domenica 26 marzo 2017

Arsenal, Wenger rivela: "Nel 2013 avevamo preso Suarez"

L'Arsenal di Luis Suarez. Potrebbe sembrare un accostamento azzardato, e invece no. Solo qualche anno fa, precisamente nell'estate del 2013, l'uruguaiano è stato ad un passo dal trasferimento nel nord di Londra. A rivelarlo è Arsene Wenger, che in una recente intervista ha spiegato quanto il trasferimento fosse prossimo alla conclusione.

"Ci eravamo quasi. C'era l'accordo con il giocatore ma eravamo stati male informati sulla presenza di una clausola rescissoria nel contratto del giocatore. Avevamo già un accordo con Suarez, potete chiederlo a lui stesso."

A quei tempi Suarez era uno dei giocatori più discussi di tutta Europa. Prima la polemica per i presunti insulti razzisti rivolti a Patrice Evra che lo portarono a scontare una pesante squalifica, poi il morso a Branislav Ivanovic nel corso di un Chelsea-Liverpool. L'uruguaiano non era forse il giocatore più amato del pianeta, ma sul campo stregava tutti. Ecco perché l'Arsenal arrivò a presentare un'offerta da 40 milioni che sembrava aver convinto anche i Reds. Il manager francese è sicuro del fatto che l'attaccante volesse trasferirsi all'Arsenal, e non solo perché ormai l'accordo era raggiunto. Suarez di giocare desiderava fortemente indossare la maglia dei Gunners. Sono certo che volesse venire qui. Poi il Liverpool ha cambiato idea: gli ha rinnovato il contratto, lo ha trattenuto per un altro anno e lo ha ceduto al Barcellona. È un peccato. Wenger si è poi soffermato sul Luis Suarez di adesso, a suo parere completamente diverso dal giocatore di 4 anni fa. Non tanto tatticamente o tecnicamente, il francese parla di una crescita caratteriale.

"Non l'ho più visto rendersi protagonista di gesti deplorevoli come in passato. Sì, a volta cade in area con facilità e non è un comportamento che ci si aspetta da un professionista di questo calibro. La provocazione non fa altro che alimentare polemiche e nervosismi, ma penso si sia sbarazzato di tutto gli altri comportamenti negativi."

Chissà cosa sarebbe successo se Suarez si fosse trasferito all'Arsenal. Magari i Gunners avrebbero vinto un altro titolo dopo l'ultimo del 2004 e oggi Wenger non si ritroverebbe così in bilico. Magari, non lo sapremo mai. da http://www.foxsports.it/

venerdì 24 marzo 2017

Calciomercato, l'Arsenal e i rinnovi di Sanchez e Özil: parla Wenger

Un rinvio che ha il suono malcelato della rassegnazione. In casa Arsenaltiene banco la protesta dei tifosi contro Arsene Wenger, la probabile permanenza dello stesso manager francese e i primi obiettivi dicalciomercato. Neanche troppo sullo sfondo, però, si staglia ancora una doppia spina intricatissima: il nodo dei rinnovi di Alexis Sanchez e Mesut Özil.
La questione si trascina avanti da tempo, finora le due stelle dei Gunners hanno sempre rispedito al mittente ogni offerta di rinnovo. Con il contratto in scadenza nel 2018, la tentazione di sbarcare in top club europei di primissima fascia stuzzica entrambi, con il calciomercato dell'Arsenal che inevitabilmente passa dal loro futuro.
Da una parte, una proposta che porterebbe entrambi a toccare quota 10 milioni di euro a stagione. Dall'altra, assicurano i quotidiani britannici, la loro richiesta si aggirerebbe attorno ai 17 milioni. Nel frattempo, alla finestra si addensano pretendenti del calibro di Juventus, Bayern Monaco, Manchester United. Anticipazioni d'estate, quando il calciomercato entrerà nel vivo e l'Arsenal conoscerà il destino di Sanchez e Özil. Non bisogna perciò attendersi nessuna novità prima del termine della stagione. Lo ha spiegato chiaramente Wenger, che ai microfoni di beIN Sports ha esordito prendendo le mosse dal rinnovo di Alexis Sanchez:
Al momento non abbiamo nessun accordo. Abbiamo deciso di concentrarci sul finale di stagione e tornare a parlarne durante l'estate. Il nodo dei rinnovi di Alexis Sanchez e Mesut Özil condiziona anche il calciomercato dell'Arsenal
La situazione è la medesima per Özil. Quando non hai raggiunto un accordo e gli ultimi incontri non sono andati bene, è meglio mettersi seduti a un tavolo in estate.
Un altro rinnovo in ballo: Wenger parla del suo futuro. Non c'è solo la coppia Sanchez-Özil a occupare la casella dei rinnovi da discutere. Quello più determinante per il futuro dei Gunners riguarda proprio Arsene Wenger. Le ultime indiscrezioni vogliono ormai l'Arsenal e il tecnico francese vicini al prolungamento per altre due anni, ma il diretto interessato non si sbilancia:

