martedì 8 marzo 2011

Barça-Arsenal, sfida all'ultimo talento

Un pre-partita infuocato per le due società
Dietro la partita c'è la sfida vera, perché l'accesso ai quarti di Champions League non è l'unica posta in palio. Barcellona contro Arsenal, le squadre che credono nei vivai e sbattono in campo i ragazzini, hanno la stessa filosofia, ma una condotta molta differente.Il Barcellona cresce e l'Arsenal compra, almeno secondo la ricostruzione blaugrana. L'ultimo contratto firmato è ancora fresco, ha una settimana e sposta Jon Toral Harper dalla cantera spagnola all'Emirates Stadium. Lui ha compiuto 16 anni il 5 febbraio, ha una madre inglese e un manager particolare: Pere Guardiola, il fratello di Pep che ha giurato di aver fatto di tutto per dissuadere il suo protetto. Invece nulla, il ragazzino ha deciso che «Londra è un progetto troppo affascinante per dire no», parla la lingua, ha parenti che vivono vicino alla capitale e ha una gran voglia di partire. Non era professionista, non aveva vincoli quindi può fare ciò che vuole ed è qui che si scatenano le proteste del Barça: «È immorale comprare bambini». Dall'altra parte rinfacciano («Avete portato via Messi dall'Argentina quando era tredicenne»), risposta immediata: «Lionel era un talento da strada, voi prelevate gente allenata e seguita da noi per 8 o 10 anni». Avanti così e gran parte del livore fluttuerà per la tribuna del Camp Nou. Qualche facoltoso socio blaugrana ha persino proposto di eliminare il buffet dove di solito i dirigenti si incrociano prima del match: «Qui non ci sono mani da stringere, solo conti da regolare». Toral è l'ennesimo scippo o acquisto, la serie è iniziata con Cesc Fabregas che oggi è capitano dell'Arsenal ed è andata avanti in un crescendo di astio. Wenger ha chiesto anche l'arruolamento di Sergi Samper, considerato il nuovo Xavi e subito sequestrato dal Barcellona che gli ha offerto condizioni di lusso pur di legarlo al club di origine e di Pol Ballester, portiere under 16 che vuole più tempo per capire cosa fare da grande. Sandro Rossel, il presidente catalano, pretende regole diverse: «Abbiamo detto ai nostri avversari che sono stati scorretti. Per noi è importante che questi talenti crescano a La Masia, centro pensato per loro, e non possiamo assicurare a tutti l'esordio in prima squadra o compensi da adulti solo per blindarli. Per fortuna quelli bravi sono in tanti, troppi per trasformarli in professionisti da adolescenti».Invece l'Arsenal promette minuti di gare vere. Ignasi Miguel, altro prodotto della scuola barceloneta passato al nemico, ha esordito in Fa Cup contro il Lorient la settimana scorsa e ha descritto l'esperienza in un blog che è quasi uno spot sul favoloso mondo Arsenal. Non esistono solo gli affari riusciti, Fran Merida ha seguito l'esempio di Fabregas e si è trovato parcheggiato all'Atletico Madrid: nato a Pamplona, educato a La Masia, espatriato a Londra e rispedito in Spagna per insufficienza di prove. In casa Gunners non hanno ancora capito se vale o no, lo hanno studiato a distanza, dato in prestito e poi ceduto. E la sua storia compensa quella degli altri fuggitivi di successo ed è usata come monito dai tecnici del Barcellona.In Inghilterra è vietato approcciare giocatori che non abbiano compiuto 17 anni e, fino a che non diventano maggiorenni, sono avvicinabili solo se vivono a 30 chilometri dal club che li corteggia. In Spagna è mercato libero. L'Arsenal fa spallucce: «Sono le vostre leggi». Il Barcellona ringhia: «Siete senza scrupoli». Stasera si gioca. E non solo a pallone.

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