Non è d'accordo Francesco Guidolin: Nella mia scaletta di preferenze sul playoff l'Arsenal l'avrei evitato, ma qualsiasi sfida sarebbe stata dura». da http://www.iltempo.it/

L'Udinese pesca dall’urna Champions l’Arsenal: peggio, forse, c’era solo il Bayer Monaco. Del resto nonostante i litigi presidenziali, il mercato che potrebbe far perdere Nasri e Fabregas, la tensione di non vincere nulla dal 2005, la squadra amata da Nick Hornby (e milioni di fans insieme a lui nel mondo) è un colosso al quale “Davide Udinese” può opporsi, lo deve fare, ma inevitabilmente senza avere i favori del pronostico. Certamente dopo un annodi sacrifici ritrovarsi ora nelle condizioni di doversi giocare l’ingresso in Champions contro una squadra data tra le favorite e con un’Udinese smantellata nel suo asse centrale non era previsto nemmeno da Guidolin. Il quale, in silenzio si è stretto con i suoi per far fronte alle difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti e non occorre rimarcare. Da oggi è tempo di lasciar da parte le proprie posizioni su quanto fatto dalla società per il bene più grosso: la squadra, che di colpe se il mercato è stato deludente non ne ha e, inoltre, ha il dovere di rendere meno impegnativo l’impatto con questa realtà ai nuovi, non fenomeni a quanto pare, ma oramai parte degli errori che devono fare l’impresa. Per cui forza ragazzi.  Certo è che una considerazione va fatta: non vorremmo che questo sorteggio diventi un paravento sulle mosse di mercato. Perché le critiche si basano anche, e soprattutto, sui metodi: troppe promesse non mantenute. Oggi, intanto, è tornato a parlare Gino Pozzo al Messaggero Veneto: “Io non sarei così pessimista - insiste Gino Pozzo - , cerchiamo di mettere in campo le nostre armi e le nostre qualità. Vi ricordate il preliminare Uefa di tre anni fa? Pescammo il Borussia Dortmund, ovvero il peggio del peggio, eppure passammo noi”. Rimane il rammarico per una rosa che tutti sanno che doveva essere completata e c’era tutto il tempo di farlo, visto che da marzo qualcuno già conosceva il destino dei tre big venduti. Amen: i tifosi amano la maglia e ora la seguiranno in modo massiccio a Londra, in una trasferta che potrebbe superare per numero quella di Barcellona 6 anni fa. La squadra, intanto, oggi proverà nell’ultima amichevole prima dell’impegno Champions i suoi meccanismi. Dopo che col Cadice sono stati risparmiati gli attori principali, oggi ci attendiamo che Guidolin faccia una sorta di test generale. Il tecnico riguardo il sorteggio dice una cosa che abbiamo già rimarcato: “Da qualche giorno sapevo che questo sarebbe stato il mio gruppo. Ho la massima fiducia in questi ragazzi per come si comportano dal primo giorno di allenamento: non mollano un attimo e questo è un aspetto importantissimo”. Vero l’impegno non è mai venuto meno, rimangono però i problemi di un attacco che deve sperare troppo in Totò Di Natale, in una mediana senza regista e in una difesa tutta da oliare. Per questo il 4-4-1-1, a oggi, appare la soluzione migliore: contro gente come Van Persie, Arshavin, Walcott non si può regalare nulla. E non basta la concentrazione: serve una fase difensiva perfetta, sperando in un contropiede micidiale. A Londra non vediamo altra partita che un Arsenal pressante col 4-2-3-1 e un’Udinese che non può pavoneggiarsi troppo. Wenger ammette che “dovremo giocare al meglio. Contro una squadra italiano non sarà facile ma dobbiamo e vogliamo passare il turno. Non parlerò più di mercato e Fabregas”. In effetti anche a Londra le polemiche quest’estate non sono mancate così come il malumore dei tifosi. Questo appuntamento diventa quindi già un primo banco di prova da non fallire, pena l’inasprimento di una situazione già complicata. La sensazione è che i due uomini chiave sul mercato (Nasri e Cesc), possano non essere impiegati: se lo faranno addio Champions con City e Barcellona. Comincia dunque l’operazione Italian Job: come nel film serve anche molta astuzia per fare il miracolo. Consapevoli di una cosa su tutte: abbiamo una garanzia in panchina e uomini importanti in campo. Pinzi, Di Natale, Domizzi si giocheranno la loro ultima possibilità di disputare la Champions, almeno a Udine: dopo i sacrifici dell’anno passato venderanno cara l’anima, ne siamo certi. E con le buone o con le meno buone la faranno vendere cara anche a chi appare con la testa altrove o a chi non si è ancora ambientato e non capisce bene dove è arrivato.
da http://www.ilfriuli.it/

La prima partita sarà giocata a Londra il 16 agosto ore 20.45, il ritorno in friuli il 24 agosto.

giovedì 4 agosto 2011

Ma allora Fabregas rimane..?

Oggi ci sarà la foto ufficiale della nuova stagione ed il Capitano (??) e Nasri ci saranno, ma fino a quando? la posizione e le scelte di Wenger continuano ad essere totalmente ingarbugliate, ma lui almeno avrà le idee chiare? siamo al 4 agosto ed ancora non sappiamo che tipo di squadra avremo il 13.

sabato 23 luglio 2011

Il giorno del cappellaio matto.

