mercoledì 10 aprile 2013

Trattativa per Begovic

L’Arsenal apre ufficialmente la caccia al sostituto del suo portiere polacco Wojciech Szczęsny. Tra i nomi sul taccuino di Arséne Wenger spiccano numeri uno di alto profilo quali Petr Cech, Victor Valdes e Pepe Reina, ma nessuno di questi è accreditato di volersi muovere dal proprio club per approdare al club londinese. Così, l’attenzione del manager francese e della dirigenza si sposta su Asmir Begovic, 25enne bosniaco naturalizzato canadese, attuale portiere dello Stoke City e nel mirino di grandi club come il Chelsea e il Manchester United. I primi contatti tra le due società risalgono allo scorso gennaio ma, allora, lo Stoke non aveva alcun interesse a privarsi del suo portiere nel bel mezzo della stagione. Ora, però, lo scenario per i Potters è totalmente diverso visto l’arrivo ormai certo, nel mercato estivo, di Jack Butland dal Birmingham. Dato l’interesse di grandi club al loro ‘pezzo pregiato’ dallo Stoke fanno sapere che non verranno prese in considerazione offerte inferiori ai 15 milioni di sterline (poco più di 17,5 milioni di euro). da http://quellichelapremierleague.com

sabato 6 aprile 2013

PL WEST BROMWICH-ARSENAL= 1-2

Diciamoci la verità: l’occasione era di quelle ghiotte, e l’Arsenal di Wenger si è dimostrato una buona forchetta. Dopo un mese “da roditori”, sempre attenti a rosicchiare punti alla zona Champions, i Gunners si godono i frutti di un lavoro costante e grazie alla vittoria del The Hawthrons sul WBA di Steve Clarke conquistano per una sera l’accesso al quarto posto (a discapito del Chelsea) che vale i preliminari di Champions League. A decidere è la giornata di grazia di un Rosicky ovunque, capace prima di salvare l’Arsenal dallo svantaggio che complicherebbe tutto e poi di piazzare la doppietta chirurgica che vale il +1 in classifica (con una partita in più) sul Chelsea e il -1 dai cugini del Tottenham che, senza Gareth Bale, potrebbero risentirne non poco nella battaglia Champions che si trascinerà fino a fine campionato. La partita dell’Arsenal è però tutto tranne che scoppiettane. I Gunners di Wenger che incantavano l’Inghilterra, sembrano un ricordo del paleolitico se paragonato all’undici che si presenta nella stranamente soleggiata Birmingham. Sotto ritmo e più attenti a difendersi che attaccare, i Gunners in avvio rischiano molto. Al 12’ infatti Yacob sale di testa da corner, la zuccata lascia immobile Fabianski ma, sulla linea, è appostato Rosicky che compie il primo intervento decisivo della sua giornata. Gli dei del football sono dalla parte dei Gunners e 8 minuti più tardi, al primo affondo, l’Arsenal riesce a passare. Gervinho lanciato sulla destra cerca l’azione personale e lascia partire un destro a giro destinato alle mani di Foster: dalle retrovie però sbuca l’inserimento di Rosicky che ci mette ancora la testa e, questa volta, buca il portiere mandando avanti i suoi. Massimo risultato, minimo sforzo. Con questa filosofia l’Arsenal gestisce il resto del primo tempo, garantendosi fino all’intervallo 3 punti d’oro e andando a coprire le spinte – comunque poche – di un WBA che senza Lukaku pecca incredibilmente di pericolosità in zona rete. “L’impresa” di Rosicky è però completata a inizio ripresa, quando dopo 4 minuti regala ai Gunners quello che sarà il gol vittoria. Ramsey lavora bene sulla destra, il ceco trova il secondo inserimento di giornata e buca la difesa dei Baggies: la prima conclusione è violenta ma centrale e Foster respinge, sulla seconda però l’ex Man Utd non può nulla e l’Arsenal vola sul 2-0. Clarke capisce a quel punto che è ora dell’artiglieria pesante e dalla panchina fa alzare sia Lukaku che Rosenberg. E la partita, in un modo o nell’altro, cambia. Il WBA si sveglia infatti dal suo torpore e la difesa dell’Arsenal ci mette del suo. Mertesacker stende in pieno Brunt bravo a controllare un pallone lungo: è rosso per ultimo uomo e calcio di rigore sacrosanto. Dal dischetto Morrison trasforma (non senza brividi) e i Baggies si concedono così 20 minuti di puro assedio. L’Arsenal, in 10, si chiude a riccio e rischia grossissimo quando a 2 dalla fine, Lukaku, non trova lo specchio della porta da posizione favorevolissima. E’ però l’ultimo brivido. Nei 6 minuti di recupero concessi da Webb non succede più nulla e Wenger può così tornare a esultare. La rimonta è per 24 ore completata. A Tottenham e Chelsea il compito di rispondere.
West Brom: Foster, Jones, McAuley, Olsson, Ridgewell, Yacob, Brunt, Dorrans (Lukaku 62), Morrison, Thomas (Rosenberg 62), Long.
Subs Not Used: Myhill, Popov, Tamas, Fortune, Isaiah Brown.
Booked: Jones, Ridgewell.
Goals: Morrison (pen) 71.
Arsenal: Fabianski, Sagna, Mertesacker, Koscielny, Monreal, Rosicky (Gibbs 81), Ramsey, Gervinho (Vermaelen 73), Cazorla (Coquelin 89), Arteta, Giroud.
Subs Not Used: Mannone, Podolski, Oxlade-Chamberlain, Jenkinson.
Sent Off: Mertesacker (70).
Booked: Ramsey, Rosicky, Koscielny, Arteta.
Goals: Rosicky 20, 50.
Att: 26,144
Ref: Howard Webb (S Yorkshire).

