mercoledì 26 novembre 2014

CL ARSENAL-BORUSSIA DORTMUND= 2-0

Due dei top team più in crisi di tutta Europa si scontrano all’Emirates, in una partita decisiva soprattutto per gli uomini di Wenger. I Gunners sanno che solo con una vittoria potrebbero insidiare il primo posto in classifica dei giallo-neri e Wenger, dopo la sconfitta in casa contro il Manchester United, ha l’obbligo di mettere a tacere le tanti voci che lo vorrebbero lontano dal Nord di Londra. L’Arsenal parte allora fortissimo e, dopo un minuto e dieci secondi, trova già la rete del vantaggio: Cazorla si insinua in area di rigore e, in stirata, serve Sanogo che solo davanti a Weidenfeller supera il portiere tedesco in uscita. Il replay mostra chiaramente come il francese, sull’intelligente tocco di Cazorla, fosse oltre l’ultimo difensore del Dortmund; arbitro e assistenti però non se ne accorgono e i Gunners possono così festeggiare la rete del vantaggio.
Il Borussia, falcidiato dagli infortunati, una volta subita la rete non riesce a reagire e, all’8′, rischia di subire il 2-0 ancora da Sanogo, lanciato a rete dal solito Cazorla sul filo del fuorigioco; il francese però, al momento della conclusione ci pensa troppo, perdendo l’attimo per il tiro a rete e facendosi rimontare dai centrali giallo-neri. L’Arsenal, man mano che passano i minuti, legittima il vantaggio; i ragazzi di Wenger riescono a giocare con più velocità, sullo stretto e tutte le volte che ripartono creano problemi per la grande velocità dei propri terminali d’attacco; il Dortmund sembra invece spaesato e, di fatto, costruisce solo una chiara palla- goal in tutto il primo tempo: Gundogan serve con un bel lob Piszczek, palla per Mkhitaryan e tiro di prima, che trova però la pronta risposta del giovane Martinez. Nella ripresa il Borussia prova a partire con un piglio diverso ma i Gunners ne hanno di più e tra il 51′ ed il 54′ costruiscono altre due nitide occasioni per il raddoppio. Sulla prima Sanchez, dai venticinque metri, è bravissimo ad accentrarsi dalla sinistra calciando un bolide che trova però pronta la manona di Weindenfeller; sulla seconda Chamberlain riesce a controllare un pallone impennatosi sulla trequarti e, dopo aver contato i rimbalzi, calcia a rete. Weindefeller questa volta è superato ma l’urlo di gioia dell’Emirates viene strozzato dalla traversa, baluardo invalicabile. Il Dortmund non riesce però a ripartire e, al 56′, subisce il meritato raddoppio dei Gunners. Mertesacker a centrocampo ferma Immobile, palla per Arteta che con due tocchi riesce a trovareSanchez sulla sinistra, a meno di cinque metri dalla linea dell’area di rigore; il Nino Maravilla controlla e, dopo aver dato un’occhiata al posizionamento di Weidenfeller, trova una conclusione a giro dolcissima che porta i suoi avanti di due.
Trovato il raddoppio l’Arsenal si mette a gestire la partita; il Dortmund riesce così ad alzare di un poco il proprio baricentro ma dalle parti di Martinez non ci arriva quasi mai. Unica, ed ultima, emozione al 91′: Piszczek dalla trequarti mette un bel pallone al centro area su cui si fionda Ramos; il tocco a rete del colombiano è pregevole ma Martienz dimostra, a dispetto della giovane età, di essere già un buon portiere e coi piedi chiude la porta all’attaccante del Dortmund. da http://www.maidirecalcio.com/
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Arsenal: Martinez 7, Chambers 7, Mertesacker 6.5, Monreal 6.5, Gibbs 6.5, Arteta 6.5 (Flamini 66' 6.5), Oxlade-Chamberlain 7 (Campbell 89'), Ramsey 7, Cazorla 8, Sanchez 7.5, Sanogo 7 (Podolski 78'). Subs not used: Huddart, Koscielny, Rosicky, Bellerin.
Booked: Arteta 
Goal: Sanogo 2', Sanchez 57'
Borussia Dortmund: Weidenfeller 6.5; Piszczek 6.5, Subotic 7, Ginter 6.5, Schmelzer 6.5; Gundogan 6.5, Bender 6.5; Grosskreutz 6.5, Immobile 5.5 (Kagawa 60, 6), Mkhitaryan 6.5; Aubameyang 6 (Ramos 60, 6). Subs not used: Langerak, Hornschuh, Kehl, Durm.
Booked: Piszczek, Subotic 
Manager: Jurgen Klopp - 6 
MOM: Cazorla
ATT: 59, 902
Referee: Viktor Kassai - 7
Table: 12 Dortmund 10. Arsenal 5. Anderlecht  1. Galtasaray

martedì 25 novembre 2014

Crisi Arsenal, parla l'Azionista: “Arsene, impara dagli errori”

