domenica 11 marzo 2018

PL ARSENAL-WATFORD= 3-0



Dopo il successo in Europa League contro il Milan, l'Arsenal torna all'Emirates Stadium per sfidare il Watford in uno dei due posticipi domenicali della 30esima giornata di Premier League. Il campionato non sorride alla squadra di Wenger, con la vittoria che manca dal 3 febbraio, ossia dal successo interno per 5-1 contro l'Everton. Poi solo sconfitte con Tottenham, City e Brighton. Solo 45 i punti conquistati, che confinano i Gunners al sesto posto in classifica, lontano dalla zona Champions. Si tratta del peggior Arsenal a questo punto della stagione da quando in panchina c'è Wenger. Il Watford di Javi Gracia, invece, vive un buon momento di forma: 10 punti conquistati nelle ultime cinque giornate, con due successi consecutivi nelle ultime due. La squadra di patron Pozzo con 36 punti è lontana dalla zona retrocassione, e in caso di vittoria accorcerebbe, e di molto, proprio sull'Arsenal. In più nel 2017 il Watford ha sempre battuto l'Arsenal. Senza gli infortunati Lacazette e Monreal, Wenger si affida al tridenteoffensivo formato da Ozil, Mkhitaryan e Aubameyang. Tanti gli assenti anche per il Watford che però schiera l'ex Juve Pereyra, Kiko e Richarlison alle spalle di Deeney, unica punta. L'Arsenal, rinvigorito dalla partita con il Milan, entra in campo con uno spirito battagliero: dopo appena due minuti Ozil serve in profondità un splendido pallone per l'inserimento di Aubameyang, il cui tiro viene però respinto da Karnezis. All'8' il match si sblocca: punizione defilata calciata da Ozil verso l'aria piccola, Mustafi stacca più in alto di tutti e batte il portiere avversario. Si tratta del gol numero 1000 in casa dell'Arsenal nella sua storia. Al 12' la risposta del Watford con il tiro dalla distanza di Doucourè al quale si oppone a mano aperta Cech. Al 26' punizione da buona posizione per Richarlison, la sua conclusione è precisa ma debole e Cech riesce a deviare, sulla ribattuta arriva Pereyra che però tutto solo calcia malissimo. Sul capovolgimento di fronte Ozil entra in area e a tu per tu con Karnezis, ma vede la sua conclusione deviata in qualche modo con il piede di richiamo dal portiere greco. In pieno recupero Richarlison ha un grande opportunità ma Cech gli nega il gol. Nella ripresa i ritmi sono più blandi. Dopo un avvio lento la partita si infiamma nel giro di due minuti. Al 60' Mkhitaryan ruba un pallone a centrocampo e serve Aubameyang, che dribbla Karnezis e fa 2-0. Passa appena un minuto e Pereyra si procura il calcio di rigore che può riaprire la partita. Sul dischetto si presenta Deeney che però calcia poco angolato e Cech respinge. Si resta sul doppio vantaggio dei Gunners. Al 76' il grande secondo tempo di Mkhitaryan viene premiato dal gol del 3-0, complice però l'intervento difettoso di Karnezis. da http://www.sportmediaset.mediaset.it
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Goals: 8'Mustafi, 60'Aubameyang, 77'Mkhitaryan,
Arsenal: Cech 7, Maitland-Niles 6, Mustafi 7 (Chambers 73 6), Holding 6, Kolasinac 6, Elneny 7, Xhaka 6, Mkhitaryan 7 (Wilshere 78' 6), Ozil 6, Iwobi 6 (Welbeck 66' 6); Aubameyang 7. Not used: Ospina, Nelson, Nketiah, Willock.
Manager: Arsene Wenger 7
Watford: Karnezis 5, Janmaat 5 (Britos 80' 6) , Prdol 5, Mariappa 6, Holebas 6; Femenia 5 (Hughes 63 6), Doucoure 6, Capoue 5, Pereyra 6 (Okaka 67mins 6); Richarlison 5, Deeney 5. Not used: Sinclair, Gray, Carrillo, Bachmann.  Manager: Javi Gracia 5
Booked: Holebas,
Referee: Martin Atkinson 6
Attendance: 59.131
Table. 78.Manchester City, 65.Manchester United, 60.Liverpool, 58.Tottenham, 56.Chelsea, 48.Arsenal, 43.Burnley, 40.Leicester...

