giovedì 7 gennaio 2016

Gabriel Paulista blindato: assalto al titolo con l'Arsenal

Da quasi due anni, dall’8 febbraio del 2014, l’Arsenal non occupava il primo posto in Premier League: Wenger ha dovuto aspettare 71 giornate di campionato per riuscire a interrompere questa tradizione negativa. Il successo del 2 gennaio contro il Newcastle (1-0), firmato da un gol del difensore Koscielny, ha permesso al tecnico francese di sorpassare in classifica il Leicester di Ranieri. Quindici punti nelle ultime sei giornate: l’Arsenal era quarto, il 5 dicembre, e in quattro settimane ha stravolto le gerarchie, rilanciando la sfida al titolo, che il club londinese non vince dal 2004. Un anno speciale, quello. Un torneo dominato. Trentotto partite e nessuna sconfitta: il capolavoro della gestione-Wenger, che allena i “gunners” dal 1996, quando fu assunto dopo le dimissioni di Bruce Rioch. Una squadra da poster, quella del 2004: i trenta gol di Thierry Henry, gli assist deliziosi di Dennis Bergkamp, un centrocampo formato da Patrick Vieira, Fredrik Ljungberg e Robert Pires. Ventisei vittorie e dodici pareggi, settantatré reti realizzate e ventisei subite. Migliore attacco e difesa meno battuta della Premier: tra i pali giocava il tedesco Jens Lehmann, scartato dal Milan. Un ricordo che emoziona i tifosi dell’Arsenal. Niente promesse, però. Il primo posto ha riscaldato i cuori del popolo dell’Emirates Stadium, ma Wenger ha scelto la strada della prudenza. 
Da tempo non si registrava, in Inghilterra, un campionato così equilibrato. Sogna anche il Leicester. Il Manchester City ha accusato qualche colpo a vuoto, il Tottenham sta crescendo, mentre lo United fatica a ingranare e sembra già tagliato fuori dalla corsa. Classifica che può regalare grandi sorprese: Arsenal 42 punti, Leicester 40, Manchester City 39, Tottenham 36. Se il campionato terminasse oggi, il Manchester United di Van Gaal (quinto a quota 33) sarebbe escluso dalla prossima Champions League.
Un altro francese, dopo Henry, può consegnare il titolo all’Arsenal: è Olivier Giroud, classe 1986, ex Montpellier, a Londra, quarta stagione in Premier, capocannoniere con dieci gol dei “gunners”. Wenger è riuscito a superare una fase di grande emergenza a causa di un centrocampo decimato dagli infortuni: da Coquelin a Santi Cazorla, da Wilshere a Rosicky. Il tecnico francese ha dovuto tamponare anche l’assenza del cileno Alexis Sanchez, sei gol nelle prime quattordici giornate, bloccato ora da un problema alla coscia destra. Il mercato ha portato a Londra, in questi primi giorni, il mediano egiziano Mohamed Elneny, classe 1992, ex Basilea.
L’arrivo del portiere Cech, stanco di fare la riserva nel Chelsea al belga Courtois, ha rappresentato la prima pietra del rilancio dell’Arsenal. La difesa ha ritrovato compattezza: diciotto gol subiti in venti partite. E nel reparto arretrato uno dei jolly di Wenger si sta rivelando il difensore brasiliano Gabriel Paulista: è arrivato a Londra dal Villarreal nel gennaio del 2015, è costato quindici milioni, è stato lanciato dal Vitoria e viene considerato da Wenger un titolare in più. Otto presenze e un gol (nella penultima partita) contro il Bournemouth (2-0). 
Si è alternato spesso al centro della difesa con il tedesco Mertesacker e il francese Koscielny. Ha venticinque anni, è alto un metro e 87, ha un contratto fino al 2019 ed è nato a San Paolo il 26 novembre del 1990. Colpisce bene di testa, ha personalità, è forte nell’anticipo e svelto nei recuperi. Wenger, in questa stagione, lo ha utilizzato tre volte da titolare anche in Champions League. Rendimento regolare, attenzione in marcatura, buona tecnica, maglia numero cinque, esce spesso dall’area e prova ad avviare l’azione: Wenger lo ha inserito nella lista degli incedibili.
Gabriel Paulista ha iniziato a giocare nella scuola-calcio del Clube Atletico Taboão da Serra. Nel 2010 si è trasferito al Vitoria. Ha giocato nella serie B brasiliana con il Vitoria, ha centrato una promozione e nel 2013 è stato preso dai dirigenti del Villarreal per tre milioni e trecentomila euro. Ha vinto con l’Arsenal una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield. E’ stato convocato solo una volta nella nazionale brasiliana: era il 20 marzo del 2015, il ct Carlos Dunga lo chiamò in vista delle amichevoli con la Francia e il Cile, dopo l’infortunio di Marquinhos. da http://www.corrieredellosport.it/

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