“Arséne Wenger deve iniziare a imparare dai propri errori se vuole che l’Arsenal torni agli alti livelli del calcio europeo.”
E’ questo il pensiero, evidentemente senza troppi giri di parole, di Alisher Usmanov, il secondo azionista dei Gunners. Il miliardario russo, proprietario del 30% del club londinese, è a dir poco frustrato da uno dei peggiori inizi in Premier League, con solo 4 vittorie in 12 partite e poco più della metà dei punti della capolista Chelsea.
Ecco le sue parole, riferite dalla stampa alla vigilia della partita di Champions League in casa contro il Borussia Dortmund: “L’Arsenal è un sogno, però a volte diventa un miraggio e altre volte ancora diventa un dolore. Il potenziale c’è tutto ma quello che manca è assolutamente è la valutazione critica degli errori commessi.” E ancora: “Non c’è crescita senza comprensione dei propri limiti e dei propri errori e noi sembriamo ripetere gli sempre gli stessi errori, anno dopo anno.”
L’Arsenal ha interrotto la scorsa stagione la lunga astinenza da titoli, portando a casa la FA Cup, ma l’ottimismo che tale sofferta conquista ha generato si è dissolto in fretta. Ottavi in classifica, già fuori dalla Coppa di Lega e con una qualificazione al turno successivo di Champions League ancora da assicurare. Sono questi i risultati, decisamente deludenti, con cui ancora una volta Wenger deve fare i conti e che lo riposizionano sulla “graticola”.
Un reparto difensivo traballante sembra essere il maggiore indiziato dei fallimenti registrati sin qui, ma Usmanov crede che tutti i reparti abbiano bisogno di rafforzarsi: “Dobbiamo rinforzarci in ogni parte del campo per poter competere con squadre come il City e il Chelsea in campionato e contro le grandi d’Europa come Real Madrid, Barcellona e PSG”.
Poi quella che a tutti gli effetti suona come una condanna definitiva nei confronti del manager francese: “Mi piace Arséne (Wenger – n.d.r.) e lo rispetto per i suoi principi. Però spesso i principi si trasformano in pericolosi restringimenti di vedute. E questo significa sempre perdere le opportunità che si presentano.”
da http://quellichelapremierleague.com/

lunedì 24 novembre 2014

Gascoigne: "Cure pagate dall'Arsenal"

E' come se il Milan si preoccupasse di Sandro Mazzola o l'Inter facesse lo stesso per Gianni Rivera. Vista la tradizionale rivalità tra i due club, è un paragone perfettamente calzante sulla vicenda di Paul Gascoigne. L'umanità nel suo caso sconfigge, annienta la rivalità calcistica, che diventa un fattore spoglio di significati, lontano e marginale. Le cure per salvare il popolare Gazza, sprofondato in un vortice di alcolismo e depressione, le paga l'Arsenal. Proprio quell'Arsenal che nel derby del nord est di Londra, il più acceso della capitale inglese, vedeva anni or sono in Gazza, simbolo del Tottenham, il nemico pubblico numero uno. E questo non solo per le indubbie qualità tecniche, ma anche per quelle istrioniche provocazioni di cui cui l'ex giocatore della Lazio era un maestro e gli avversari non hanno mai apprezzato. 
Gazza è un uomo solo, in difficoltà. Lo scorso mese è stato ricoverato d'urgenza in base del Mental Healt Act, la legge sulla salute mentale che permette alla polizia di fermare e portare in un posto "di pubblica sicurezza" le persone che presentano sintomi di disturbi psichici e possono rappresentare un pericolo per l'incolumità pubblica. Il fatto dell'Arsenal lo racconta lo stesso Gascoigne al "Sun". "Ho telefonato al fisioterapista dell'Arsenal, Gary Levin, e gli ho detto che non stavo benissimo. Mi ha detto di andare in ospedale perchè temeva fosse una polmonite. E Wenger ha acconsentito di pagare 28 mila sterline per le mie cure, e altre 22 mila le ha sborsate l'Arsenal per il mio problema all'anca". Un comportamento straordinario, che stride invece con quello del Tottenham, che la sua bandiera la ha ammainata, e senza ritorno: "Nel 2011, quando il Tottenham ha incontrato il Real Madrid in Champions, mi è stato detto che se volevo vedere la partita c'erano solo due biglietti a 60 sterline. L'ho dovuta guardare sotto il box della dirigenza, dove c'erano ex calciatori che avevano giocato 30 anni prima di me...". L'Arsenal invece tende la mano, ed è un episodio di speranza nel libro nerissimo del post carriera di Gascoigne, un best seller di sregolatezze che prendono regolamente il sopravvento, esempio del mito che non riesce a scendere dal piedistallo per comportarsi come il classico uomo qualunque. L'esistenza di Gazza è una montagna russa atipica, dove flebili risalite si alternano a picchiate spaventose verso l'abisso. Violenza, risse, arresti, un fisico irriconoscibile per un uomo di 47 anni. Sullo sfondo sempre una maledetta bottiglia, magari accantonata per sei mesi, per un anno, ma poi ritrovata come compagna quando i demoni della solitudine prendono il sopravvento. "Non c'è niente di sbagliato in me, almeno finchè non prendo in mano una lattina. L'unica persona che può salvarmi, sono io stesso". Ha proprio ragione Gazza, dipende da lui. L'Arsenal gli ha offerto una nuova chance. Non coglierla sarebbe un peccato imperdonabile. da http://www.repubblica.it/