Arsenal, Mertesacker: "Non ce la faccio più. Vomito prima delle partite"

La differenza fra sogno e realtà. Fra vita pubblica e vita privata. Essere famosi, essere ricchi, essere calciatori, piacerebbe a molti. Per alcuni bambini è un vero e proprio sogno, per alcuni adulti (che non ce l'hanno fatta) un rimpianto. Nella vita del calciatore però non ci sono solo i titoli o le partite giocate a San Siro o al Bernabeu. Non ci si limita mai ai quei 90 minuti. Dietro c'è di più, dietro a volte c'è anche sofferenza. Perfino se si è affermati, perfino se si è campioni del mondo. Quella attuale sarà l'ultima stagione di Per Mertesacker, poi, a maggio si ritirerà. In carriera ha vinto molto (compreso il mondiale con la Germania nel 2014), ma spesso si è sentito schiacciato dalla pressione. "So che siamo privilegiati – ha detto a Spiegel –, ma si arriva al punto in cui si realizza che il tutto è solo un peso. Fisico e mentale". Mertesacker (104 presenze in nazionale, all'Arsenal dal 2011) racconta che prima di ogni fischio d'inizio ha attacchi di diarrea e conati di vomito: "Come se, parlando simbolicamente, tutto quel che viene dopo il fischio d'inizio facesse vomitare". Nel mondo del calcio c'è quindi anche chi la pressione non la sopporta bene. "I giocatori vengono valutati solo per le loro prestazioni. Non giochi più per divertiti: devi rendere, sempre, senza se e senza ma". Addirittura secondo Mertesacker ci sarebbe una correlazione fra stress e infortuni: "Spesso secondo me gli infortuni sono mentali. Ogni volta che arrivavo al limite mi facevo male. Diciamo che è un po' come se il corpo aiutasse l'anima". In questa stagione Mertesacker non sta trovando molto spazio (11 presenze fra tutte le competizioni), forse anche perché mentalmente ha già staccato la spina: "Sono arrivato al limite. Mi dicono tutti che essendo il mio ultimo anno devo dare il massimo, ma io non ce la faccio più. Preferisco stare in panchina, o, meglio ancora, in tribuna. Con la partita d'addio sarò finalmente libero".
La pressione più grande l'ha vissuta a 21 anni, quando, nel 2006, la sua Germania ospitava i mondiali. I tedeschi parlavano di "Sommermärchen" (cioè di "favola estiva"), per lui fu invece un periodo particolarmente difficile. Al punto che si sentì sollevato una volta persa la semifinale con l'Italia: “Ovviamente ero dispiaciuto per l'eliminazione, ma più che altro ero sollevato. Me lo ricordo ancora come fosse oggi. Pensavo solo: è tutto finito, è tutto finito. Finalmente è tutto finito". Sia chiaro: non tutti i calciatori vivono male con la pressione, ma quello di Mertesacker non è sicuramente un caso isolato. Non per tutti è realmente un sogno. Lothar Matthäus, però, si è detto sorpreso dalle dichiarazioni del connazionale: "Io mi deprimevo quando ero infortunato". La reazione alla pressione è quindi soggettiva. Mertesacker l'ha sofferta e dato che dalla prossima stagione sarà responsabile dell'accademia dell'Arsenal, ha intenzione di combattere il sistema. Vuole aiutare i ragazzi a vivere lo sport più serenamente: "Non devono puntare tutto sul calcio, non devono trascurare la scuola. Solo una piccola percentuale ce la fa". È la realtà, spesso ben diversa dal sogno. 
di Elmar Bergonzini, da http://www.gazzetta.it

