venerdì 30 settembre 2016

Arsenal, 20 anni di Wenger: 15 titoli e 18 volte consecutive in Champions

C’è un calcio inglese prima di Arsène Wenger e ce n’è uno dopo il suo arrivo: nei giorni in cui ricorrono i 20 anni esatti dallo sbarco all’Arsenal, è il giudizio storico più appropriato. Quando il tecnico francese fu ingaggiato dal club londinese il 22 settembre 1996, in Premier avevano lavorato come manager stranieri solo il ceco Venglos, nel 199091 all’Aston Villa, e per 2 mesi Ardiles al Tottenham nel 1994, mentre appena 2 mesi prima era stato promosso l’olandese Gullit nel doppio ruolo di giocatore/allenatore. L’Inghilterra, reduce da un decennio difficile, con le squadre bandite dall’Europa dal 1985 al 1990 dopo la tragedia dell’Heysel, era chiusa come una fortezza. In quell’estate 1996 era profonda la frustrazione per l’Europeo organizzato in casa e finito male, con la nazionale di Gascoigne superata in semifinale ai rigori dalla Germania. Serviva una scossa. Arrivò grazie a un uomo semisconosciuto, finito in Giappone, al Nagoya, dove forse avrebbe messo le tende se l’amico David Dein, conosciuto a Londra nel 1989, non gli avesse offerto la guida dell’Arsenal: "Mi stavo adattando allo stile di vita di un Paese fantastico come il Giappone, ma troppo lontano dalla mia famiglia e dalle mie radici. Quando Dein, all’epoca vicepresidente dell’Arsenal mi contattò, ero pronto a tornare in Europa", disse il francese.
RIVOLUZIONE — L’avvento di Wenger precede di pochi mesi il successo di Blair alle elezioni del maggio 1997, in cui il leader laburista ottiene una grande vittoria elettorale, riportando il partito laburista al governo del Regno Unito dopo 18 anni. Le parabole di Wenger e di Blair viaggiano per 10 anni parallele. Blair, che deve oggi farsi perdonare le bugie con le quali trascinò la Gran Bretagna nella guerra in Iraq, ha avuto l’indubbio merito di aprire la nazione al mondo, avviando Londra verso quella trasformazione che ha fatto diventare questa capitale la metropoli europea più internazionale. Wenger ha compiuto la stessa rivoluzione: con il calcio del suo Arsenal ha rotto 130 anni di chiusura totale, spalancando i portoni del football a tecnici di altri Paesi. Oggi in Premier i manager stranieri sono la netta maggioranza appena 4 gli inglesi, Alan Pardew, Sean Dyche, Eddie Howe e Mike Phelan e questo campionato è il più seguito del pianeta: innegabile la mano di Wenger in questa trasformazione.
I PRIMI 10 ANNI — Vent’anni dopo, si sprecano gli aggettivi per definire il francese. Romantico, rivoluzionario, visionario, testardo, reliquia. Forse il vecchio Arsène è tutto e il contrario di tutto. Accolto con un titolo emblematico, "Arsene who?", Wenger ribaltò l’Arsenal, trasformando un simbolo del football noioso nella squadra più spettacolare d’Europa. La guida spirituale in campo fu il connazionale Vieira e presto sarebbe arrivato un altro francese destinato ad entrare nella storia del club: Thierry Henry. Due talenti incompresi in Italia, il primo al Milan, il secondo alla Juve: peccati mortali commessi dal nostro calcio. L’Arsenal diventò una macchina di spettacolo e di successi: dal 1996 al 2006, 3 Premier (fu il primo tecnico non britannico a vincerla), 4 FA Cup, 4 Community Shield, l’imbattibilità in Premier nel 200304 e la finale di Champions persa in 10 nel 2006 gli allori di quel periodo. La rivoluzione wengeriana fu totale.
SECONDO TEMPO — Il secondo decennio è stato all’insegna del riflusso. Lo sbarco di miliardari russi, arabi, statunitensi e thailandesi ha ridimensionato i Gunners. Dal 2006 a oggi, 2 Fa Cup e 2 Community Shield. Un passo indietro a livello di trofei, ma il calcio di Wenger, immutabile, ha continuato a divertire, anche se oggi, di fronte alla concorrenza delle altre squadre, la maggioranza dei tifosi invoca il cambiamento. Le 18 qualificazioni di fila in Champions, dal 2000 a oggi (2° assoluto per presenze dietro a Ferguson), dimostrano che il club è riuscito a tenere alto il profilo internazionale e ancora oggi, grazie ai 60 mila posti dell’Emirates, l’Arsenal ha un enorme seguito di fan stranieri.
da http://www.gazzetta.it/