Table. 77 Man United, 62 Man City, 58 Tottenham e Chelsea, 56 Arsenal, 52 Everton, 49 Liverpool, 44 WBA..

giovedì 4 aprile 2013

La nuova vita del primo stadio dell'Arsenal Un residence di lusso sostituisce il campo.

Un parcheggio sotto un vecchio stadio? A Londra ci si è riusciti in tre anni. A Roma il tentativo è fallito tra intrecci burocratici e dispute legali. Nel quartiere Testaccio, dove giocò la gloriosa Roma degli anni Trenta, il progetto prevedeva 265 posti auto coperti da un campo da calcio e due da calcetto per la piccola società sportiva As Testaccio. Anche a Londra hanno costruito un parcheggio sotto un vecchio e glorioso campo di calcio. Ma la differenza non la fanno solo i tempi di realizzazione. Qui il parcheggio è solo una parte di un progetto di recupero molto più ampio. Nel 2006 l'Arsenal, la gloriosa squadra di calcio londinese, ha abbandonato il campo dove giocava dal 1913 per trasferirsi a poche centinaia di metri. La nuova casa si chiama Emirates Stadium. Una struttura moderna e multifunzionale da sessantamila posti. E così l'Highbury Stadium si è trasformato in Highbury Square.Quello che era uno stadio da 38000 posti ora è un complesso residenziale da 650 appartamenti e attici di lusso, tra i quali 70 a prezzo calmierato. C'è il portiere 24 ore su 24, il centro fitness e - appunto - il parcheggio sotterraneo. Tutto è stato realizzato seguendo un principio: modificare il meno possibile la struttura originaria. Al posto delle gradinate - che sono state parzialmente demolite e ricostruite - ora ci sono gli appartamenti. Il campo di gioco, che per anni è stato il palco sul quale si sono esibiti Tony Adams, Dennis Bergkamp, Thierry Henry e Patrick Vieira è stato "porzionato" in tanti piccoli giardini condominiali. Il rettangolo verde è rimasto al centro del progetto, perché tutti gli appartamenti hanno almeno una vetrata che guarda i giardini. Ad Highbury molto è stato fatto per conservare la memoria. Le facciate delle storiche tribune East Stand e del West Stand - in art déco - sono state conservate così com'erano. Gli stanzini delle biglietterie sono stati tirati a lucido e restituiti com'erano. È rimasto intatto anche il tunnel di ingresso al campo. Tempo di realizzazione: poco più di tre anni. I Gunners hanno giocato l'ultima partita ad Highbury nel maggio 2006 (Arsenal-Wigan 4-2, con tripletta dell'attaccante francese Henry); il 24 settembre 2009 Highbury Square è stata ufficialmente completata. Il progetto potrebbe non piacere ai puristi. In fondo, un glorioso stadio di calcio è stato trasformato in uno spazio privato, destinato ai pochi e facoltosi inquilini del complesso. In questo modo, però, è sopravvissuto un pezzo di storia della città - noto anche a chi non segue il campionato inglese grazie aFebbre a 90°, il libro nel quale Nick Hornby ha raccontato la sua vita da tifoso dei Gunners - conservando una struttura molto simile all'originale e rispettando la memoria di ciò che è stato per quasi un secolo. Perché - anche se il museo del club si trova al nuovo Emirates - Highbury rimane un patrimonio della storia del calcio: in questo stadio non ha dato spettacolo solo l'Arsenal di Arséne Wenger, ma anche quello di Herbert Chapman, coach dal 1925 al 1934 e inventore del "Sistema", il modulo tattico con tre difensori in linea, due mediani, due mezzeali e tre punte. Il papà del modernissimo 3-4-3. Mentre a Londra l'Arsenal di Chapman vinceva due campionati e una coppa d'Inghilterra con uno schieramento che avrebbe fatto scuola in tutta Europa, la mitica Roma di campo Testaccio spaventava gli squadroni del nord. E proprio un testaccino doc, il romanissimo Attilio Ferraris IV, fu uno degli "eroi di Highbury". La celebre partita di calcio tra i maestri inglesi - che il calcio lo hanno inventato - e gli azzurri campioni del mondo di Vittorio Pozzo, che in dieci uomini e in svantaggio di tre gol sfiorarono l'impresa arrivando fino al 3-2. Meritandosi gli applausi del pubblico londinese.  Per battere gli inglesi nella loro tana bisognerà aspettare il 1973, quando l'Italia vinse a Wembley con un gol di Fabio Capello. Calciatore, e poi allenatore, che i tifosi romanisti conoscono molto bene.