giovedì 8 marzo 2018

EL MILAN-ARSENAL= 0-2




C’è un momento in cui ti appaiono chiari i tuoi limiti. Succede quando ti apri al mondo, esci dal cortile di casa, si alza la famosa asticella e scopri, un po’ stupito, che ancora non ci sei. Non a quel livello lì. Il Milan prende una lezione dall’Arsenal che definisce, persino in modo eccessivo, la sua dimensione. Una sconfitta severa, che servirà per la crescita, ma che, con un 2-0 in casa, inguaia pesantemente l’attuale percorso in Europa. All’Emirates tra una settimana servirà una maturazione accelerata e un’impresa vera, e i germi di speranza sono solo dentro una ripresa giocata con maggior piglio, quando l’Arsenal aveva però deciso di calare i ritmi. E pensare che quelli che si giocavano tutto erano gli inglesi, guidati dal vecchio condottiero Wenger che sembrava aver perso ogni mordente sui suoi. Invece no.
Ma i ragazzi sono così. Spavaldi se non gli lasci il tempo di pensare a dove sono, ai 72mila sugli spalti, all’Arsenal che ha fatto la storia del calcio, all’atmosfera che devi guardare i cartelloni con la scritta Europa League perché altrimenti sembrerebbe tanto una di quelle sere di Champions. Così i ragazzi terribili del Milan partono bene, con Bonaventura che non arriva di un niente su un calcio d’angolo deviato da Koscielny, ma più passano i minuti e più pensano. Male. Arriva, improvvisa, la timidezza, prende il sopravvento la fretta, che fa sbagliare anche quello che in genere si fa d’istinto (vedi Cutrone e l’improbabile tiro di punta), che fa risultare stranamente impacciati, che fa fare sempre la scelta sbagliata, che fa incespicare Calhanoglu e Bonaventura, due che si cercheranno sempre ma non si capiranno mai. La malizia, da ragazzi, poi, non c’è e Calhanoglu sta in piedi su un’uscita di Ospina che lo tocca, invece di cercare il rigore. Le gambe pesano di più, e chissà che la rincorsa non cominci a chiedere il conto o che gli allenamenti non siano stati eccessivi, o se invece è l’ansia a tagliare il fiato. D’altra parte l’Arsenal, con un 4-2-3-1 che ha sorpreso forse Gattuso, ha modo di pressare altissimo, con almeno quattro giocatori a bloccare sul nascere ogni ripartenza rossonera. Il Milan non riesce mai ad uscire palla al piede, si limita ad un giro palla improduttivo, né tantomeno a ripagare l’Arsenal con la stessa moneta, il pressing alto. Gli inglesi mettono in mostra tutta la loro abitudine a partite così e la loro qualità. Ozil, certo, che ha messo lo zampino nei due gol, ma tutti si imbucano con facilità, bucando la famosa compattezza rossonera. Mkhitarian, al 15’ lascia sul posto Calabria, calcia di potenza, beccando la sfortunata deviazione di Bonucci che batte Donnarumma. Il Milan è tramortito, sbanda (Welbeck manca di killer instinct), sembra risvegliarsi ma è poco lucido, mentre l’Arsenal può far ancora male: Mkhitarian prende la traversa, poi al 49’, Ramsey avvia un’azione con un colpo di tacco e la conclude (assist di Ozil) mettendo a sedere Donnarumma. Nella ripresa l’Arsenal, dopo aver sbagliato il terzo gol con Welbeck, pensa a gestire. Bonaventura mostra il primo tiro in porta, poi spreca la più ghiotta occasione, un rigore in movimento. Gattuso prova il piano B con le due punte, ma produce solo una bella palla di André Silva per Kalinic fermato da Ospina. I ragazzi ci riproveranno a Londra. Intanto sanno meglio chi sono e come crescere. da http://www.corriere.it
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Goals. 14'Mkhitaryan, 54'Ramsey,
AC Milan: G Donnarumma 6, Calabria 6 (Borini 79), Bonucci 6, Romagnoli 5, Rodriguez 6; Kessie 5, Biglia 5, Bonaventura 6, Suso 6, Cutrone 6 (Silva 69, 5), Calhanoglu 6 (Kalinic 62). Unused subs: A. Donnarumma, Zapata, Montolivo, Locatelli
Manager: Gennaro Gattuso 5
Arsenal: Ospina 6, Chambers 5 (Elneny 85), Mustafi 6, Koscielny 7, Kolasinac 6.5 (Maitland-Niles 62, 6); Ramsey 7, Xhaka 6, Wilshere 8, Mkhitaryan 7, Ozil 6 (Holding 80); Welbeck 5. Unused subs: Cech, Nelson, Iwobi, Nketiah.
Manager: Arsene Wenger 6
Bookings: Kolasinac, Ramsey,
Referee: Clement Turpin (FRA) - 6.5
Attendance: 72,821