mercoledì 28 settembre 2016

CL ARSENAL-BASEL= 2-0




Il Basilea ha fatto una magrissima figura all'Emirates Stadium, casa dell'Arsenal. I renani, padroni indiscussi della Super League, hanno infatti mostrato tutti i propri limiti e le proprie debolezze nella tana di una delle big d'Europa, inchinandosi alla fine 0-2. Lunghi, mal posizionati, spesso in ritardo, i rossoblù ci hanno messo pochissimo a piegarsi davanti ai Gunners i quali, pur senza incantare o firmare numeri da circo, hanno trovato la rete due volte in meno di mezzora. Merito di Walcott, in entrambi i casi bravo nel battere Vaclik. La doppia sberla non ha fatto risvegliare l'undici rossocrociato il quale, solo nel corso del primo tempo, ha rischiato di capitolare ancora in almeno tre-quattro occasioni. Gli errori degli avanti londinesi, beffati da fretta e imprecisione, hanno in ogni caso permesso al Basilea di andare al riposo "solo" sullo 0-2. Nella ripresa la musica non è cambiata. L'Arsenal ha continuato a condurre le operazioni e, seppur rallentando il ritmo, a presentarsi con pericolosa frequenza nell'area rossoblù. Anche i renani, a dire il vero, hanno cercato di pungere. Con Bjarnason (soprattutto) non sono comunque riusciti a impensierire Ospina. Alla fine mestamente, la truppa di Fischer si è arresa a un'evidenza triste, che la vede noiosamente tiranna in Svizzera e abitualmente tiranneggiata in Europa. da http://www.tio.ch/
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ARSENAL (4-2-3-1): Ospina 6.5; Bellerin 8, Mustafi 7, Koscielny 7, Monreal 7 (Gibbs 75); Cazorla 7.5, G Xhaka 7; Walcott 8.5 Oxlade-Chamberlain 70), 6 Ozil 7.5, Iwobi 7 (Elneny 70, 6); Sanchez 8. 
Subs not used: Cech, Gabriel, Perez, Reine-Adelaide. 
Scorers: Walcott (7, 26) 
Manager: Arsene Wenger 8
BASLE (3-5-2): Vaclik 7; Suchy 5.5, T Xhaka 6, Balanta 6; M Lang 6, B Bjarnsson 6 (Delgado 79, 5.5), Zuffi 6.5 (Elyounoussi, 5.5), Franson 6.5, Traore 6; Doumbia 6 (Sporar 57, 6), Steffen 6. 
Subs not used: Vailati, Gaber, Hoegh, Calla. 
Booked: Suchy, Elyounoussi.
Manager: Urs Fischer 6
Referee: Danny Makkelie (Holland) 6.5
Attendance: 59,993
Table. 6. Paris S.G. e Arsenal, 1. Basel,  Ludogorets

sabato 24 settembre 2016

PL ARSENAL-CHELSEA= 3-0




Vieira-Pires-Henry: è grande Arsenal. Per un attimo, Arsène Wenger rivive un brivido e scambia Ozil, Walcott e Sanchez per i totem dell'Arsenal più vincente del suo regno londinese. Per i 20 anni trascorsi alla guida del club, i suoi uomini gli impacchettano il regalo più bello: un dominio nel derby contro il Chelsea, un secondo gol da Play-Station e 40 minuti di calcio stellare, come se per la prima volta da tanti anni i Gunners volessero promuovere la propria candidatura per i traguardi più insperati. Dall'altra parte la crisi del Chelsea può dichiararsi aperta: Conte, che ha sempre fatto della solidità difensiva un marchio di fabbrica, deve digerire 9 reti subite in questo avvio di campionato e un soloclean sheet ottenuto nelle ultime 13 gare. Da 7 trasferte i Blues vengono perforati e il problema evidentemente viene da lontano: la scorsa stagione ha lasciato scorie ed eredità pesanti per l'ex ct della Nazionale, caduto contro il Liverpool e crollato sotto i colpi dei Gunners. Cazorla scalda i guantoni di Courtois che, dopo appena 11 minuti, cade: Cahill si addormenta e si fa soffiare il pallone da Sanchez che in campo aperto si presenta davanti al portiere per saltarlo con un tocco sotto al cachemire. Al 14' la gara è già in archivio: i Gunners sviluppano un'azione da manuale, Iwobi taglia fuori la difesa ospite e trova Bellerin che pesca al centro Walcott. Il 2-0 è servito. Il Chelsea prova a reagire con il diagonale di Willian, ma al 40' arriva il tris: il contropiede dell'Arsenal è perfetto, Ozil chiede il triangolo a Sanchez e lo ottiene. Sul cross del cileno, il tedesco incrocia al volo e il pallone rimbalza sul terreno di gioco e sul palo prima di gonfiare la rete. La ripresa è pura accademia per la squadra di Wenger. Walcott sfiora il 4-0, ma Courtois si oppone. Alonso, Pedro e Batshuayi non cambiano la sostanza. Quest’ultimo si divora un gol, solo davanti a Cech, tirandogli addosso. da http://it.eurosport.com
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ARSENAL (4-2-3-1): Cech 6.5; Bellerin 8, Mustafi 8, Koscielny 8, Monreal 7; Coquelin 6.5 (Xhaka 32, 7), Cazorla 7.5, Iwobi 7.5 (Gibbs 69, 6.5), Ozil 8, Walcott 7.5; Sanchez 8.5 (Giroud 79, 6)
SUBS NOT USED: Ospina, Perez, Oxlade-Chamberlain, Holding 
MANAGER: Arsene Wenger 8
CHELSEA (4-2-3-1): Courtois 6.5; Ivanovic 5.5, Cahill 4, Luiz 5.5, Azpilicueta 5.5; Kante 6, Matic 6.5; Willian 6.5 (Pedro 71, 5.5), Fabregas 5 (Alonso 55, 6), Hazard 6.5 (Batshuayi 71, 6); Costa 6
SUBS NOT USED: Begovic, Oscar, Moses, Chalobah 
BOOKED: Ivanovic, Costa
MANAGER: Antonio Conte 5.5
SCORERS: Sanchez 11, Walcott 14, Ozil 40 
REFEREE: Michael Oliver 7
ATTENDANCE: 60,028
Table. 18. Manchester City, 14. Everton, 13. Arsenal, Liverpool, Everton, 12. Manchester United, 10. Crystal Palace e Tottenham...