domenica 24 gennaio 2021

ARTICOLO. Ozil dall’Arsenal al Fenerbahce tra calcio e simpatie per Erdogan.



Solo «ragioni calcistiche», e la scelta a marzo di non ridursi lo stipendio nonostante la pandemia (ma, contemporaneamente, di salvare Gunnersaurus, la mascotte della squadra). L’Arsenal sostiene che non ci siano altri retroscena nella cessione di Mesut Ozil al Fenerbahce, in Turchia (dovrebbe debuttare il 6 febbraio nel derby contro il Galatasaray) . Ma il tedesco, 32 anni, campione del mondo, è da tempo al centro di un caso politico. E ha sempre denunciato di essere discriminato per le sue origini turche: «Quando vinciamo sono tedesco, altrimenti sono straniero».
Ai margini della squadra da marzo nonostante sia uno dei calciatori più pagati della squadra, escluso addirittura dalle official squad di Premier League ed Europa League quest’anno, lascia l’impressione di star pagando le sue idee politiche e la sua vicinanza con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che lo aveva portato anche ad abbandonare la Nazionale tedesca dopo il Mondiale 2018, facendo arrabbiare anche Angela Merkel. Il «sultano» di Ankara è stato anche testimone alle nozze del calciatore con Amine Gulse.
Più di recente, poi, e toccando anche il «portafoglio» dei Gunners, si era schierato contro la Cina per le persecuzioni della popolazione uigura, cinesi di etnia turcofona e religione musulmana (una posizione condivisa anche da altri calciatori, non necessariamente filo turchi, come Antoine Griezmann che ha rescisso gli accordi con il colosso Huawei). Una posizione espressa su Weibo, il Twitter cinese, che ha costretto la squadra londinese a prendere le distanze per non compromettere le sue numerose attività in Cina. In Estremo Oriente, infatti, l’Arsenal ha interessi commerciali, tra cui una catena di ristoranti. Per non parlare del danno alla Premier League, con la tv cinese che si era rifiutata di trasmettere anche partite di cartello.
In termini di contratti la Pes aveva cancellato il calciatore dal suo gioco, e anche Adidas aveva chiuso i suoi accordi, ufficialmente perché la rinuncia alla Nazionale si traduceva in scarso appeal internazionale. Adesso sono arrivati i ringraziamenti di rito della squadra per l’uomo da tre Fa Cup vinte (la prima subito, nel 2013/14, dopo un digiuno che per i Gunners durava da nove stagioni) e viceversa. Ma a lui resta l’amaro in bocca.
E anche una campagna moda dedicata alla «multiculturalità: facciamo parte di una comunità internazionale che si batte per la libertà e l’inclusività. Siamo una generazione che si sente a casa ovunque, ma non riposa da nessuna parte. Siamo radicati nel movimento».
In ogni caso anche il suo saluto dopo quasi otto anni a Londra — arrivò per 42 milioni di sterline, 47,2 milioni in euro, dal Real Madrid — si è chiuso con le frasi di rito: «Vorrei ringraziare il club per questo straordinario viaggio durato sette anni e mezzo. Il sostegno che ho sentito da squadra e tifosi è stato sempre incredibile e ne sarò per sempre grato». da https://www.corriere.it

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