La notizia è che non ho notizie per voi. Non importa quanto rimarrò ancora qui, io sarò completamente concentrato su ciò che è meglio per il club a prescindere dalla durata della mia permanenza. Al momento stiamo attraversando un periodo difficile dal punto di vista dei risultati e credo che sia più importante focalizzarsi su questo[...] La nostra stagione si deciderà proprio in base a come reagiremo di fronte a questo periodo complicato.
Parlare del proprio futuro, per Wenger, è anche occasione per guardare al passato e gonfiare il petto: Se torniamo a dov'era il club quando sono arrivato e dov'è oggi, mi sento abbastanza orgoglioso per quello che ho realizzato. Ho guidato questa squadra in momenti difficili con risorse molto, molto, molto limitate a disposizione. Ho sempre cercato di ottenere il massimo e lo farò finché rimarrò qui all'Arsenal. da http://www.foxsports.it/

giovedì 23 marzo 2017

Ashley Cole contro l'Arsenal: "Non riesce a vincere? Io me la rido"

Non è un bel momento per tifare Arsenal. La squadra continua nella tradizione ormai decennale di non competere nemmeno per i grandi traguardi, i suoi campioni mostrano segni di insofferenza, Arsene Wenger potrebbe non levare le tende dalla panchina che occupa dal 1996 e, dulcis in fundo, il Giuda Ashley Cole ridacchia apertamente delle disgrazie dei Gunners. Durante un'intervista al programma ITV Play to the Whistle, il terzino dei Galaxy ha risposto così a Romesh Ranganathan, che gli aveva domandato se stesse godendo sotto i baffi dei fallimenti del suo ex club:

"Se devo essere sincero, sì, ancora oggi me la rido tra me e me. Ho passato molto tempo all'Arsenal e certamente il modo con cui me ne sono andato può essere forse considerato scorretto, ma credo che loro mi abbiano mancato di rispetto. Allo stesso tempo devo rimproverare me stesso, è possibile che mi sia comportato nel modo sbagliato. Diciamo che, guardandomi indietro, ci sono stati errori da tutte le parti, ma comunque ormai è acqua passata"

Cole è cresciuto nell'Arsenal, società nella quale ha militato per sette stagioni - con una breve parentesi al Crystal Palace - vincendo due Premier League e disputando la finale di Champions League del 2006, persa contro il Barcellona. Idolo della tifoseria, già durante la sua permanenza ai Gunners, nel gennaio 2005, fu pizzicato mentre trattava in segreto con José Mourinho e Peter Kenyon: quando il meeting divenne di dominio pubblico, il giocatore fu costretto a pagare una multa di 75mila sterline, e al suo agente fu sospesa la licenza per 18 mesi.
Cole prolungò il suo contratto con l'Arsenal, ma la rottura era alle porte e si consumò l'estate successiva, quando il terzino, nella sua autobiografia, attaccò duramente il club per averlo usato come capro espiatorio nella vicenda del 2005. A fine agosto, Arsenal e Chelsea si accordarono per il trasferimento di Ashley Cole a Stamford Bridge, in cambio di William Gallas e un assegno di 5 milioni di sterline. Un upgrade indubbio, per Cole, che con i Blues ha poi vinto nove titoli, tra cui la storica Champions League del 2012 (segnando uno dei rigori nella finalissima di Monaco) e l'Europa League dell'anno successivo.

"Non ho rimpianti per aver lasciato l'Arsenal. Sono stato molto bene lì, mi mancano i miei vecchi compagni di squadra, ma sono andato avanti e ho vinto tutto ciò che c'era da vincere, dunque non direi di essere pentito della mia scelta"

Cole è considerato dalla tifoseria uno dei peggiori traditori della storia recente del club, ma può consolarsi col fatto di essere in buona compagnia. Basti fare il nome di Cesc Fabregas, che lasciò l'Arsenal per la casa madre del Barcellona nel 2011, salvo poi tornare in Premier League tre anni più tardi, questa volta con la maglia dei Blues. O di Robin Van Persie, che dal catalano aveva ereditato la fascia di capitano, ma che non si fece troppi problemi, nel 2012, a saltare la barricata per unirsi al Manchester United. da http://www.foxsports.it