1988 Arsenal-Luton Town, Final League Cup
Tranquilli amanti del calcio inglese, in questo pezzo non si faranno analisi psicologiche sui personaggi del celebre libro di Carrol “Alice nel paese delle meraviglie”, qui si parla di calcio inglese, di quello un po’ datato, in sostanza di quello che in fine amiamo di più. Sembra di stare a parlare di epoche lontanissime eppure poco più di venti anni fa il nostro amato football viveva una dimensione enormemente diversa rispetto a quella odierna. Il calcio inglese, esiliato dal resto d’Europa dalla vigliacca sentenza post-Heysel che colpi tutto il movimento calcistico di sua maestà e non solo il Liverpool come giustizia avrebbe voluto, era un calcio autarchico snobbato da investitori e campioni esteri e per questo con il livello medio più equilibrato. In questo contesto storico il Luton Town, piccola squadra della cintura londinese, visse il suo moneto di gloria massima. Dicevamo che erano altri tempi, in quei tempi là succedeva che i “cappellai” di Luton ( il soprannome The Hatters era dato dal fatto che il distretto di Luton fin dal diciassettesimo secolo era il maggior produttore di cappelli di paglia e non ) erano da tempo frequentatori dell’allora first division inglese, nella stagione 86/87 addirittura centrarono il settimo posto, e quindi si erano ritagliati una credibilità notevole ma nessuno avrebbe scommesso su una loro vittoria nella finale di Coppa di Lega del 1988. In un Wembley gremito, di fronte a 96000 il persone il 24 aprile dell’88 l’Arsenal di George Graham affronta il piccolo Luton Town guidato da Ray Harford. Sulla carta i gunners partono con il favore del pronostico anche se come accennato poco fa negli anni 80 i giant killing erano molto più frequenti, si pensi solamente che due anni prima, nel 1986, la Coppa di Lega fu alzata in cielo dal capitano dell’Oxford United. In campo 22 giocatori di cui 21 inglesi e uno ( il portiere del Luton Dibble ) gallese, erano proprio altri tempi. I Gunners partono forte e menano le danze ma già al 13’ si hanno le avvisaglie che sarà un pomeriggio storico; Brian Stein sfrutta al meglio un assist di Steve Foster e taglia fuori tutta la difesa dell’Arsenal battendo Lukic da pochi metri: 1-0 tra l’incredulità generale. Il club di Highbury si lancia al contrattacco, le giocate di Rocastle, Micheal “history man” Thomas, i guizzi del leggendario attaccante Alan Smith sbattono però contro la diga eretta dal Luton a difesa della porta di Andy Dibble. La sensazione generale è quella che una volta trovato il gol del pari l’Arsenal possa far sua la gara. Nel secondo tempo accade ciò che tutti si aspettavano, in soli 5 minuti i gunners ribaltano la situazione:al 71’ gol del pari in mischia di Hayes, subentrato ad uno spento Groves, ed al 74’ il bomber Smith come da prassi timbra il cartellino a seguito di una rocambolesca azione che dimostra come la difesa degli Hatters fosse ancora in tilt dopo il aver subito il gol del pari. A questo punto i Gunners dilagano, Rocastle porta a spasso il pallone in area avversaria, Donaghy ingenuamente lo tocca ( ma forse no, probabilmente stiamo parlando di uno dei primi grandi tuffi in area di rigore che la mia memoria di appassionato di brit-football ricordi ) , rigore. Dal dischetto la leggenda Nigel Winterburn si appresta a dare il colpo di grazia al Luton, succede però che Dibble sventa la minaccia con un gran balzo sulla sua sinistra tenendo in gioco gli Hatters per gli ultimi leggendari dieci minuti. Chi ha letto Febbre a 90 di Hornby sa di cosa sto parlando: arriva puntuale in area Gunners il disastro di Gus Ceasar, centrale non nuovo a leggerezze leggendarie, che cicca il rinvio su retropassaggio di testa di Sansom innescando una azione confusa che dopo tiri e rimpalli porta al gol del pari di Danny Wilson al 82’. Sconcerto tra i gunners, difesa storicamente solida che già aveva in Tony Adams la sua colonna. Lo stesso Adams, già capitano all’epoca, al 90’ stende da par suo Mark Stein, punizione ineccepibile battuta da Danny Wilson, Adams libera di testa ma il nuovo entrato Grimes scodella di nuovo in area, è il 90’, e Brian Stein, ancora lui brucia tutti in anticipo e trasforma il sogno in realtà, 3-2 ed il Luton Town è nella storia. Le parabole dei 2 club saranno opposte, quell’Arsenal sotto la sapiente guida di Graham vincerà il campionato l’anno seguente dopo anni di digiuno e da quel momento inizierà una escalation poderosa mentre il piccolo Luton dopo questo trionfo atteso ben 103 anni arriverà di nuovo in finale di Coppa di Lega l’anno successivo perdendo però contro il Forest 3-1. Dopo questo meraviglioso biennio inizia la lunga caduta all’Inferno dei “cappellai” che culmina con la retrocessione l’anno scorso stagione 2008/09 dalla 4 divisione(a noi vecchi piace ancora chiamarla cosi)alla Conference. Un grande rammarico per il Luton Town sarà non disputare alcuna competizione europea per via del noto bando alle squadre inglesi, rammarico che nel tempo colpirà pure Oxford Utd e Wimbledon ma questa è un’altra pagina di un calcio che non c’è quasi più: il calcio dei piccoli miracoli, dei clamorosi giant-killing, il calcio delle squadre inglesi con giocatori britannici, il calcio dei cari vecchi tempi e a quello spirito ormai quasi scomparso a cui questo piccolo articolo vuol rendere omaggio.
di Charlie Del Buono, da http://ukfootballplease.blogspot.com